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Prima Categoria
«Aspettavo una chiamata da questa società»

Ozierese lanciata verso la salvezza, Sanna: «Ruolino di marcia da promozione»

Con l'arrivo in panchina di Sandro Sanna, al posto del dimissionario Giuseppe Solinas, l'Ozierese ha letteralmente cambiato marcia, dando una forte, fortissima scossa al suo campionato: nelle ultime 5 partite disputate, infatti, la squadra ha ottenuto la bellezza di 13 punti, un bottino da record che conferma il buon momento che gli ozieresi stanno attraversando, come evidenziato peraltro nell'importantissima vittoria ottenuta ai danni del Tissi.
La squadra naviga tranquilla verso una salvezza che sembra ormai ad un passo e che comunque, considerando il grandissimo spessore tecnico degli elementi che compongono la rosa, sembra assolutamente alla portata: domenica ci sarà, in questo senso, il primo match-ball per guadagnare matematicamente la certezza della permanenza in Prima Categoria: la sfida interna contro il Thiesi, però, sarà per il tecnico una partita particolare da più punti di vista.

 

Mister Sanna, il 4 a 2 con cui avete superato il Tissi conferma il vostro attuale momento di forma.
«Sono soddisfatto per la prestazione offerta dai ragazzi, al di la poi di qualche piccolo errore: dopo essere passati in vantaggio abbiamo subito il ritorno del Tissi che ha ribaltato il risultato; siamo però fortunatamente riusciti a reagire e a chiudere la gara sul 4 a 2.
Bisogna smorzare questi piccoli errori che a volte possono compromettere la partita, noi siamo stati bravi a rimediare, come ci è capitato in molte altre occasioni quest'anno, ma per il futuro mi aspetto dei progressi da questo punto di vista.
Lavoro con questa squadra da soli due mesi, un cambiamento rispetto al resto della stagione si è sicuramente visto: ottenere 13 punti in 5 partite è sicuramente un buon bottino, credo che sia un ruolino da promozione».

 

Quale è stata la difficoltà più grande che ha trovato al suo arrivo?
«Il problema più grande dell'Ozierese erano gli infortuni: è stata la prima cosa che è emersa parlando con il fisioterapista e con l'allenatore in seconda; un po' tutti avevano dei problemi alle parti tendinee, dovuti soprattutto al fatto che non ci alleniamo mai sullo stesso campo e siamo costretti a lavorare in campi in erba, in sintetico e in terra battuta.
Abbiamo cercato di intervenire, assieme i miei collaboratori, a livello atletico soprattutto sulla forza e sul potenziamento, e sino ad ora non abbiamo più avuto problemi fisici; stiamo benissimo, i risultati sono una diretta conseguenza, in questo senso, visto che in queste categoria è determinante la condizione atletica, oltre alla tecnica che sicuramente non ci manca, considerando che in rosa abbiamo giocatori di categoria superiore.
Era impossibile che questa squadra continuasse ad occupare le posizioni di bassa classifica, perchè il potenziale è davvero molto elevato; si trattava soltanto di trovare la quadratura del cerchio, la giusta soluzione per poter rendere al meglio».

 

Cosa l'ha spinta ad affrontare una sfida così difficile, considerando che le condizioni, soprattutto per quanto riguarda la classifica al momento del suo arrivo, non erano sicuramente ottimali?
«Io nel 90-91 ho giocato con l'Ozierese in serie D, negli ultimi tre-quattro mesi di campionato, alla guida di Vanni Sanna; è stata un'esperienza bellissima per me, coronata con il raggiungimento di una salvezza tranquilla: mi sono letteralmente innamorato di questo ambiente e di questo paese, aspettavo da tanto una chiamata da parte di questa società e finalmente è arrivata; mi è stato offerto un progetto che si svilupperà nel corso dei prossimi anni, che sta gradualmente prendendo forma e che prevede anche il coinvolgimento del settore giovanile; si tratta di un'occasione che non potevo assolutamente far scappare.
Cercheremo di valorizzare i ragazzi locali per ridare la possibilità ad Ozieri di calcare palcoscenici importanti».

 

C'è qualcosa che le sta piacendo particolarmente della sua squadra in questo periodo?
«Probabilmente, sembrerà una cosa banale o retorica, ma la nostra grande forza al momento è lo spogliatoio: non c'è nessuna distinzione tra i ragazzi locali e quelli che arrivano dalle zone limitrofe, ho trovato un bellissimo gruppo, disponibile al sacrificio e al lavoro; siamo molto uniti anche al di fuori dal campo.
Un plauso particolare va a tutta la società che ci sta mettendo nelle condizioni migliori per esprimerci al massimo, a cominciare da Piermichele, il dirigente accompagnatore che viene con me in panchina ogni domenica, sino ad arrivare alla nostra più grande tifosa, che ricopre il ruolo di segretaria e di fisioterapista.
E' un bel gruppo, che merita sicuramente di militare in altri campionati; la cittadina, anche se ad Ozieri ci sono diverse squadre, è assetata di calcio, dobbiamo migliorare anche per questo motivo».

 

Contro l'Ittiri vi giocherete il primo vero match-ball salvezza, che è ormai ad un passo.
«Per noi non si tratta sicuramente di un'ultima spiaggia, visto che potrebbero bastare anche 35 punti.
Noi sapevamo che le ultime quattro partite sarebbero state importantissime, non bisogna abbassare la concentrazione, non possiamo correre il rischio di regalare niente a nessuno.
E' una fase un po' particolare del torneo, dove magari chi lotta ancora per un traguardo importante si trova di fronte una compagine che non ha più nulla da chiedere al campionato; con l'Ittiri per noi, invece, sarà durissima: tra l'altro è la squadra in cui gioca mio figlio, per me si tratta di una sfida molto particolare.
I nostri avversari cercheranno in tutti i modi di strapparci punti importanti, vengono dalla bella vittoria contro il Thiesi ma noi vogliamo fare risultato pieno, perchè non vediamo davvero l'ora di chiudere il discorso salvezza e uscire una volta per tutte da una situazione irreale per noi, per poi festeggiare nell'ultima partita in casa contro l'Oschirese».

 

Quanto è difficile affrontare il proprio figlio in una sfida in cui c'è così tanto in palio come quella di domenica?
«Io ho già avuto modo, fortunatamente, di affrontare mio figlio: due anni fa allenavo il Malaspina in Promozione, mentre mio figlio giocava con l'Alghero: loro lottavano per la vittoria del campionato, noi per salvarci.
In quell'occasione abbiamo vinto noi per 2 a 1, il papà ha battuto il figlio quindi, ma mi auguro che l'Ittiri possa salvarsi senza però nessun regalo da parte mia: nello sport non è ammesso distrarsi in parentele, bisogna sempre essere seri; se vinceranno sarà per merito loro, ma per noi è fondamentale raggiungere il nostro obbiettivo il prima possibile».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
12 Ritorno
13 Ritorno
Girone D