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Argiolas racconta il Montegranaro: «Squadra affiatata, grande società e mister Jaconi fa la differenza»
La punta cagliaritana: Latte Dolce? Uniti e fisici

Argiolas racconta il Montegranaro: «Squadra affiatata, grande società e mister Jaconi fa la differenza»

C'è un sardo di Cagliari nella via che porta alla serie D per il Latte Dolce. Il Montegranaro guidato da Osvaldo Jaconi ha la sua punta di diamante in Fabio Argiolas, classe 1983, cresciuto nelle giovanili del Cagliari e poi esploso nell'Atletico, prima di passare al Quartu 2000, Selargius e, l'anno scorso, diviso tra Sant’Elia e Castiadas. Ma nelle Marche è di casa dopo le ottime stagioni con la maglia della Civitanovese (2009-10) e Ancona (2010-11). Come i sassaresi anche il Montegranaro è arrivato in finale con un doppio pareggio (contro il Pesciauzzanese) ma quelli della squadra di Jaconi sono stati entrambi senza reti. Perciò si è dovuti ricorrere ai calci di rigore e, proprio Argiolas, ha tirato quello decisivo del 4-3: «Segnare un gol così decisivo non può che essere una grande gioia». Arrivato dopo tanta lotta: «Contro il Pescia sono state partite intense soprattutto sotto il profilo tattico. Ma non abbiamo quasi mai sofferto e tutti abbiamo dato il nostro contributo».

Il Montegranaro di mister Jaconi - Una squadra, quella del Montegranaro, che Argiolas definisce «affiatata e con alle spalle una grande e solida società. Poi c'è il mister che fa la differenza». Osvaldo Jaconi è un tecnico esperto dal grande curriculum sulle spalle, è stato l'artefice del miracolo Castel di Sangro portato dalla serie C2 fino alla B (con salvezza) a metà degli anni Novanta, poi ha raggiunto la cadetteria con Savoia e Livorno e allenato in serie C in piazze importanti come Catania, Lucchese, Ravenna, Novara. «Prima di tutto è un grande uomo - dice la punta cagliaritana - Lo stimo umanamente e professionalmente, cura ogni dettaglio, anche le cose più piccole. Parliamo di un grande allenatore e io con lui ho un bellissimo rapporto». Si sono incrociati quando Argiolas giocava nel Selargius (2008-09) e sconfisse la Civitanovese proprio nella finale playoff di Eccellenza. I marchigiani di Jaconi furono ripescati e l'attaccante giocò in serie D con i marchigiani. Ora spera di essere promosso direttamente dopo una bella stagione chiusa al terzo posto: «È stato un campionato difficile, trovare squadre forti come il Matelica è stata una sorpresa. Non ci aspettavamo vincesse. Il nostro obiettivo era di arrivare tra i primi tre posti e l'abbiamo raggiunto lavorando con intensità tutto l’anno. Abbiamo tutti la stessa mentalità e una grande intesa tattica».

 

Il ritorno in Sardegna da avversario - Un po' come il Latte Dolce che di coesione, fame e organizzazione tattica fa i suoi punti di forza. La matricola ha sorpreso tutti, Argiolas compreso: «Pensavo magari di dover incontrare il Muravera negli spareggi, non ho visto il Latte Dolce giocare ma sappiamo che è una squadra molto atletica, fisica e molto compatta. Un bel gruppo. Il loro capitano, Omar Delizos, l'ho incontrato quando giocavo nelle giovanili del Cagliari e lui era alla Torres. Un ottimo attaccante, come Usai che ha fatto tanti gol ed è stato il capocannoniere del campionato». Primo round a Montegranaro, il ritorno a Sassari. Una doppia sfida contro una squadra sarda che per Fabio Argiolas è particolare: «Certo giocare in Sardegna con un'altra maglia fa sempre un po’ di effetto ma sono molto sereno, affronto questa partita in maniera molto tranquilla». L'anno scorso col Castiadas, l'attaccante cagliaritano ha potuto conoscere il livello del campionato, un po' abbassatosi specie con la regola dei quattro giovani: Il livello nell'Eccellenza marchigiana è un po’ più alto, sotto l’aspetto tecnico e tattico. Ma quello che fa veramente la differenza è l’organizzazione, ci sono società organizzate in tutto e per tutto, dalla prima all’ultima della classe. In Sardegna a questo livello c’era solo l’Olbia».

In questo articolo
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2012/2013
Tags:
Sardegna