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Maurizio Firinu, allenatore, Arborea
«Successo dedicato alla società, bravi a mantenere la concentrazione sempre al top»

L'Arborea corona il suo sogno, la Promozione è finalmente realtà; Firinu: «Non è mai facile partire con i favori del pronostico, sentivamo che non potevamo sbagliare»

Tra le ventun vittorie ottenute sino a questo momento, l'ultima cronologica, maturata nella sfida interna contro il Siddi, ha sicuramente un sapore tutto particolare, perché regala all'Arborea la certezza matematica della vittoria del campionato e dunque, ovvia e piacevole conseguenza, dell'approdo in Promozione; un traguardo inseguito a lungo negli ultimi tre anni, ma che puntualmente svaniva nel nulla, sul più bello. Quest'anno invece l'epilogo per mister Maurizio Firinu e soci è stato diametralmente diverso: i giallo-blu hanno confermato, sul campo, le sensazioni della vigilia, con gli addetti ai lavori che piazzavano la corazzata allestita dal presidente Gianfranco Atzeni (nella foto con il mister Firinu) al primo posto nei pronostici, alla luce di un parco giocatori davvero stellare. L'aspetto più difficile, di solito, è trasformare le potenzialità in realtà, e a questo proposito la tecnica non basta, ma serve ben altro: grinta, cuore, personalità, ad esempio, assieme ad una buona dose di lavoro e di spirito di sacrificio; tutti aspetti che non sono mancati ad una compagine che ha letteralmente dominato il torneo dall'inizio alla fine. Dopo tanto sudore, arriva il momento della festa, con il tecnico che fa il punto della situazione al termine di una cavalcata entusiasmante.

«La squadra domenica era piuttosto tranquilla - dichiara Firinu -, nonostante si percepisse nell'aria una certa emozione, considerando che il traguardo tanto atteso era ormai ad un passo. I ragazzi forse sono partiti un po' contratti, era una delle gare più importanti della stagione, ma ho visto da subito il piglio giusto e la tranquillità necessaria per fare bene. Ci siamo rilassati un attimo dopo aver siglato il doppio vantaggio, ma il loro gol ci ha dato la sveglia, così abbiamo realizzato la terza e la quarta rete: in quel momento ho capito che ormai era fatta».

Quest'anno per l'Arborea è girato tutto nel verso giusto. «La Promozione era un traguardo fortemente voluto, ma sapevamo che non sarebbe stato facile, nonostante in tanti ci indicassero come i grandi favoriti. Quando parti con un pronostico del genere sulle spalle devi concentrarti soprattutto sull'aspetto mentale della questione, evitando pericolosi cali di concentrazione. La differenza la fa proprio la tua capacità di stare costantemente sul pezzo, la continuità con cui metti insieme i risultati. Non abbiamo mai perso, dimostrando una netta regolarità: le ventun vittorie e i sette pareggi la dicono lunga sulla forza di questo gruppo che ha assolutamente meritato la vittoria finale».
Un epilogo positivo, a differenza di quanto succedeva nelle passate stagioni. «L'anno scorso il Samassi ci ha preceduto di quattro punti; siamo ripartiti facendo tesoro di quelle vicende, consapevoli di avere già una squadra forte e competitiva, ma la società ha voluto puntare ancora più in alto, rafforzando l'organico in termini di carisma, esperienza e tecnica. Penso che il lavoro abbia prodotto finalmente i frutti che tutti attendevano».

In questi casi è necessario gestire la grande pressione che deriva dal dover vincere a tutti i costi. «Eppure la dirigenza ci ha sempre lasciato lavorare con il massimo della serenità. Più che altro, si trattava di una questione personale: noi per primi, staff tecnico e giocatori, sentivamo di non avere più alibi, l'unica cosa che contava era il primo posto, un pensiero che può trasformarsi facilmente in assillo. Un minimo di tensione, è normale, la avverti, ma è stata tenuta sotto controllo in maniera ottimale. Ci tengo a sottolineare il lavoro pazzesco svolto da questi ragazzi durante la settimana, riuscivano a prepararsi al meglio, per presentarsi al test domenicale con la sicurezza giusta che arriva solo quando sai di aver fatto bene in allenamento».
Firinu ha saputo conquistarsi la fiducia dello spogliatoio, riuscendo a tirare fuori il meglio dal gruppo a sua disposizione. «Lavoriamo assieme da tre anni, normale che ci sia un grado di affiatamento altissimo tra lo staff tecnico e i ragazzi. Non abbiamo incontrato grosse difficoltà, ad essere sincero, ed è tutto merito, lo ribadisco, della grandissima cultura al lavoro che questi calciatori si portano dietro. Il complimento migliore che posso fare loro è questo: ognuno ha rinunciato a qualcosa a livello personale per metterlo a disposizione della squadra. Mi son trovato a gestire una rosa di 18-20 elementi; in altre squadre sarebbero stati tutti titolari senza problemi, invece da noi qualcuno doveva mettersi a disposizione ed attendere il proprio turno in panchina, mi rendo conto che non è mai una situazione facile. Eppure, tutti si sono impegnati con grande professionalità, remando dalla stessa parte per raggiungere il risultato».

Tra le rivali più agguerrite nella corsa al titolo c'è sicuramente l'Abbasanta. «Non c'è dubbio, sono stati un avversario fortissimo e meritano i nostri complimenti. Sono una grande società, guidata da un allenatore assolutamente preparato che ci fa ben poco in questa categoria. Si sono dimostrati un osso duro, bello tosto, che ci ha messo sotto pressione per diverso tempo». Decisiva la vittoria nello scontro diretto di metà febbraio. «Da quel momento in poi la classifica si è allungata, nella partita successiva poi loro hanno perso a Samugheo, mentre noi abbiamo aumentato ulteriormente il vantaggio con il pareggio di Mogoro. Non ci restava altro da fare che gestire il vantaggio, con regolarità». Poi, contemporaneamente ad un momento di leggera flessione accusato dall'Abbasanta, si è fatto sotto l'Ovodda: «Hanno messo in piedi una striscia di risultati incredibile. Nella gara in casa da loro siamo stati bravi a mantenere la calma, nonostante il campo pesante e una sfida piuttosto dura dal punto di vista fisico: hanno cercato di vincere in tutti i modi, bravi noi a reagire allo svantaggio e a strappare un punto che ci ha permesso di mantenere le distanze invariate; una delle tappe più importanti dell'intera stagione».

Marco e Paolo Atzeni sono state le armi più devastanti di un attacco stratosferico, di gran lunga il più prolifico dell'intero girone. «Di solito preferisco non parlare dei singoli, sarebbe un'analisi troppo semplice e riduttiva. Quando costruisci queste vittorie il merito è di tutto il gruppo. E' vero che Marco ha fatto quasi 30 gol e Paolo è un giocatore estremamente estroso, ma come dico sempre ai ragazzi quando fai tanti gol dietro c'è sempre un lavoro pazzesco. Non dimentichiamoci di Luca Peddoni, che ci ha regalato tanto in termini di esperienza e qualità, risolvendo alcuni momenti decisivi; i gol si contano, è vero, ma vanno anche pesati».

In questi anni i giallo-blu hanno mantenuto le bocche cucite, non solo per una questione di scaramanzia ma anche e soprattutto di serietà. «E' un po' quello che la gente fa ad Arborea: lascia parlare i fatti, senza perdere tempo con i proclami. Abbiamo sposato in pieno questa filosofia, l'ultimo verdetto spetta al campo, rimandando tutti i commenti alla fine. Partivamo con i favori del pronostico e tutti si battevano alla morte contro di noi, in tanti puntualmente aspettavano un nostro passo falso, proprio per questo ti dico che era assolutamente necessario mantenere altissima la concentrazione. Lo considero un segno di grande maturità».
Firinu dedica il successo alla società. «Attendevano di tagliare questo traguardo da anni, so bene quanto è stato speso, in termini di risorse ed energie, in fase di programmazione. Sono orgoglioso e felice per aver contribuito a regalare, assieme alla squadra, questa grande soddisfazione; se lo meritano, a partire dal presidente, passando per tutti i dirigenti sino ad arrivare ai soci e ai sostenitori: c'è stato un lavoro dietro le quinte non indifferente, oltre a tanto sudore da parte nostra».
Il paese ha partecipato alla festa dopo aver sostenuto la squadra per tutta la stagione. «Nell'ultimo mese si percepiva tanta euforia, ci fa piacere, è una sensazione positiva, ed è normale che ci sia, in questi casi. Ora non ci resta che continuare a goderci il momento magico».
Prima di tuffarsi a capofitto nella nuova, entusiasmante avventura. «La società è già al lavoro per programmare il futuro, io ho chiesto solo di poter staccare per dieci\quindici giorni perchè è stata una stagione davvero dura, soprattutto sul piano nervoso. Per il resto, non penso ci saranno problemi per trovare un accordo per la mia permanenza in panchina, ma è una cosa di cui dovresti parlare con il presidente. Faremo il punto della situazione, vedremo se ci sarà unione di intenti e di idee ma sono decisamente fiducioso in questo senso».
L'allenatore scommette forte su questo gruppo. «Penso ci siano tutte le carte in regola per ben figurare anche in Promozione, considerando poi che parecchi di loro hanno già militato in categorie importanti. Forse dovremo rivedere qualcosa a proposito del parco dei fuori quota, per il resto la squadra ha raggiunto una discreta maturità sul piano della responsabilità e del lavoro. Ci alleniamo come una squadra semi-professionistica, la società non ci fa mai mancare nulla e ci permette di continuare con serenità, una condizione che alla lunga si fa sentire».

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2016/2017
Tags:
Prima Categoria
Girone C