«Puntare sui giovani per uscire dalla crisi»
Tertenia festeggia la salvezza, Puddu: «Stiamo ottenendo risultati importanti»
Grazie alle ultime tre vittorie consecutive, il Tertenia si è allontanato definitivamente dalla zona calda della classifica e ha raggiunto matematicamente la salvezza, primo grande obbiettivo stagionale, con largo anticipo, riuscendo contemporaneamente a valorizzare i propri giovanissimi talenti che, per stessa ammissione del tecnico della squadra, Marcello Puddu, rappresentano il capitale più prezioso della società: investire sul vivaio ben presto non sarà semplicemente una scelta, ma una necessità fondamentale per riuscire ad uscire indenni da un momento così critico come quello che sta attraversando attualmente il mondo del calcio dilettantistico.
Il Tertenia è pronto ad onorare al massimo questo finale di stagione, in cui rivestirà, in un certo senso, i panni dell'arbitro sia per quanto riguarda la lotta al vertice che per quanto riguarda il discorso salvezza: alla ripresa del campionato, infatti, è in programma la sfida con la capolista Escalaplano, mentre alla penultima sarà il turno dell'Osini.
Mister Puddu, il Tertenia sta concludendo la stagione in crescendo, come conferma la terza vittoria consecutiva ottenuta domenica scorsa.
«La squadra sta molto bene in questo momento; siamo partiti alla grande ma con il passare delle giornate siamo calati un po', soprattutto per quanto riguarda i risultati.
Il lavoro che abbiamo svolto durante la preparazione sta dando i suoi frutti, siamo in netta ripresa, ci stiamo divertendo, abbiamo raggiunto il nostro principale obbiettivo, che era la salvezza, e questo ci permette di giocare senza assilli.
In questo momento dobbiamo cercare di fare più punti possibile, a fine stagione tireremo le somme, ma siamo comunque tutti molto soddisfatti.
Ho a disposizione un gruppo giovane, che ha moltissimi margini di miglioramento: abbiamo attraversato un momento poco brillante sotto Natale, soprattutto perchè non abbiamo avuto la possibilità di allenarci nel migliore dei modi.
C'è da dire comunque che in quel periodo abbiamo giocato le partite più difficili, a Sadali e Villanovatulo, ad esempio; era già stato messo in conto che si sarebbe potuto lasciare qualche punto per strada.
Per quanto riguarda la prestazione di domenica, mi sono arrivate delle risposte positive: i ragazzi si sono espressi con disinvoltura, riuscendo a concretizzare tutto quello che abbiamo creato, a differenza di altre occasioni».
Pensa che possa essere questo uno dei limiti più grandi del Tertenia in questa stagione?
«Non c'è un punto debole particolare, così come non c'è un'arma migliore; sono aspetti che ci stanno quando si gestisce un gruppo giovane come il nostro.
Nello specifico, penso si tratti di un problema di concentrazione: contro il Siddi, ad esempio, non siamo riusciti a concretizzare due occasioni clamorose, con il pallone praticamente sulla linea di porta; la gara si è chiusa sullo 0 a 0 ma se fosse terminata 2 a 0 per noi penso non ci sarebbe stato niente di strano; stiamo parlando poi di un avversario di tutto rispetto, la squadra che mi ha impressionato maggiormente sul piano del gioco, anche se personalmente penso che dovrebbero parlare un po' meno in campo».
Nel prossimo turno affronterete la neo-capolista Escalaplano: che partita si aspetta?
«Per me tutte le partite sono uguali, ci prepariamo allo stesso modo a prescindere dalla posizione in classifica dell'avversario; il pallone è tondo, la partita dura novanta minuti e nel calcio può succedere di tutto, noi rispettiamo chiunque.
In un'intervista ad inizio stagione avevo previsto che non ci sarebbe stata nessuna squadra che sarebbe stata in grado di ammazzare il campionato; avevo tra le altre cose indicato l'Escalaplano tra le favorite per la vittoria finale; al momento il discorso è ancora apertissimo, mancano quattro giornate e si deciderà tutto all'ultimo, anche se il calendario del Siddi mi sembra un pochino più abbordabile.
Noi ci prepareremo per affrontare al meglio l'impegno, come abbiamo fatto sino ad ora: a loro va dato giustamente il merito per la posizione che occupano in questo momento, ma per noi non sarà assolutamente una partita particolare».
In queste ultime 4 gare lavorerete magari anche per individuare gli eventuali aspetti da migliorare in vista del prossimo campionato?
«Bisogna sempre ricordarsi che il mondo del calcio dilettantistico sta attraversando, alla pari di altri settori, un periodo delicatissimo, soprattutto dal punto di vista economico: l'obbiettivo del Tertenia è quello di lavorare con i ragazzi del posto; il nostro gruppo è composto, se si escludono tre-quattro persone, da giocatori del paese.
Abbiamo allestito una rosa molto giovane, con la media che è di appena 22 anni; il nostro secondo portiere ad esempio è del '97, in campo finisco i '96, i '95, i '94; abbiamo grossi margini di miglioramento, stiamo ottenendo risultati importanti, come conferma la salvezza di quest'anno, e vogliamo continuare su questa strada, cercando di far esordire più giocatori possibile provenienti dalla Juniores.
E' ovvio che in realtà come la nostra siano fondamentali quelle tre o quattro figure che aumentino il tasso di esperienza, ma per il futuro stiamo già lavorando; è stata una precisa scelta del Tertenia e credo proprio che sarà l'unica strada percorribile anche per la maggior parte delle nostre avversarie, visto che non ci sono molte risorse al momento per andare ad ingaggiare giocatori già affermati.
E' chiaro che vincere i campionati con sei o sette elementi che arrivano da altri centri non è molto utile, perchè non appena i soldi finiscono questi giocatori abbandonano il progetto e si deve necessariamente ricominciare da capo».
La lotta per la salvezza nel girone C è particolarmente spietata, con Ulassai e Osini che si giocheranno già a partire dalla prossima sfida le ultime chance per centrare la permanenza nella categoria.
«L'Osini non ha un calendario facile, continuando di questo passo probabilmente non ci sarà bisogno nemmeno dei play-out.
Giocare ad Osini non è comunque semplice, è un campo caldo e non sarà facile per nessuno; si giocheranno moltissimo nello scontro diretto con il Seulo, sarà la partita chiave.
E' un campionato combattuto, che sta rispettando le previsioni: anche le squadre di vertice rischiano ogni domenica di perdere contro compagini che occupano la parte bassa della classifica; penso comunque che sia un aspetto positivo, perchè non c'è niente di scontato e si combatte sino all'ultimo in tutte le partite; sicuramente non ci si annoia».
Come reputa il livello tecnico-tattico generale di questo girone?
«Sinceramente, squadre che giocano bene a calcio se ne sono viste poche; mi è piaciuto, come ti ho già detto, il Siddi, e mi ha impressionato molto il Sardara.
Noi ci esprimiamo al meglio quando affrontiamo delle squadre che prediligono l'aspetto tecnico e tattico; anche l'Escalaplano è da apprezzare, in questo senso.
Si punta troppo spesso sul risultato a tutti i costi, il tema della partita, il più delle volte, è 'palla lunga e pedalare'; il Seulo ad esempio gioca così, con Ghiani che cerca costantemente Pavel, un attaccante peraltro assolutamente straordinario, ma secondo me si potrebbe fare molto meglio, c'è ancora da lavorare, in questo senso.
Io penso che quando si semina bene, i frutti arrivano di conseguenza: tre quarti delle squadre che fanno parte di questo girone si affidano ancora troppo, a mio avviso, ai lanci lunghi e alle giocate individuali dei propri attaccanti».
Secondo Lei quanto influisce l'allenatore, a questi livelli, nel gioco di una squadra?
«In una categoria come la nostra influisce in parte, perchè la stragrande maggioranza delle rose sono composte da giocatori che non hanno più moltissimo da chiedere, oppure c'è un netto divario tra elementi di grande esperienza ed elementi molto meno esperti; la tattica in questi casi non può fare la differenza, anzi, è difficilissimo anche solo proporre certe idee e certi meccanismi.
Probabilmente, in futuro, quando le nuove generazioni matureranno, si avrà la possibilità, anche in Seconda Categoria, di migliorare sul piano del gioco e dello spettacolo, ma è necessario che il calcio fisico che conosciamo, vada, per così dire, in pensione.
Il ruolo dell'allenatore è comunque molto importante: deve ottenere il massimo dalla rosa che gli viene messa a disposizione, deve trovare un'organizzazione di gioco adatta alle caratteristiche dei singoli elementi.
Questo per me è il secondo anno sulla panchina di una prima squadra, visto che in passato mi sono occupato prevalentemente di settore giovanile: sono abituato a sviluppare un determinato discorso tattico contando soltanto sul materiale umano a mia disposizione; a tutti piacerebbe, ad esempio, avere il possesso palla del Barcellona, ma non sempre è possibile; se non si hanno giocatori con quelle caratteristiche tecniche bisogna escogitare qualche altra soluzione».