Sale il coro dei no, ma c'è anche chi è d'accordo
In campo il 29 dicembre: monta la polemica
La decisione presa dal Consiglio Direttivo del comitato regionale della Figc, presieduta da Andrea Del Pin, di rinviare tutte le gare in programma nello scorso weekend a causa degli enormi danni provocati dal ciclone Cleopatra è stata accolta favorevolmente da tutto il mondo del calcio dilettantistico sardo, e non solo: si è trattato, come più volte sottolineato, di un grande gesto di buon senso, necessario e doversoso, considerando la gravità della situazione che la Sardegna ha dovuto affrontare.
Desta però non poche perplessità la scelta di recuperare le gare nell'ultimo fine settimana del 2013, sabato 28 dicembre e domenica 29, a cavallo tra le festività natalizie e quelle di Capodanno, un periodo delicatissimo in cui tantissime società, in particolare quelle impegnate nel campionato di Prima e Seconda Categoria, potrebbero trovarsi con le rose ridotte all'osso, per via delle vacanze, e con una forma fisica precaria.
Il primo a lanciare l'allarme è stato Giuseppe Panarello, tecnico dell'Atletico Elmas impegnato nel campionato di Seconda Categoria, girone B: «I ragazzi che giocano in Seconda non percepiscono rimborsi, lo fanno solo per passione: sarà difficilissimo per me convincerli a rinunciare a qualche giorno di vacanza.
La cosa che più mi preoccupa però è che non ci sarà materialmente il tempo per allenarsi, considerando che le festività natalizie quest'anno capitano proprio a metà settimana; dobbiamo rinunciare anche al consueto richiamo di preparazione».
Dello stesso avviso è Luca Pira, che guida la classifica nel girone E con il suo Atletico Bono:
«E' stato assolutamente giusto far slittare il campionato di una settimana, ma se si potesse scegliere, preferirei non scendere in campo il 29 dicembre.
I ragazzi sarebbero più propensi ad eliminare la pausa di Pasqua anticipando al sabato la partita di campionato.
Dobbiamo considerare che quest'anno si scende in campo anche il 5 gennaio: in pratica ci troveremo a giocare nei giorni festivi, e per chi fa calcio nelle nostre categorie diventa una cosa ingestibile.
Sono convinto che con un po' di dialogo si possa arrivare ad una soluzione giusta per tutti».
Sulla stessa lunghezza d'onda, anche Antonio Dettori, allenatore del Caniga:
«Sono perfettamente d'accordo, è assurdo giocare il 29 dicembre.
Penso che non sia giusto – continua il tecnico - in quanto non ci sono i tempi per allenarci al meglio: Natale quest'anno cade di mercoledì, ci rimane solo venerdì 27, e il 29 si scende in campo; si rischia di rimediare dei brutti infortuni e di non prepararsi al meglio.
Non capisco proprio perchè non si sia utilizzata la pausa di fine febbraio».
Matteo Ciccu, presidente dell'Atletico Marrubiu, va controcorrente e getta invece acqua sul fuoco delle polemiche:
«La scelta è forse inadeguata e penalizza soprattutto chi ha squadre composte da giocatori giovani, non retribuiti.
Non è facile in quei giorni trovare il tempo per allenarsi, è pesante; però stavolta c'è poco da dire: se riteniamo che fosse giusto non giocare domenica scorsa non possiamo lamentarci per la data del recupero.
Non siamo professionisti, ci adegueremo e accetteremo qualsiasi tipo di risultato».
Netta la posizione del presidente del Meana Sardo, Giampaolo Carboni, che difende a spada tratta la decisione del comitato:
«E' stata la soluzione migliore che potessero prendere, considerando che recuperare le gare durante la settimana avrebbe comportato disagi maggiori, senza considerare tutti i costi aggiuntivi».
Durissima invece la replica che arriva dallo Stintino: «Il campionato non lo avremmo fermato ne il 28 dicembre, ne a carnevale e neppure a Pasqua; in quest'ultimo caso avremmo anticipato la gara al sabato.
Così facendo il torneo si allunga inutilmente, ma i giocatori precepiscono ugualmente lo stipendio anche se il campionato è fermo per festività».