«Questi giovani rappresentano il nostro futuro»
Epilogo felice per il Macomer, Atzori: «Stagione costellata dai problemi, ma la reazione è stata fantastica»
Il Macomer non poteva assolutamente sbagliare, e così è stato: lo spareggio play-out andato in scena domenica contro il Santa Giusta ha legittimato, quasi come se si trattasse di un dettaglio, la salvezza in favore degli uomini guidati da mister Lello Atzori, i quali avevano chiuso la stagione regolare con un vantaggio di nove punti nei confronti dei diretti inseguitori e una migliore differenza reti negli scontri diretti ma sono stati costretti a sudare per altri 90 minuti, al cospetto di un avversario che ha tenuto decisamente bene il campo per gran parte della sfida, per poi arrendersi soltanto nel finale.
«E' andata decisamente bene – ammette Atzori -, una vittoria meritata, senza dubbio, anche se nel primo quarto d'ora abbiamo sofferto più del previsto. La squadra è scesa in campo con un pizzico di apprensione di troppo, con il passare dei minuti però ci siamo sciolti, riuscendo a guadagnare terreno: peccato solo per le tante occasioni non concretizzare, anche se c'è da dire che la partita era decisamente equilibrata; noi provavamo a mantenere il pallino del gioco, ma il Santa Giusta contrattaccava con rapidissime ripartenze».
Il rigore a dieci dal termine ha messo definitivamente le cose al sicuro:
«Un fallo netto, non credo ci sia molto da aggiungere. Il raddoppio di Uras, al novantesimo, ha chiuso un discorso che comunque si era già abbondantemente messo nel binario giusto».
I nove punti di distacco e la miglior differenza reti negli scontri diretti non sono bastati:
«Anche gli avversari – continua il tecnico – hanno ammesso che si tratta comunque dell'epilogo migliore, in questo senso; una cosa che gli fa onore, ed è bello poterlo ribadire».
Vi siete lasciati alle spalle una stagione decisamente impegnativa, rimessa in piedi soltanto nel finale: fondamentali quelle tre vittorie consecutive.
«Rispetto all'anno scorso abbiamo dovuto un po' ridimensionare il progetto, principalmente per problemi di budget, preferendo puntare sui ragazzi del posto.
Eravamo comunque consapevoli di aver costruito comunque una squadra competitiva, anche se non si poteva correre ovviamente per vincere il campionato: a ranghi completi, tuttavia, ci saremmo potuti togliere diverse soddisfazioni».
La realtà, invece, è stata ben diversa:
«I problemi sono stati molteplici: acciacchi di natura fisica, questioni personali, legate principalmente al lavoro, e così via. I ragazzi però sono stati eccezionali, e hanno affrontato le difficoltà a testa alta: non pensavamo comunque di arrivare a giocarci la salvezza ai play-out, sinceramente, e dopo un po' è subentrata la paura.
Ci siamo trovati in una situazione decisamente scomoda, nonostante avessimo tre o quattro elementi di personalità. Nell'ultimo mese siamo riusciti a raddrizzare la situazione, raggiungendo l'obbiettivo minimo, grazie alla compattezza di questo gruppo».
Il tecnico non si è mai tirato indietro, nemmeno nei momenti più delicati:
«Sono abituato ad affrontare situazioni difficili, anzi, a dire il vero non ho mai avuto tante possibilità di lavorare con squadre estremamente competitive, costruite per puntare in alto.
E' stato difficile, ma anche estremamente soddisfacente: sono stato costretto ad escogitare soluzioni alternative, mandando in campo diversi ragazzi classe '98, la cosa più bella, al di la poi dei risultati.
Io penso comunque che un discorso incentrato sui giovani rappresenti la risorsa migliore per la società: hanno a disposizione un bacino importante in vista del futuro, e a Macomer stanno lavorando proprio in questa direzione».
Atzori divide questo importantissimo successo in parti uguali:
«In primis con mia moglie (ride), glielo devo, perchè sopporta la mia passione e il mio impegno per il calcio senza farmelo mai pesare. Un ringraziamento particolare va infine a tutti i ragazzi: si meritano questa salvezza, perchè mi hanno seguito sempre, anche quando le acque erano agitate; un discorso che riguarda soprattutto quelli che hanno giocato meno, accettando scelte che potevano apparire, talvolta, anche ingiuste; proprio per questo dico che sono stati splendidi».