«Raggiungiamo la salvezza il prima possibile»
Pilosu pretende di più dal suo Torpè: «Dobbiamo lavorare sodo»
Il Torpè ritorna a sorridere: il pesantissimo 5 a 1 rifilato al La Caletta ha spezzato un digiuno di vittorie che durava ormai da 8 giornate e rappresenta una vera e propria boccata d'ossigeno per la classifica; i punti di vantaggio nei confronti de Sa Terza Bitti, che occupa attualmente la penultima posizione in classifica sono 10 e rappresentano un buon bottino, utile per affrontare l'ultima parte della stagione con la necessaria lucidità.
Il tecnico della squadra, Gianni Pilosu, è ben consapevole però che il cammino verso la salvezza è ancora lungo e pieno di insidie: nelle prossime settimane, infatti, la sua squadra affronterà due concorrenti diretti per la salvezza come Cossoine e, appunto, Sa Terza Bitti con, nel mezzo, la sfida alla corazzata Buddusò.
Ci sono comunque tanti aspetti che fanno ben sperare per il futuro prossimo, primo fra tutti la possibilità di giocare ed allenarsi nuovamente al Campo Comunale Tonino Cossu, la cui indisponibilità, nei mesi scorsi, aveva costretto la squadra ad emigrare negli impianti di Budoni e Posada.
«Precisando che il Torpè – esordisce Pilosu - è una squadra composta tutta da giocatori locali, per 5 mesi abbiamo dovuto allenarci nel campo di Budoni, perchè nel nostro impianto stanno sistemando il terreno di gioco, e disputare le partite a Posada; è stato un aspetto che ha comportato, come è ovvio, qualche disagio.
Nella nostra squadra ci sono ragazzi che hanno dimestichezza con la categoria e altri che non hanno ancora tantissima esperienza sotto questo aspetto; tutto sommato la nostra classifica rispecchia il nostro valore, siamo partiti con l'obbiettivo di salvarci e cercheremo di raggiungerlo.
Per puntare a traguardi più importanti bisogna lavorare più seriamente, con più dedizione, impegnandosi ancora di più rispetto al passato: il livello generale del calcio dilettantistico, a partire proprio dalla Seconda Categoria, è aumentano molto negli ultimi anni, le squadre materasso non esistono più; c'è qualche squadra più debole ma in generale c'è una buona organizzazione tecnico-tattica.
Domenica era una partita particolare, come lo sono tutti i derby, molto sentita al di là della differenza di punti in classifica: loro sono partiti molto forte nella prima parte del campionato, poi hanno avuto probabilmente qualche problema di troppo; non giocavano un derby da diversi anni e forse erano meno carichi di noi; siamo riusciti a preparare molto bene la partita durante la settimana e abbiamo messo in campo grande determinazione e grande voglia di vincere.
Sono guidati da un ottimo tecnico, Sandro Crisci, peraltro un mio grande amico, ma hanno dovuto accettare una delle regole non scritte dei derby, dove di solito ha la meglio chi gioca con più fame.
Era una sfida tra due squadre che hanno in organico buoni interpreti: nel La Caletta ci sono, tra gli altri, Ruda, Coscione, Marco Farina, Maccioni, tutti giocatori molto bravi, che forse domenica non hanno reso al massimo; di solito in queste partite vince chi lotta di più, il bel gioco lo lasciamo fare alle formazioni di categoria superiore.
Noi ci esprimiamo abbastanza bene, ma se non ti alleni nel modo giusto non riesci a migliorare il tuo rendimento, penso che i nostri alti e bassi dipendano proprio da questo».
Al momento avete un vantaggio di 10 punti nei confronti de Sa Terza, penultima: è un margine rassicurante secondo Lei?
«In base alla mia esperienza, ho allenato per molti anni le giovanili a San Teodoro, 10 punti non rappresentano un vantaggio così determinante.
Come dicevo prima, il livello della categoria è aumentato notevolmente; il Cossoine, ultimo in classifica, ad esempio, si è rafforzato e la lotta per non retrocedere si deciderà nelle ultime giornate.
La quota salvezza secondo me è salita a 35, 37 punti; non possiamo assolutamente sentirci tranquilli, c'è molto da lavorare perchè le nostre avversarie sono competitive: Sa Terza Bitti si è rivelata una squadra forte, che sta migliorando parecchio e sta raggiungendo risultati importanti, così come il Bultei e il Benetutti.
Con l'arrivo della bella stagione sarà importantissima la condizione atletica: con il caldo si vedrà chi ha fatto una buona preparazione durante il precampionato, ci si allenerà di più e conterà maggiormente il lavoro settimanale.
Noi siamo vicini al mare, da questo punto di vista siamo abbastanza fortunati, ma altre squadre fanno davvero fatica ad allenarsi: per questo noi dovremmo lavorare con più intensità, perchè la salvezza è ancora lontana».
Nelle prossime settimane il calendario vi riserva due scontri diretti contro, appunto, Cossoine e Sa Terza Bitti; quale è l'errore che non dovete commettere?
«Per noi non ci sono partite facili, abbiamo avuto grosse difficoltà nel mese di dicembre, dove ci siamo allenati pochissimo e abbiamo avuto, inevitabilmente, un calo generale; nel nostro paese c'è stata una festa che ha allontanato un po' i ragazzi dal campo: a volte mi capita di predicare nel deserto (ride), i ragazzi spesso hanno altri impegni e mettono da parte l'appuntamento con il pallone.
Fare gli allenamenti a Budoni in questo senso non ci ha aiutato, abbiamo preso delle batoste, anche piuttosto pesanti, proprio per questo motivo, ma io penso che sia giusto perdere quando durante la settimana non ci si concentra a dovere.
Io ho dei ragazzi seri, delle persone che meritano rispetto come Melis, Addis, Satta; sono giocatori che non mancano mai e che sono un esempio per tutti i compagni; c'è Omar Capra, una punta che da il massimo in ogni partita e che segna abbastanza regolarmente.
Torpè è una fucina di buoni giocatori, che stanno raggiungendo traguardi importanti nelle categorie superiori, come Siazzu; noi dobbiamo riuscire ad impegnarci di più durante la settimana.
Siamo consapevoli che il Cossoine dovrà vincere per forza la partita, se vuole salvarsi; cercheremo di presentarci alla sfida di domenica nella condizione migliore possibile, strappare anche solo un punto sarebbe importante.
L'unico modo per ottenere i risultati, soprattutto in ambito dilettantistico, è quello di affrontare gli avversari con il massimo della concentrazione, senza sottovalutare nessuno; ogni partita è diversa dall'altra, magari sei motivatissimo ma non riesci a risolvere i problemi che ti si pongono davanti.
La nostra è una società autogestita, in un certo senso, giochiamo nella squadra del nostro paese per puro piacere personale; è una bella cosa, l'importante è divertirsi e mantenere un atteggiamento corretto in campo, come è successo ad esempio domenica; il calcio diventa bello quando lo si intende in questo modo, senza eccessiva animosità; la cooperazione e il rispetto sono importanti in generale, anche per questioni più serie che riguardano la Sardegna».
Oltre ai due impegni citati prima, siete attesi dalla sfida contro il Buddusò, squadra ancora imbattuta quest'anno: che idea si è fatto della capolista? Hanno dei punti deboli secondo Lei?
«Il fatto che siano ancora imbattuti la dice lunga sulla loro forza, sono una squadra completa e fortissima in ogni reparto, guidata da un grande allenatore, un profondo conoscitore di calcio, abituato a vincere, che sa motivare al massimo i propri ragazzi; ha potuto scegliere i giocatori con cui formare la rosa, a differenza di molti altri che si devono accontentare del materiale umano che fornisce il paese, ha due attaccanti di categoria come Pintore e Porcu, hanno Impala, Lostia e molti altri.
Forse hanno commesso l'errore di sentirsi già promossi, sono calati un po' sul piano della concentrazione, che è una cosa che succede anche tra i professionisti, ma sono sempre in testa.
All'andata abbiamo perso 1 a 0 ma loro hanno legittimato la vittoria, anche se noi abbiamo avuto l'occasione di pareggiare; purtroppo quest'anno noi non siamo mai stati al completo, a causa di infortuni vari e squalifiche, ma il Buddusò ha una rosa di tutto rispetto, il campionato lo possono perdere soltanto loro.
Credo che in casa, soprattutto con le squadre come noi, che hanno qualche difficoltà, hanno in un certo senso sempre l'obbligo di racimolare i tre punti, non possono più abbassare la guardia, considerato che hanno pareggiato con formazioni, sulla carta, nettamente inferiori: evidentemente adesso hanno qualche problema, ma si riprenderanno presto.
Potrebbero sentire la pressione perdendo lo scontro con il Burgos, tenendo conto che devono anche giocare ancora con l'Atletico Bono; Calvia e Pira sono due ottimi allenatori, non sarà facile per il Buddusò, anche se è la squadra più competitiva.
Contro di noi potrebbero avere vita facile, siamo una compagine abbordabile per loro, potrebbero darci una bella lezione (ride); devono però stare attenti perchè la mia squadra è imprevedibile (ride)».
Numeri alla mano, il Torpè ha una delle difese più battute del torneo ma allo stesso tempo un attacco molto prolifico: è la conseguenza di un atteggiamento tattico particolare?
«Non ho mai potuto schierare la stessa formazione per più di due domeniche consecutive, ho sempre dovuto cambiare difensori e centrocampisti; anzi, a dire la verità, in mezzo al campo non posso schierare giocatori di ruolo ma devo adattarmi, chiedendo un grosso sacrificio ai ragazzi; abbiamo disputato alcune partite con 14 effettivi, capisci che così diventa tutto più difficile.
La difesa prende tanti gol, per errori banali e spesso gravi, ma stranamente è il reparto dove ho gli uomini migliori; in attacco, quando ho tutti a disposizione, riusciamo a fare ottime cose, con Capra e Siazzu che trovano facilmente la via del gol.
Ho a disposizione ragazzi grintosi e determinati, come capitan Spanu, ma sono costretti a cambiare spesso posizione e non possono sicuramente rendere al meglio.
Abbiamo subito molti gol nelle ultime giornate, ma dobbiamo considerare che nelle prime dodici partite avevamo incassato soltanto 17 reti; c'è molto da migliorare e da correggere, in tutti i settori, ma se lavoriamo in pochi durante la settimana si fatica notevolmente».
Venivate da un digiuno di vittorie che durava da otto partite: è stato difficile tenere alto il morale?
«I ragazzi sono consapevoli che il nostro obbiettivo è conquistare la salvezza per poi poter crescere in futuro, stiamo lavorando proprio per questo, pur con mille difficoltà.
E' capitato che dopo una partita particolarmente sfortunata qualcuno fosse più scoraggiato o più preoccupato, ma fortunatamente l'ambiente è sereno, il gruppo è molto unito e affiatato; hanno fiducia in me, così come i dirigenti.
Hanno capito che con il lavoro si riescono a risolvere i problemi, sono stati bravi a reagire, anche quando, pur giocando bene, i risultati non arrivavano: la nostra forza è sempre stata la tranquillità.