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Prima Categoria
«Per vincere i campionati però servono i soldi»

Murgia parla chiaro: «Il quarto posto del Luogosanto è un buon risultato»

Delle volte bisogna sapersi accontentare e trovare la lucidità per analizzare in maniera oggettiva la situazione: è il caso di mister Murgia, che ha chiuso la stagione con il suo Luogosanto al quarto posto in classifica, alle spalle di due vere e proprie corazzate come Ploaghe e Sorso; un risultato tutto sommato positivo se si considera l'assoluta difficoltà del girone.
Il Luogosanto ha ottenuto 12 vittorie e 9 pareggi, racimolando un bottino di 45 punti: un dato sicuramente importante, che conferma l'ottimo lavoro svolto nel recente passato ed evidenzia importanti progressi che fanno ben sperare in vista del futuro prossimo.

 

Murgia traccia il bilancio sulla stagione appena conclusa.
«Mi sembra una situazione paradossale, da quello che leggo sembra che tutti abbiano vinto qualcosa: la terzultima è contenta perché non è arrivata ultima, quelli dei play-out sono contenti come se avessero vinto un campionato, insomma tutti sono soddisfatti.
Noi siamo arrivati quarti in un campionato durissimo, sono contento, si poteva fare di più ma al massimo potevamo puntare al terzo posto, oltre non si poteva andare».

 Luogosanto - 2012\2013

Sta forse ammettendo che Ploaghe e Sorso erano una spanna sopra rispetto a tutte le altre squadre?
«Si, erano più forti qualitativamente ed economicamente: basti pensare al Ploaghe che ha in gruppo giocatori come Garau, Cocco, Marras, Serreli; sono elementi che in qualsiasi società farebbero la differenza, anche in Eccellenza, e lo stesso discorso vale per il Sorso.
Stiamo parlando di squadre importanti che hanno fatto un campionato a se, noi ci siamo ritagliati il nostro spazio, inizialmente abbiamo perso dei punti che si sono rivelati poi decisivi: quando il distacco aumenta è tutto più difficile, perchè mancano proprio le motivazioni.
Le due battistrada non hanno mai mollato, non mi risulta abbiano mai fatto due pareggi consecutivi; il Ploaghe non ha mai perso, ha fatto 76 punti, il massimo dello score in tutti i tornei dilettantistici.
Il campionato è stato durissimo, difficile, ma se si esclude l'ultimo mese siamo sempre stati competitivi, almeno in ottica play-off, visto che la vittoria del campionato era invece un discorso a parte».

 

E' stato un torneo molto tosto, che ha rispettato, in questo senso, tutte le premesse della viglia.
«Sapevamo che sarebbe stata una stagione difficile, così come lo è stata l'anno scorso; il livello medio delle squadre è aumentato, visto che in Prima Categoria ci sono tanti giocatori che arrivano dalla Promozione, è un po' un paradosso ma dobbiamo prenderne atto: nel nostro girone ci sono state società, come ad esempio Ozierese e Tergu, che hanno investito molto, e tra l'altro si sono salvate soltanto nelle ultime giornate.
Penso che si tornerà alla normalità dal prossimo anno, perchè pare che in Promozione e Eccellenza ci sarà l'obbligo di schierare soltanto due fuori quota e ci sarà conseguentemente più spazio per i giocatori più esperti, che lasceranno conseguentemente la Prima».

 

Si pensa già alla prossima stagione, alla luce dei buoni progressi registrati quest'anno.
«Parlare di futuro è difficilissimo, in tutte le società ci sono problemi di bilancio, il calcio è diventato un lusso attualmente. Ci sono squadre importanti di Eccellenza e Promozione che, da quanto so, difficilmente il prossimo anno si iscriveranno ai campionati.
Il Luogosanto ha chiuso la stagione confermando lo stesso piazzamento in classifica raggiunto l'anno scorso, ma la squadra è migliorata: quelli che in passato erano soltanto dei fuori quota, quest'anno son diventati titolari inamovibili, quindi qualche passo in avanti importante c'è stato. Per vincere i campionati però bisogna spendere soldi, e di questi tempi non è facile».

 

C'è una ricetta, secondo Lei, per vincere pur non disponendo grossi capitali da investire?
«La strategia migliore è il gioco: è fondamentale avere la possibilità di lavorare con tranquillità in ambienti sereni, con dei dirigenti che sappiano essere pazienti, dove non necessariamente devi puntare a vincere ma ci si accontenta di disputare dei bei campionati; con queste premesse, magari, si riesce anche ad ottenere dei risultati che sulla carta sembrano impossibili.
Non sempre questa strategia è condivisa dalla dirigenza o dal pubblico: spesso c'è troppa fretta di ottenere subito i risultati, non si da il tempo ai ragazzi e agli allenatori di lavorare e di crescere gradualmente.
La strategia migliore è investire sul gioco, sulla professionalità, sugli aggiornamenti dei tecnici e sul settore giovanile ovviamente».

 

Il tecnico intanto non risparmia una bordata alla classe arbitrale.
«Si può sempre migliorare come squadra però c'è una nota dolente, rappresentata dai giovani arbitri. Io mi lamento per il fatto che alcuni direttori di gara, potenzialmente anche molto bravi, dimostrino poca professionalità: alcuni di loro secondo me si allenano pochissimo, conseguentemente la loro lucidità dura un'ora.
La componente tecnica dei giocatori è soddisfacente, non sempre è accompagnata anche da un buon supporto arbitrale; mi dispiace dirlo perché ci sono dei ragazzi in gamba.
I campionati a volte sono pesantemente determinati dagli errori, sia da parte dei giocatori che da parte degli arbitri».

 

Pensa che in Promozione ed Eccellenza la situazione sia migliore?
«Ho sentito da alcuni colleghi che in Promozione, ad esempio, con l'obbligo di schierare quattro fuori quota, il tasso qualitativo un pochino si è abbassato, mentre a livello arbitrale è migliore visto che ci sono anche i guardalinee.
In Promozione ed Eccellenza si cerca di giocare un po più a calcio; in Prima Categoria ciò che fa la differenza è la grande esperienza di alcuni interpreti».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
15 Ritorno
Girone D