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Caos Carloforte, cacciato il capitano Cau e Poncellini sbatte la porta: «I giocatori non sono figurine e io non ho la faccia di cartone»
Il tecnico sul presidente: Non mantiene la parola

Caos Carloforte, cacciato il capitano Cau e Poncellini sbatte la porta: «I giocatori non sono figurine e io non ho la faccia di cartone»

Il capitano viene mandato via? Allora se ne va anche l'allenatore. Accade questo al Carloforte, squadra terza in classifica nel girone B di Prima categoria. Dopo il pareggio a Barumini per 0-0 di domenica scorsa, che ha fatto scivolare i tabarchini a -7 dalla vetta (Villacidrese) e -6 dai playoff (Senorbì), il presidente del club Giuseppe Buzzo ha dato il benservito a Fabio Cau, capitano dei rossoblù, l'uomo più esperto con tantissimi campionati di Eccellenza alle spalle con le maglie di Carbonia, Monteponi e Arbus, e Luca Todde, centrocampista del '94. Le due mosse sono state inaspettate e assolutamente non gradite al tecnico Walter Poncellini, che ha portato alle sue dimissioni. L'allenatore di Gonnesa, chiamato alla quarta giornata in sostituzione di Cambiaggo per risollevare la squadra, spiega: «Sono di fronte a dimissioni indotte, dopo la gara di domenica mi hanno mandato a casa Fabio Cao, capitano storico da sempre serio più Todde».

 

Il capitano Fabio Cau e il tecnico Walter PoncelliniPerché via i due giocatori? «Perché il presidente si è ritenuto offeso, ma è un pretesto, dal fatto che la settimana prima mi ero dimesso sempre per una faccenda lagata ai giocatori. Avevo perso Nicola Marongiu (partito in Australia a fare l'ingegnere, ndr) e abbiamo cercato sul mercato un giocatore che lo sostituisse trovando Gianluca Cro, difensore ex Cagliari, l'anno scorso ad Arzachena ed ex Torres. Sono stato autorizzato dal presidente a concludere l'operazione salvo poi tornare indietro improvvisamente sui suoi passi. Gli ho detto: "Vuoi vincere, troviamo un giocatore bravo e poi mi bruci la parola? Io non ho la faccia di cartone". E mi sono dimesso. Al che è intervenuto Fabio Cao dicendo: "Se non c'è più il mister, io resto a casa". La situazione si è ricomposta, infatti domenica Cro ha anche giocato, poi la nuova presa di posizione del presidente per gli altri due giocatori. Ho detto basta. Ma dove sono finito? Nell'Isola che non c'è con "Peter Pan" Ferrero che neanche esiste? Il presidente vuole vincere ma non si può con un calcio da oratorio, la mattina dice una cosa e la sera ne fa un'altra. Non ha niente a che vedere coi presidenti storici come Agostino Stefanelli o il cavalier Puggioni, Carloforte è una piazza storica nella quale hanno giocato Tore Puggioni, Massimo Pala, Andrea Comparetti, Tore Napoli, Rivano e tanti altri».

 

Walter Poncellini poi snocciola qualche dato: «Sono arrivato dopo 4 giornate con la squadra quartultima con 4 punti, 6 gol fatti e 7 subiti, una rosa di 18 giocatori di cui 9 rotti. Ho rimesso in sesto un gruppo malmesso; oggi dopo 18 partite, di cui 9 vinte, 8 pareggiate e solo 1 persa, siamo terzi con una prospettiva interessante nelle 8 giornate che mancano e con uno scontro diretto col Senorbì fra due settimane. Senza contare che la Villacidrese in casa sua ha pareggiato al 94' in una mischia furibonda dopo che gli avevano fischiato nel finale punizioni su punizioni. A Villanovotulo abbiamo subito il 4-4 ancora al 94' con l'ennesima punizione contro e una mischia in area. In casa col Tratalias arbitrava un ragazzino di 18 anni che ci ha annullato tre gol e non dato un rigore. Il presidente ha fatto una scelta suicida, ho allenato 34 giocatori finora, la differenza tra noi e le nostre avversarie è che ho rifatto la squadra tra dicembre e gennaio mentre Villacidrese e Senorbì giocano con gli stessi giocatori rispetto a quando sono arrivato a Carloforte. In campo, solo 4 su 11 sono gli stessi che giocavano a ottobre, ho 8 giocatori nuovi tra quelli rientrati per infortunio e altri arrivati col calcio mercato. Sono felice del lavoro fatto, da un lazzaretto è venuta fuori una squadra, sono dispiaciuto per il gruppo dei giocatori locali che si vede scippare la raccolta dei frutti». 

 

Poncellini è stato un centrocampista di grande temperamento, ha giocato tra l'altro nella Tharros, Ariete Solanas, Monteponi, Carbonia, Fermassenti, La Palma Cagliari, e ha sempre tenuto alti i valori etici: «Quello che non tollero nel calcio di oggi - dice il 48enne tecnico - è che il giocatore sia trattato come una figurina che, da un giorno all'altro, il presidente può decidere di strappare e lasciare a casa. Il presidente è come un datore di lavore e il giocatore non può garantire risultati ma solo impegno e lavoro, mandare a casa le persone non esiste, specie se si dimostrano serie». Ciò non vuol dire che si possano fare operazioni di mercato in entrata e uscita: «Gli accordi si fanno sempre in due, se la società vuole cambiare i protagonisti allora si concorda la strategia con l'allenatore, alla vigilia del calciomercato non ti vieta nessuno di modificare la rosa, basta dire ai giocatori: "Tra 10 giorni cercati squadra perché abbiamo altri obiettivi. E aggiungo che questo di lasciare a terra la gente, senza calcio per sei mesi, in altri tempi, qualcuno doveva preoccuparsi. Ora sono tutti più "buoni"».

 

La rottura è di quelle insanabili: «Certo che sì, perché sono io quello offeso, non esiste proprio. L'idea di andare al campo senza il mio capitano, il più serio in assoluto, quello che ad agosto c'era ad allenarsi quando erano in 7. Ho messo su uno staff di amici, col massofisioterapista Pusceddu abbiamo guarito i giocatori e rimessi in condizione chi non aveva manco fatto la preparazione facendo un lavoro disumano e ora ci ritroviamo costretti a non raccogliere frutti, È stato fatto un miracolo sportivo purtroppo non riconosciuto e buttato all'aria sul più bello. Arrivavamo nella parte cruciale del campionato con una squadra fresca, composta da elementi che hanno giocato un girone o chi ha saltato 12 gare come Guarino che si è rotto alla terza giornata ed è tornato alla prima di ritorno. Avevamo recuperato Lazzaro, Puggioni è venuto con ginocchio ricostruito e ha dato il suo contributo al 50%, purtroppo aveva un impegno precedente e non c'era a Barumini». Poi rivela uno dei paradossi del Carloforte: «Non c'è la Juniores ma solo gli Allievi che però hanno un presidente diverso e non danno i giocatori alla prima squadra perché loro fanno un campionato fondamentale, gli Allievi provinciali. Rinuncio ai soldi e alle soddisfazioni sportive per stare al fianco di giocatori mandati via senza motivo». 

 

Vien da pensare il perché Walter Poncellini abbia accettato l'offerta del Carloforte: «Il calcio è la mia vita. L'anno scorso ho ripreso contatto col calcio dando una mano all'amico Giagio Medda all'Atletico Narcao. Mi avevano chiamato altre squadre ma ho detto sì al Carloforte per legami affettivi forti, lì ho insegnato, ho vinto i campionati studenteschi, ho vinto in Prima categoria e poi salvati in Promozione con tutti carlofortini in campo. Il presidente ha sognato di vincere e mi ha coinvolto, io ci ho messo entusiasmo e tanto piacere però poi leggo una sua intervista dove dice che in 4 o 5 anni vuole portare il Carloforte in Eccellenza quando fa progetti settimanali visto che ad Assemini, alla prima di ritorno, se non avessimo vinto mi avrebbe esonerato dopo 11 partite e 1 gara persa. Alcuni dirigenti si erano dimessi per mettere alle strette il presidente Buzzo per indurlo a cacciarmi, io non avevo supporto e sono andato per la mia strada, ma non tollero che dentro lo spogliatoio si trattino i giocatori come numeri e non valgano più certi valori, come la lealtà e il sacrificio e si torni indietro di anni parlando di gruppi di giocatori forestieri. Nello sport, per fortuna, esiste un po' di meritocrazia, ci sono categorie per tutti i giocatori, se non ti fa giocare un allenatore ne troverai un altro pronto a schierarti, poi hai a che fare con alcuni che se metti in panchina ti dicono che se ne stanno a casa mente quelli più seri vengono visti come fumo negli occhi. Per me disturba chi non è serio, questi aspetti del calcio li conosco, ho imparato a mangiare merda, ora ci provo ma non riesco a fare calcio senza persone serie».  La squadra è stata riaffidata a Massimo Comparetti, che aveva lasciato l'incarico prima dell'inizio del campionato, ma con il mister Poncellini sono andati via anche Nicola Cossu (ex Carbonia) e l'ultimo arrivato Cro oltre agli epurati Cao e Todde.

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2014/2015
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Sardegna
8 Ritorno
Girone B