Il mister: «Orione rimontato con cuore e orgoglio»
Costa fa centro al primo colpo: «Allenare i miei ex compagni è stato facile, la Villacidrese merita più della Promozione»
Cuore, orgoglio, qualità. La Villacidrese ha messo tutto questo in campo nello spareggio vinto in rimonta per 2-1 contro l'Orione 96 che ha regalato la Promozione alla squadra di Daniele Costa una settimana dopo lo spareggio perso contro il Senorbì. Una delusione cancellata con l'impresa sul campo di Samassi con i mediocampidanesi sotto di un gol e di un uomo al 50' (espulso Surano) ma capaci di agguantare il pari con Vaccargiu e di piazzare il sorpasso, in modo fortunoso, con l'autorete del selargino Cocco. «L'Orione è una squadra molto valida ed attrezzata - dice mister Costa - a nomi molto più superiore a noi però come contro il Senorbì siamo stati penalizzati da un episodio, invece domenica scorsa l'esser rimasti in dieci ci portato bene, non era facile ma i ragazzi ci hanno messo cuore e orgoglio». E aggiunge: «Se un giocatore non ha carattere non può fare calcio. A parte i mezzi tecnici, nel dilettantismo conta soprattutto il cuore e la voglia di dimostrare in ogni allenamento che con dedizione e impegno si arriva a raggiungere i risultati, a me il carattere non manca nel bene e nel male, da calciatore ce l'avevo e me lo sono portato ora da allenatore».
Una rimonta arrivata anche con l'azzardo di schierare la difesa a tre per non perdere uomini a centrocampo e all'attacco. «La mia filosofia non è certo quella di andare in campo a coprirmi - continua il tecnico dei biancocelesti - passando a tre dietro rischiavo sicuramente il 2-0 ma è meglio giocare 20' rischiando di vincere la partita, come poi abbiamo fatto, più che essere rinunciatari. I ragazzi mi odiano perché cerco da loro il massimo anche quando non ce n'è più e alla lunga, facendo tantissimi allenamenti, si è vista anche una condizione fisica assolutamente straordinaria». Il giovane allenatore classe 1986, l'anno scorso capitano della squadra che Carracoi ha portato in Prima, ha fatto subito centro alla prima esperienza in panchina, stupendo insieme ad un gruppo di giocatori compatto: «Ringrazio la società per avermi dato quest'opportunità, fare però tre anni di settore giovanile ti forma, io ho soltanto da imparare ma allenare i miei ex compagni è davvero facile. Loro hanno fatto il massimo durante la stagione, eravamo una matricola e avevamo gli stessi uomini che sono saliti dalla Seconda. Tutti si aspettavano la Villacidrese come blasone e come società dai trascorsi importanti e che negli anni scorsi ha fatto il professionismo, gli avversari ci hanno perciò affrontato con una voglia particolare, come è normale che sia. Villacidro ha fatto onore allo sport, nel calcio ma anche nel ciclismo con Fabio Aru, a noi ci riempie d'orgoglio far parte di una squadra che merita anche più della Promozione».
Per la Villacidrese non era facile ingoiare il rospo dopo la sconfitta per 1-0 nello spareggio per il primo posto contro il Senorbì e la più ghiotta occasione sprecata all'85'. «Quando si perdono gli spareggi, soprattutto con l'unico tiro in porta degli avversari e un rigore sbagliato a 5' dalla fine, c'è l'amaro in bocca - ammette Costa - Ho stretto le mani ai giocatori del Senorbì e al loro allenatore, rinnovo i complimenti perché meritavano di vincere il campionato avendo fatto 40 punti nel girone di ritorno e credo che sia giusto che siamo saliti tutt'e due». Tutti bravi gli ex compagni del mister con menzione particolare al portiere Pisano, ex Selargius, che ha evitato più volte che l'Orione segnasse il gol che poteva mettere fine alla contesa. «Con Gemiliano mi arrabbio perché gioca in queste categorie quando è un portiere che in serie D invidiano tanti, È un ragazzo di cuore, che si è calato nella parte dall'anno scorso, c'è da dirgli solo bravo e fargli complimenti. Che vorrei estendere a tutta la squadra e, soprattutto, ai giovani che ai più sono sconosciuti ma non per me che li reputo grandiosi, vengono dalle giovanili e l'anno scorso trovavano poco spazio mentre quest'anno li ho impiegati tutti. Il giocatore che ha meno presenze ne ha sommato 15, il gruppo è partecipe alla vittoria ed è più bello quando avviene in questo modo». La dedica di questo trionfo è scontata: «Ai giocatori, dal primo all'ultimo, ma anche ai dirigenti e a chi ha collaborato per costruire la squadra. La dedica personale va invece alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e anche a mia madre, che ora non c'è più ma che credo sia molto felice del risultato che ho ottenuto». Infine il pubblico, il dodicesimo uomo in campo che contro il Senorbì è mancato per la decisione del prefetto di Cagliari di giocare lo spareggio a porte chiuse: «Il nostro pubblico ha tirato fuori tutto quello che avrebbe voluto tirar fuori col Senorbì, ci ha sempre sostenuto con sacrificio ed entusiasmo che poi è stato trasmesso ai giocatori».