«Mi aspettavo un San Giorgio più combattivo»
Berchidda da primato, Degortes:«Volevamo la testa della classifica a tutti i costi»
Il Berchidda supera con un netto 3 a 0 il San Giorgio Perfugas nel recupero del match, disputatosi mercoledì sera e valido per l'ottava giornata, agganciando in vetta alla classifica l'Andrea Doria: è sicuramente questa la notizia più eclatante della settimana per quanto riguarda il girone H.
Gli uomini guidati da Degortes, dopo la sconfitta subita all'esordio contro i ragazzi terribili di Leoncini, vera grande rivelazione del campionato, hanno saputo collezionare una striscia di risultati positivi che dura ormai da nove giornate, con sette vittorie e due pareggi: il 28 ottobre, al termine della settima giornata, il distacco dalla capolista Andrea Doria era di 4 punti; dopo quindici giorni il gap è stato azzerato.
Già dall'anticipo di domani, contro la Brunellese, il Berchidda ha quindi la possibilità di schizzare in vetta alla classifica in solitaria, per tentare già la prima grande fuga della stagione.
Mister Degortes, venite dall'ottimo tre a zero con cui avete superato il San Giorgio Perfugas nel match di recupero: si è trattato di una vera e propria dimostrazione di forza, un chiaro messaggio per tutti i vostri avversari; il Berchidda sta bene, è in testa alla classifica e ha tutta l'intenzione di rimanerci.
«Sono molto soddisfatto, perchè abbiamo espresso un buon gioco e, quello che più conta, abbiamo fatto divertire la gente.
Non ci aspettavamo di strappare una vittoria in questo modo, avevamo messo in conto di soffrire probabilmente un pochino in più di quello che poi effettivamente è stato: abbiamo tenuto il pallino del gioco in mano dall'inizio alla fine, ci aspettavamo un San Giorgio più combattivo, sinceramente; a questo punto non so se siamo stati troppo bravi noi o se loro hanno trascurato qualcosa.
Sono soddisfatto soprattutto perchè siamo riusciti a non subire gol, è stato molto importante».
C'è qualcosa che l'ha convinta particolarmente della prestazione di mercoledì?
«Ieri siamo entrati in campo con grandissima determinazione, perchè volevamo prenderci a tutti i costi la testa della classifica: oltre ad esprimerci molto bene, siamo stati bravissimi sotto il profilo caratteriale.
E' un risultato nato negli spogliatoi: è stato fondamentale l'atteggiamento con cui abbiamo preparato la partita e soprattutto come l'abbiamo affrontata».
Dopo il passo falso all'esordio, avete collezionato nove risultati utili consecutivi.
Qual è il segreto di questa incredibile continuità, che al momento sta facendo la differenza tra voi e le vostre dirette avversarie?
«Sicuramente abbiamo imparato molto dalla grande sofferenza dell'anno scorso: io mi son seduto su questa panchina con la squadra che aveva 0 punti in classifica dopo 11 partite; ho cercato di analizzare tutti i problemi per risolverli al meglio ma dopo due settimane la situazione era immutata.
Mi accorgevo comunque che il materiale tecnico che avevo a disposizione era validissimo; il lavoro maggiore andava fatto sulla testa dei giocatori: in quel momento erano come dei pulcini bagnati, dei ragazzi spaventati che non riuscivano più a divertirsi.
Proprio dal punto di vista del divertimento, che poi è l'aspetto che più conta visto che stiamo sempre e comunque parlando di un gioco, ho ottenuto le soddisfazioni più grandi: nonostante il campionato si sia concluso con un'amarissima retrocessione, all'ultimo allenamento c'erano 22 ragazzi; in quel momento ho capito che i giocatori avevano davvero imparato qualcosa da quell'esperienza, e quest'anno stiamo raccogliendo i frutti.
Ho la fortuna di allenare un gruppo compatto, dove sia i ragazzi più giovani che gli elementi più 'anziani' lavorano sodo e dimostrano di avere grande affinità e grande unità d'intenti: è la premessa fondamentale per raggiungere risultati importanti e perchè no, per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, visto che l'anno scorso forse siamo stati ingiustamente criticati; la mia è una squadra particolarmente rancorosa che si ricorda benissimo tutto quello che è stato detto in passato, quest'anno l'impegno è ancora più grande anche per questo.
Io ripeto sempre ai miei ragazzi che nel calcio, più che l'aspetto tattico o mentale, è importante il divertimento: più ci divertiamo e più sarà difficile per l'avversario batterci; non c'è nessun segreto».
Sino a questo momento, stiamo assistendo ad un campionato estremamente equilibrato, con sette squadre nel giro di sei punti; si è già fatto un'idea su quali saranno le avversarie che vi daranno più problemi?
«Le squadre che si contenderanno la promozione diretta dovrebbero essere, a mio parere, almeno 4 o 5: per il momento noi abbiamo affrontato il Monte Alma, davvero una bella squadra, che gioca un ottimo calcio, e siamo riusciti a superarli; abbiamo giocato contro il Golfo Aranci, ottima squadra con un'intelaiatura davvero importante e giocatori di categoria superiore, e gli abbiamo battuti; il San Giorgio Perfugas, nonostante le difficoltà che sta attraversando, viene da due anni assolutamente fantastici, in cui ha sfiorato la promozione in Prima; quest'anno volevano ripetere le buone cose messe in mostra in passato ma hanno qualche problema a livello fisico, piuttosto che mentale, ma sono convinto che si riprenderanno.
Sabato incontreremo la Brunellese, squadra che fa dell'organizzazione di gioco la sua arma migliore, con un allenatore molto preparato; domenica scorsa abbiamo superato la Mediterranea, altra squadra molto tosta, disputando peraltro una buona partita».
Probabilmente l'unico neo del vostro campionato è rappresentato dalla sconfitta contro l'Andrea Doria, che si trova attualmente al primo a pari punti con voi.
«L'Andrea Doria è una di quelle squadre che io reputo adatte alla categoria: probabilmente non hanno un organico di gran livello ma con il carattere, con le idee e con un grande tecnico come Leoncini, che è stato sempre un leader in tutte le situazioni in cui ha allenato, riescono a sopperire al massimo alle eventuali carenze e a fare bene come in effetti stanno facendo.
La loro forza si basa proprio sul carisma e sulla competenza del mister; soprattutto poi si sono calati alla perfezione in questa realtà, con il giusto atteggiamento e la giusta determinazione.
Sarà il campo comunque a dare l'unico verdetto che alla fine conta».
In che condizioni vi presentate alla prossima sfida contro la Brunellese?
Vi peserà, a livello fisico e psicologico, il fatto di giocare 3 gare nel giro di sette giorni?
«Io ho la fortuna di avere a disposizione 20 giocatori, tutti titolari: ho grandissime difficoltà, ogni domenica, a fare la formazione.
Dico sempre ai ragazzi che nel Berchidda non ci sono riserve, ma questa non è la classica sviolinata che si può fare ai giocatori per tenerli sempre sulla corda; non mi sono mai nascosto quando alcuni addetti ai lavori indicavano la nostra squadra come una delle più attrezzate.
Sia che giochi Dau, piuttosto che Puggioni, o Spano o Sanna non cambia niente: il livello è sempre altissimo; così in ogni zona del campo.
Al momento questo aspetto è la nostra arma migliore».