Latte Dolce, Daga: «Campionato equilibrato, non molliamo la presa»
Terza gara da titolare su dieci presenza per Giuseppe Daga, protagonista insieme con i compagni del Sassari Latte Dolce della netta vittoria di domenica (3-0) nel derby contro il Budoni, primo match del 2019. Come nella gara d'andata, il difensore biancoceleste classe 1998 è stato impiegato dal tecnico Stefano Udassi nei tre centrali (per l'assenza di Antonelli, portato comunque in panchina) e si è disimpegnato molto bene. «Le difficoltà maggiori della gara col Budoni erano legate all'approccio iniziale all'avversario e al match. In questo campionato bisogna entrare in campo concentrati e rimanere così per tutti i 90', non puoi distrarti un solo minuto se vuoi portare a casa la posta in palio. Dopo la pausa natalizia ho ritrovato una squadra in ottime condizioni, avevamo voglia di tornare a giocare assieme e di dare il massimo per ottenere il meglio possibile. La forza della nostra squadra è che siamo tutti uniti e compatti, frutto della formazione di un gruppo solido che poggia su giusti e consolidati equilibri. Ci diamo una mano tutti, nessuno escluso, perché è così che bisogna fare».
I biancocelesti sono terzi ad un punto dal Trastevere e quattro dal Lanusei. Il prossimo impegno sarà in anticipo al sabato, in trasferta, contro la Lupa Roma: «Stiamo affrontando un campionato equilibrato, ci sono moltissime squadre organizzate e costruite per i playoff, per tentare il gran salto. Non ci sono partite facili e non è assolutamente scontato dirlo. La Lupa Roma non attraversa un buon momento e vuole tirarsi fuori dalla palude del fondo classifica. Sicuramente hanno bisogno di punti, ma i punti servono anche anche noi: non molliamo la presa, non molliamo di un centimetro». Daga parla anche della sua stagione, con meno minutaggio rispetto al recente passato: «Quest'anno sto giocando meno ma ho la consapevolezza che in questo progetto siamo tutti titolari e non ci sono riserve. Bisogna sempre farsi trovare pronti perché nel calcio non si gioca solamente in undici e qualunque elemento, anche chi sta in panchina, può e deve essere importante. Può e deve essere determinante».