«Bellissimo vedere un intero paese in festa»
Seulo, favola a lieto fine per mister Fabio Macellari: «Ha vinto la squadra più forte, questi risultati non arrivano per caso»
La portata di un'impresa spesso può essere misurata grazie al grado di entusiasmo che scatena tra la gente, ed in questo caso il Seulo ha fatto davvero centro. Con il 3 a 1 rifilato in casa al Villagrande si è chiusa, nel migliore dei modi, la cavalcata epica della compagine guidata da Fabio Macellari, che taglia il traguardo con novanta minuti di anticipo dopo una stagione praticamente perfetta, con la bellezza di 23 vittorie ed un pareggio. Il presidentissimo Luca Congiu, che ha allestito un organico di primo livello, e i suoi stretti collaboratori, a partire dal Ds Stefano Murgia, possono ora godersi gli applausi di una comunità intera.
«Una festa che non mi aspettavo – ammette Fabio Macellari – per intensità e partecipazione, non vorrei sminuire la categoria, ma sembrava quasi che fossimo saliti in Serie A. Il paese si è letteralmente trasformato, abbiamo fatto il giro d'onore sopra ad un furgone con un seguito di minimo 50 macchine, pitturate di rosso e blu; i banchetti organizzati dai tifosi non si contavano più. Siamo entrati di diritto nella storia calcistica del club e della comunità, l'euforia è una conseguenza scontata. La mia voglia di vincere è identica a quella che avevo da ragazzino, sto godendo di brutto».
Il 3 a 1 rifilato al Villagrande ha spalancato le porte alla Promozione. «I nostri avversari non avevano più nulla da chiedere al campionato, hanno anche fatto esordire qualche giovane. Noi eravamo determinati, volevamo il risultato a tutti i costi. In definitiva ha vinto la squadra più forte, quella con l'organico più competitivo, anche se il Barisardo merita un applauso, si sono dimostrati un rivale di altissimo livello».
Un successo tutt'altro che scontato: mister Macellari ha preso le redini del Seulo quando i rosso-blu erano terzi in classifica. «La squadra era un po' scarica mentalmente, ma la scintilla è scoccata immediatamente; siamo stati bravi a trovare la quadratura del cerchio, con questi giocatori non è stato difficile; penso si tratti della rosa migliore del nostro girone».
Per vincere però non bastano i nomi, servono grandi attributi caratteriali, e anche in questo caso la risposta è stata eccellente. «Quindici vittorie di fila non arrivano di certo per caso; il segreto è mantenere sempre alta la concentrazione, ma non è facile. Ho lavorato molto sulla testa dei ragazzi, insieme siamo riusciti a crescere molto, uno degli aspetti più positivi di questa esperienza».
Le concorrenti si sono dovute accontentare delle briciole. «Ma i confronti con il Barisardo sono sempre stati equilibrati; all'andata l'abbiamo spuntata noi, al ritorno è stata una partita esaltante. Ci tengo a sottolineare il loro ottimo comportamento, rispettoso e corretto, a partire dalla società sino ad arrivare ai giocatori, un fattore che a volte viene a mancare; alcuni episodi a cui ho assistito vanno a mio avviso al di la dello spirito di questo sport».
Il tecnico ha sofferto sino all'ultimo, nonostante il campionato sembrasse ipotecato già da diverse settimane. «Non riesco ad abbassare la guardia: ho capito che era davvero fatta solo quando l'arbitro ha fischiato la fine del match di domenica». Il Seulo ammirato quest'anno sembra prontissimo per togliersi diverse soddisfazioni anche in un campionato difficile come quello della Promozione. «Un gruppo davvero eccezionale, ma bisognerà tenere conto della regola dei fuori quota, una cosa che personalmente non mi trova molto d'accordo. I ragazzi che scenderanno in campo avranno una responsabilità pesante sulle spalle: si dovranno rendere conto che probabilmente stanno togliendo il posto a giocatori che sarebbero partiti titolari, proprio per questo saranno chiamati a dare di più».
Macellari divide, in parti uguali, i meriti del successo. «C'è stata grande disponibilità, da parte di tutti, a partire dalla comunità di Seulo, passando per la dirigenza: il presidente Luca Congiu, Mauro Agus, Michele, Stefano, Sergio, la lista sarebbe lunghissima; ci tengo a ringraziare tutti di cuore».