Il tecnico: «Abbiamo meritato più del Fregene»
Latte Dolce in finale, Scotto: «Davide ha battuto Golia, ragazzi epici»
C’è una squadra che non finisce di stupire ed è arrivata ad un passo dall’apoteosi. Potrebbe già definire fantastica la sua stagione ma non si accontenta e spinge sempre più in alto l’asticella. Questo è il Latte Dolce di Pierluigi Scotto, matricola dell’Eccellenza che ha appena conquistato la finale dei playoff nazionali per salire in serie D. «Io ci credo sempre e, quando vedo che qualche dirigente o giocatore molla un attimo, divento un martello», dice il tecnico dei sassaresi. Che è reduce dal 2-2 in casa del Fregene ottenuto al 94’ ad una manciata di secondi dalla fine. «Abbiamo fatto festa in campo con una quarantina di tifosi che ci hanno seguito a Fregene. C’era pure mio figlio Gigi che ha esultato più di quando ha vinto il campionato con il Savona». Gli avversari, invece, stavano assediando l’arbitro. «Erano arrabbiati per i minuti di recupero - dice mister Scotto - ma nell’arco dei 180’ è passata la squadra che ha meritato di più. Loro all’andata non avevano fatto un tiro in porta». Momenti di tensione nel sottopassaggio. «Ci hanno minacciato - rivela Scotto - ma ci siamo difesi, poi è intervenuto qualche giocatore e il loro presidente Davide Ciaccia e tutto si è assestato. Li capisco, hanno investito molti soldi per salire in serie D». Doppio pareggio ed è passata la squadra meno pronosticata. «Davide che batte Golia - dice il tecnico - Ho la sensazione che tutti gli avversari siano più forti di noi, però cerchiamo sempre di limare le differenze con tanta organizzazione, voglia e umiltà».
La sfida a Fregene. Così è accaduto a Fregene. Palla al centro e gol del vantaggio al 5' di Andrea Mura. «Siamo partiti bene e abbiamo fatto i primi 15’ da paura». Il miglior viatico verso la finale. Invece c'è stata la reazione veemente del Fregene che aveva schierato sin dall'inizio la doppia punta, Farrugia (ex Torres, Tempio e Sant'Elia) insieme con Garat, più due esterni offensivi come Lezcano e Laurato. «Mancava il raddoppio ed eravamo sempre in difficoltà nell’uno contro uno». Verso la mezzora arriva il pareggio di Cardinali e vantaggio di Garat. «Stiamo parlando di una grande squadra - osserva il tecnico dei sassaresi - Ci hanno messo in difficoltà per 25’. Uno sbandamento che abbiamo pagato con due gol, era da un po’ che non li subivamo nell’arco di un’unica gara. Ma siamo rimasti in partita». Nella ripresa la svolta è arrivata più dalla panchina avversaria, quando il tecnico Vigna ha tolto la punta Farrugia. «E io ho risposto immediatamente con un doppio cambio, ho dato più peso in mezzo al campo con Satta e maggior spinta sulle fasce. L’ultima mezzora l'abbiamo giocata nella loro metà campo, loro si difendevano e basta. Ma occasioni niente». Fino al recupero. Garat fallisce il 3-1 («Ma era troppo defilato e ha calciato sull'esterno della rete») e, subito dopo, l’azione del 2-2: punizione del portiere Magliona, palla lunga dentro l’area avversaria, sponda di testa di Usai e rovesciata di Delizos. «Il nostro capitano è stato picchiato per tutta la gara, non lo facevano mai girare fronte alla porta ma si è battuto come un leone e, appena ha avuto la palla buona, l'ha messa dentro. Non molliamo mai e i ragazzi hanno fatto una cosa epica, le condizioni ambientali erano avverse ma siamo stati tosti come solo i sardi sanno fare».
Ora il Montegranaro. Ora l’atto finale, doppia sfida contro il Montegranaro del tecnico Osvaldo Jaconi, colui che creò la favola Castel di Sangro protandola fino alla serie B a metà anni Novanta, e dell'attaccante cagliaritano Fabio Argiolas. Prima gara nelle Marche, il ritorno a Sassari. «Li sto già studiando - dice Scotto - saremo pronti per fare la nostra gara, come sempre. Contano molto gli episodi ma ho già visto che in queste gare la tattica dura poco, c'è molta intensità, nervosismo e lì conta avere un'ottima preparazione fisica e lucidità mentale. A Fregene abbiamo sbagliato ad insistere con continue palle dentro l'area quando avevamo provato in settimana i due contro uno sulle fasce».