Salta al contenuto principale
Seconda categoria
«La sfida contro la Folgore è decisiva»

Maurizio Firinu: «La Tharros può centrare il secondo posto»

Dopo un ottimo avvio, come confermano le tre vittorie consecutive ottenute nelle prime uscite del 2013, la Tharros ha rallentato la sua marcia, con il brutto passo falso di Ruinas e con il pareggio rimediato domenica nel big-match contro l'Atletico Cabras.
Per il neo tecnico Maurizio Firinu il bicchiere è comunque mezzo pieno: la sconfitta di quindici giorni fa è il frutto di episodi particolarmente sfortunati e di un approccio alla gara non proprio ottimale; contro la capolista invece la squadra ha offerto una prestazione brillante e caparbia, dando buone garanzie per l'immediato futuro.
La sosta del campionato consentirà al tecnico di concentrarsi sul lavoro, per presentarsi al meglio al big match con la Folgore Oristano seconda in classifica.

 

Mister Firinu, possiamo dire che il pareggio maturato domenica, soprattutto per quanto fatto vedere in campo, vi ha lasciato con l'amaro in bocca?
«Sicuramente si è trattata di un'occasione persa per noi per cercare di riaprire i giochi e far sentire il fiato sul collo all'Atletico Cabras, anche se a questo punto del campionato il distacco dalla vetta è abbastanza importante.
Per quanto si è visto in campo, poi, se dicessi che meritavamo la vittoria non sarebbe eccessivo: la squadra mi è piaciuta per la prestazione che ha offerto, considerando che per 50 minuti abbiamo giocato in dieci uomini; abbiamo avuto diverse occasioni, tra cui un rigore sbagliato, ma dobbiamo accontentarci di un punto e soprattutto della buona prova, che fa comunque bene all'autostima.
La squadra sotto il punto di vista dell'organizzazione e del gioco c'è, non mi posso lamentare».

 

Probabilmente c'è un po' più di rammarico per la sconfitta subita nel turno precedente contro il Ruinas: in quell'occasione cosa non ha funzionato secondo Lei?
«In quell'occasione abbiamo sbagliato probabilmente l'approccio alla gara; siamo una squadra giovane, per certi versi, dal mio arrivo, abbiamo iniziato una nuova stagione, visto che molti elementi non erano stati praticamente impiegati.
C'è da considerare poi che in rosa abbiamo sei o sette ragazzi che provengono dalla Juniores, non hanno grandi trascorsi e ovviamente grande esperienza; ci sta di perdere in un campo difficile come quello del Ruinas, una di quelle partite che sulla carta sembrano semplici ma che nascondono tantissime insidie; probabilmente siamo scesi in campo con un pizzico di leggerezza, che per una squadra giovane come la nostra ci può stare; migliorare su questi aspetti rientra comunque in quel processo di crescita avviato dalla società.
C'è da dire comunque che in queste due partite gli episodi non ci sono stati sicuramente favorevoli; io non discuto mai l'operato degli arbitri ma è anche vero che siamo stati, come dire, sfortunati: ci hanno fischiato contro un rigore discutibile al 96', dopo che ce n'è stato negato uno sacrosanto in avvio di gara, la quale poteva prendere un'altra piega; mentre domenica non ci hanno convalidato un gol, con la palla che ha superato la linea, per stessa ammissione degli avversari, di mezzo metro buono; moto probabilmente l'arbitro non si trovava in una posizione felice per poter giudicare al meglio».

 

Per Lei quella di domenica è stata la quinta partita sulla panchina della Tharros: la partenza è stata brillante, con tre vittorie consecutive.
Che situazione ha trovato al suo arrivo?

«Io ho trovato una squadra assolutamente motivata, un gruppo compatto, che lavora da anni assieme, composto da dei ragazzi molto attaccati alla maglia.
Il mio lavoro è stato agevolato dal loro impegno e dall'enorme bagaglio tecnico e tattico che ciascuno di loro ha; i ragazzi hanno una grandissima cultura del lavoro, compresi i più giovani, che in questo senso hanno un valido esempio nei più anziani.
Ho trovato un ambiente affamato di vittorie, che nel girone d'andata, per varie vicissitudini, non è riuscito a raggiungere il massimo dei risultati, ma non voglio entrare ovviamente nel merito».

 

Cosa l'ha spinta ad affrontare una sfida così importante ma allo stesso tempo difficile come la guida tecnica della Tharros?
«La Tharros è la Tharros, anche se negli ultimi anni ha avuto qualche problema di troppo è una società che ha una grandissima storia alle spalle e che ha le potenzialità per scrivere pagine nuove, in questo senso, nel presente e nel futuro.
Il Presidente e i suoi collaboratori ci mettono la faccia, la passione e ovviamente i denari, quotidianamente, giorno dopo giorno; dire di si alla Tharros, anche se in un momento non particolarmente fortunato, non è stato difficile, anzi sono lusingato e ringrazio ancora il Presidente per avermi dato questa possibilità».

 

Immagino che con la dirigenza abbiate parlato anche di obbiettivi: al momento il secondo posto dista soltanto 4 lunghezze, un traguardo che, mi sembra, sia assolutamente alla vostra portata.
«E' un obbiettivo che abbiamo nel mirino, è stato messo in chiaro sin da subito: la squadra ha la potenzialità per raggiungere questo traguardo.
Quando si tratta di Tharros devi per forza di cose porti degli obbiettivi.
Dobbiamo continuare a lavorare con grande intensità, cercando di migliorare per poter risolvere le nostre lacune e, magari, far maturare rapidamente i nostri giovani, soprattutto dal punto di vista dell'esperienza, consapevoli del fatto che si tratta di un processo delicatissimo.
Ci auguriamo di avere il maggior numero di giocatori a disposizione, perchè per una rosa ristretta come la nostra le assenze si fanno sentire; perdere qualche pedina importante diventa un aspetto molto problematico da gestire».

 

Immagino che questa pausa sia per Lei molto importante, visto che guida la squadra da poco più di un mese; alla ripresa, poi, vi aspetta la sfida decisiva, in chiave play-off, contro la Folgore Oristano.
«La pausa servirà per ricaricare le pile; quando si cambia allenatore in corsa la squadra spende molto soprattutto a livello mentale, perchè si dedica totalmente alle richieste del nuovo tecnico.
La sosta arriva al momento giusto, perchè intanto ci permette di recuperare al meglio gli acciaccati e poi ci permetterà di affinare qualche meccanismo che ancora non funziona per il meglio; proseguiremo poi inoltre con il nostro lavoro atletico.
La gara con la Folgore per noi è un autentico spareggio; in palio ci sono tre punti che ci permetterebbero di avvicinarci ulteriormente al secondo posto».

 

Quale è l'arma migliore in questo momento della Tharros e quali sono i margini di crescita che si aspetta nell'immediato futuro?
«A me non piace parlare dei singoli, penso quindi che le nostre armi migliori possano essere l'organizzazione, elemento che peraltro stiamo curando particolarmente in tutte le sedute, e il gruppo.
La prestazione che abbiamo fatto domenica, in dieci uomini, è stata possibile soltanto grazie a questi due aspetti: punto molto sul gioco di squadra e sull'unità di intenti; se ci sono queste condizioni, può emergere al meglio, e fare la differenza, la giocata del singolo, che deve comunque essere sempre funzionale all'impianto della squadra.
Mi aspetto dei miglioramenti sul nostro approccio alla gara, per non ripetere l'errore di Ruinas, ad esempio: servirà grande determinazione, grande rabbia agonistica per portare a casa il risultato soprattutto contro quelle formazioni che sulla carta sembrano più abbordabili.
Dobbiamo tenere conto che comunque servirà pazienza perchè, come ho detto prima, il gruppo è giovane e ci sarà bisogno di un po' di tempo».

 

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
6 Ritorno
7 Ritorno
Girone D