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L'Atletico Uri pronto alla sfida, Cirinà: «Campionato difficile e avversarie importanti, sarà una lotta, i giovani e l'organizzazione di gioco faranno la differenza»
Il mister: «A Calangianus un esordio affascinante»

L'Atletico Uri pronto alla sfida, Cirinà: «Campionato difficile e avversarie importanti, sarà una lotta, i giovani e l'organizzazione di gioco faranno la differenza»

È inserita nel podio delle squadre che si contenderà la vittoria finale insieme con Castiadas e Tortolì per fondati motivi. Perché l'Atletico Uri è reduce dalla finale playoff regionale persa con il San Teodoro e intende migliorarsi, perché ha conservato l'intelaiatura di un gruppo che ha anche guidato per diverse la classifica dello scorso campionato, perché ha sostituito un bomber come Antonio Borrotzu (30 reti e capocannoniere) con un attaccante in piena evoluzione tecnico-realizzativa come Michele Chelo (ex Torres) e ha sostituito Giovanni Muroni con un tecnico come Ivan Cirinà che i campionati di vertice li ha fatti con Taloro e Ploaghe e vorrebbe togliersi la soddisfazione di una promozione. Ma l'allenatore di Ossi conosce bene le potenzialità della propria e quelle delle avversarie: «La società non mette pressione, è molto serena e cosciente che il campionato sarà molto difficile». Migliorare i risultati della scorsa stagione significherebbe fare perlomeno i playoff nazionali. «Ma ogni campionato ha una sua storia - osserva Cirinà - quello dell'anno scorso va dimenticato. In questo si fa davvero difficoltà a trovare squadre che faranno pochi punti, ci sono società molto solide e squadre forti. L'Eccellenza è una vera serie A del calcio isolano e noi siamo una buona squadra ma altri hanno qualcosa in più di noi»

 

Gli ultimi tre tecnici che hanno vinto l'Eccellenza come Paba, Senigagliesi e Mereu mettono l'Atletico Uri in lotta con Castiadas e Tortolì (leggi le interviste)

«In genereale vedo che i tecnici hanno difficoltà nel trovare una squadra che possa ammazzare il campionato e, soprattutto, nell'individuare quelle destinate alle retrocessione. Ci sono 16 squadre che bene o male si equivalgono, sicuramente Castiadas, Tortolì, Budoni e aggiungo anche il Tergu, nonostante il passo falso in Coppa Italia, sono da considerare grandissime rivali. Il Castiadas, con gli ultimi acquisti ha oggettivamente un qualcosa in più, altre però ci possono mettere qualcos'altro per annullare la differenza. Trovo complicato fare le varie fasce dove collocare il resto delle avversarie, Calangianus e Ilva hanno passato importante, Taloro e Tonara un seguito che è difficile riscontrare nei dilettanti, La Palma, Monastir, Orrolese, Ghilarza hanno giocatori di categoria superiore, Valledoria Ferrini e Bosa hanno mantenuto intelaiature collaudate. Un campionato molto bello e affascinante, la differenza la potranno fare i fuoriquota e l'organizzazione di gioco»

A che punto è l'Atletico Uri

«Stiamo abbastanza bene ma, essendo ad inizio stagione, non siamo al 100% anche perché, col mio staff, stiamo apportando nuove idee che la squadra sta cercando di assimilare. Siamo a buon punto, ci siamo allenati benissimo e ora siamo anche completi con l'ultimo tassello inserito; con la dirigenza e con il diesse Andrea Colombino avevamo detto che avremmo aspettato dopo la Coppa Italia e, così, abbiamo deciso di puntare su El Kamch (leggi l'articolo dell'acquisto

Cosa cercavate e cosa vi dovrà dare El Kamch?

«Ci serviva un po' più di fisicità, qualità ed esperienza in mezzo al campo. Noi siamo una squadra con diversi giovani e molto veloci che però sta cercando di capire quando deve ragionare e quando deve attaccare forte. Dobbiamo trovare degli equilibri che ora non abbiamo ed Anouar ci darà una mano dettando i tempi alla squadra e facendo crescere i nostri giovani» 

Quali aspetti positivi e negativi delle due gare di Coppa Italia contro il Bosa

«Intanto le vittorie e il bel gioco espresso, votato all'attacco e con una buona aggressività. Ciò che non è andato è la mentalità in alcune fasi di gioco, cioè nel momento in cui in casa stavamo vincendo abbiamo abbassato la guardia e preso 2 gol per delle distrazioni, al ritorno se vogliamo definirci una squadra esperta non possiamo prendere gol dal calcio d'angolo dopo 1'. Bisogna essere forti mentalmente perché è un campionato difficile, c'è bisogno di attenzione in tutti i 95' di gioco, non è semplice ma cercheremo di farlo, così come va migliorata la fase difensiva»

Che realtà ha trovato Cirinà a Uri

«Una società che sta crescendo e cha ha voglia di emergere, con un gran numero di dirigenti, circa una quarantina, e un bel seguito di pubblico. A Uri c'è voglia di fare calcio ad un certo livello specie dopo che si sono perse alcune squadre storiche come Alghero e Fertilia, ora siamo nei dintorni di Sassari l'unico punto di riferimento in Eccellenza. La società, con molta cautela, vuole migliorarsi e ha inserito nei quadri tasselli importanti come il diesse Colombino, uno staff medico allargato, perché si sta rendendo conto che l'Eccellenza ha bisogno di una struttura forte, poi sta inserendo dei giovani molto validi per la Juniores e potenziando il vivaio per costruire un qualcosa di importante»

L'esordio a Calangianus, molto insidioso e contro Pulina che a Cirinà tante soddisfazioni ha dato a Ploaghe

«Una prima di campionato affascinante, il Calangianus è una piazza storica e un'ottima squadra, troveremo un ambiente caldo ma sono certo che sarà una festa sportiva. Una gara difficile per noi quanto per loro. Con Michele c'è un bellissimo rapporto, a Ploaghe facemmo un'annata sportiva fantastica, una squadra di livello che meritava di stare al passo di quelle che hanno poi fatto il salto di categoria come Muravera, Lanusei, Castiadas. In quella stagione abbiamo costruito dei rapporti che vanno al di là del calcio, lui è una persona splendida, non vedo l'ora di incontrarlo ben sapendo quanto sia difficile da fermare, tra l'altro mi ha già fatto male l'anno scorso a Castelsardo. In settimana ho lavorato per cercare il modo di limitarlo come credo che anche lui avrà dato dei suggerimenti su come imposto le squadre»

Michele Chelo, invece, ha avuto un grande impatto all'Uri: 4 gol in 2 gare e intesa perfetta con Tedde e Puddu

«Tre anni fa, quand'ero a Gavoi c'è stata una lotta col Fertilia per prenderlo. Lui andò da loro e fece la differenza fino ai playoff, è un grandissimo attaccante che può far bene in una squadra come la nostra. Avendo già giocato con Puddu e Tedde al Fertilia l'intesa è stata immediata, ci dà grande velocità, che è poi la nostra arma principale coi giovani che abbiamo»

L'anno scorso a tentare il miracolo al Castelsardo, quest'anno una squadra di vertice assoluto, vuol dire che ci sceglie guarda oltre l'ultimo risultato

«Io non sono affatto dispiaciuto di essere andato a Castelsardo, piazza storica con un'ottima dirigenza, ho dato il massimo insieme coi giocatori e rischiato di salvarci. Ho fatto una bellissima esperienza e non ho niente di cui rimproverarmi. Il fatto che l'Uri abbia scelto me, in una rosa ampia di opzioni, vuol dire che ho lavorato bene negli anni, trovo giusto che la valutazione non si limiti all'ultimo risultato sia esso positivo o negativo, credo si scelga l'allenatore adatto alla rosa. Io l'anno scorso sono stato fermo sei mesi perché evidentemente non c'era una società che aveva il piacere di avvalersi di me oppure io non ho trovato una realtà adatta a me. Si valuta con serietà e obiettività quando e come rientrare nel giro, ora sono di nuovo dentro e mi sto divertendo con serenità e mettendo tutto me stesso»

C'è anche l'esempio di Marco Sanna che alla Torres ha fatto benissimo dopo la retrocessione con l'Alghero

«Marco ha lavorato in condizioni complicate ad Alghero e, prima ancora, a Nuoro, ha fatto la gavetta e sono felice che con Rubino, una coppia bravissima, sia stato chiamato da un club come il Grosseto. Finalmente si incominciano ad esportare tecnici sardi visto che è stato sempre il contrario. Ha trovato lo spiraglio giusto e farà bene in una piazza che è a un passo dal professionsimo. Altri allenatori sono fermi e spero trovino un posto che per mille motivi e incastri non si sono realizzati. Senza squadra ce ne sono di bravi ma bisogna avere solo pazienza»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna