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Daniele Delogu, centrocampista, Thiesi
Il tecnico: «Gruppo formato da grandi uomini, Marras è un esempio»

Il Thiesi ritorna in Promozione, Rassu: «Piazza esigente, vincere qui non è mai facile; la pressione ci è servita da stimolo»

Il Thiesi ritorna, davvero con il botto, in un palcoscenico prestigioso come la Promozione, e lo fa passando dalla porta principale, peraltro in netto anticipo rispetto al termine ufficiale della stagione, grazie ad una cavalcata a dir poco strepitosa. I nero-verdi hanno messo in fila numeri formidabili: sulle 28 gare disputate sino ad ora, infatti, sono arrivate 20 successi e 4 pareggi, per un totale, ancora parziale, di 64 punti, ma il dato più sbalorditivo si trova sotto la voce gol subiti, appena 16, per la migliore difesa in assoluto della categoria, anche se per completare l'opera, in questo senso, mancano ancora 180'.
E' tanta la soddisfazione, difficile pensare il contrario, visto le premesse, per mister Gianmario Rassu, che ha saputo tirare fuori il massimo da un gruppo forte e ben assortito, allestito in estate con il chiaro intento di sbaragliare la concorrenza. Ma nel calcio, si sa, non sempre la squadra favorita poi riesce a confermarsi in testa: l'ultimo verdetto, come si ripete spesso in questi casi, spetta in definitiva al campo, che non mente mai: onore ai vincitori dunque, che ora possono godersi, come è giusto che sia, la meritatissima festa.
Per la certezza matematica è risultato decisivo il pari di domenica scorsa strappato in casa dell'Olmedo.

«Una gara che abbiamo preparato come tutte le altre — assicura Gianmario Rassu —, con i nostri tre allenamenti settimanali, con grande concentrazione e soprattutto con il massimo della serietà e della professionalità. Eravamo consapevoli che bastava un punto per centrare il nostro traguardo, ma siamo scesi in campo anche con il chiaro intento di non subire gol: ci teniamo a concludere la stagione con la miglior difesa di tutti i campionati».
Intanto i festeggiamenti per il ritorno in Promozione sono già partiti e proseguiranno, c'è da scommetterci, ancora per molti giorni. «Il nostro pubblico ci è stato molto vicino, anche nell'ultima trasferta: tanti tifosi al campo, con la tribuna piena zeppa. Siamo tornati a Thiesi con una vera e propria carovana di macchine al seguito. L'entusiasmo è normale, visto che tutti aspettavano questo momento da anni, in una piazza abituata all'Interregionale. Ti dico la verità: si respira un'aria bellissima».

I nero-verdi hanno disputato una seconda parte di stagione ad altissimi livelli. «Per noi parlano i numeri: nelle ultime sedici partite sono arrivate tredici vittorie e tre pareggi, un ruolino incredibile, da prima della classe. E' la dimostrazione che questo titolo ce lo siamo meritati alla grande».
Non sempre però la squadra più forte, sulla carta, taglia il traguardo per prima: il ruolo dell'allenatore in questo senso è fondamentale. «Io sono uno che lavora tanto, sul campo, a livello tecnico, tattico ma anche ovviamente sulla testa, dal primo giorno di preparazione. Senza pause. Il sudore è l'ingrediente fondamentale in questo sport, me l'hanno inculcato bene in quei due anni che ho trascorso al Milan ed è stato un insegnamento che mi sono portato appresso per il resto della mia vita. Cerco soltanto di trasmetterlo a tutte le squadre che alleno».
Per vincere però, serve dell'altro. «Quest'anno c'erano altre 4-5 formazioni forti quanto noi. Le qualità dei giocatori, sarà assurdo, non bastano: è necessario, come prima cosa, creare lo spirito giusto all'interno dello spogliatoio, un buon feeling con il resto della società, con i tifosi, con l'ambiente in generale».
L'allenatore spesso è costretto a fare scelte dolorose, ma Rassu ha le idee ben chiare in questo senso.
«I sentimenti non possono far parte del calcio, è una lezione che conosco piuttosto bene. Puoi solo abbassare la testa a lavorare sodo: chi segue fa parte del progetto, chi non accetta questa premessa, sta fuori. Tutti i miei ragazzi si sono comportati in maniera straordinaria, i risultati ci hanno dato ragione».
Il progetto è stato curato in ogni singolo dettaglio, con largo anticipo.
«Mi sono esposto in prima persona nella costruzione di questa rosa, assieme al Direttore Sportivo, Marco Marras. Ho accettato di allenare a Thiesi ben sapendo che questa è una realtà molto esigente, dove non puoi permetterti di arrivare secondo; a pagare in questi casi, poi, è sempre il tecnico. Per questo si è deciso di optare sugli uomini, prima che sugli atleti: volevamo gente capace di reggere la pressione, che sentivamo, è normale, ma l'abbiamo trasformata in stimolo ed è andato tutto nel verso giusto. Quest'anno si è costruito qualcosa di importante, ora dovremo essere bravi a mantenere questa strada, per non rovinare tutto».

Il momento decisivo per la corsa al titolo del Thiesi è coinciso paradossalmente con quello più delicato. «Prima di inanellare la striscia positiva che dura ormai da sedici giornate abbiamo perso tre partite su quattro, con i passi falsi di Ittiri, Ottava e San Giorgio. Poi è arrivata la sfida con l'Olmedo, da cui siamo ripartiti dopo aver toccato il fondo».
La reazione è stata a dir poco esemplare. «Il dato che mi preme più sottolineare è quello relativo alla difesa: 16 gol in 28 partite, in Sardegna nessuno ha fatto meglio».
Tra le note più liete, c'è senza dubbio il rendimento straordinario di Marras, andato a segno sino ad ora per la bellezza di 19 volte. «Lui è il nostro bomber: l'ho voluto a tutti i costi, lo conoscevo già molto bene per averci giocato contro diverse volte e mi ha ripagato davvero alla grande. Gigi ha capito, semplicemente, che quando arrivi ad una certa età devi allenarti ancora più seriamente di prima, se vuoi mantenere il passo dei giovani. Ha mostrato grande intelligenza in questo senso, non è mancato neppure per una seduta, e poi penso proprio che il fatto di aver iniziato a fare una vita sana l'abbia aiutato a mantenere un livello di forma eccezionale».
Con il campionato di Promozione che ormai è una certezza, bisognerà incominciare a pensare al discorso fuori quota. «Quest'anno si è messo in mostra Foddai, arrivato dal Latte Dolce; ha giocato praticamente sempre, un duemila che si è fatto ulteriormente le ossa in una dimensione come la Prima Categoria, segnando anche qualche gol.
Con il salto, è ovvio, serviranno più ragazzi, almeno nove. Sarebbe perfetto allestire un settore giovanile importante che sia in grado di supportare direttamente la Prima Squadra, un aspetto fondamentale, a dire il vero».


Le ultime battute sono rivolte, è doveroso, a tutte le avversarie che hanno contributo a mantenere altissima la tensione, per una corsa esaltante.
«Il Pozzomaggiore ha disputato un bellissimo campionato, in maniera oltretutto inaspettata. Meritano i nostri complimenti, sono state tra le compagini migliori ed ora possono contare sul ripescaggio, che non è poco. Anche Mesu 'e Rios, Malaspina, Olmedo e Li Punti potevano ambire al salto».
La dedica, in questi casi, è d'obbligo. Rassu chiude con l'eleganza che lo contraddistingueva in campo. «Va a tutto questo gruppo, alla mia squadra: mi hanno regalato una gioia immensa, permettendomi di raggiungere un traguardo storico, in un paese che amo. Non era affatto facile».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2017/2018
Tags:
Prima Categoria
Girone D