«Era importante mantenere la categoria»
Salvatore Littarru analizza la stagione dell'Ovodda: «Meritavamo qualcosa di più»
Finale dolce-amaro per l'Ovodda del Presidente Salvatore Littarru: la squadra, è vero, ha centrato, peraltro abbastanza agevolmente, la salvezza nel campionato di Prima Categoria ma ha incontrato anche, contemporaneamente, qualche problema di troppo nel corso della stagione, che era iniziata comunque nel migliore dei modi, con nove risultati utili consecutivi: dopo ventotto giornate son ben nove le sconfitte incassate, che sono tutte coincise con periodi decisamente opachi; dati alla mano, la mancanza di continuità è stata una delle pecche più grandi evidenziate quest'anno dall'Ovodda.
Il Presidente della società, Salvatore Littarru, offre un'analisi lucida del campionato che si sta concludendo: «Noi siamo partiti con l'obbiettivo di raggiungere la salvezza il prima possibile, siamo soddisfatti anche se forse ci meritavamo qualcosa di più: tra infortuni e alcune partite condizionate dall'arbitro abbiamo raccolto meno del previsto, ma non dobbiamo recriminare niente, l'importante è aver guadagnato la permanenza in Prima Categoria.
A metà stagione c'è stato un piccolo calo, soprattutto per quanto i risultati, ma se consideriamo che arrivavamo dalla Seconda Categoria ci dobbiamo accontentare».
Nella passata stagione vi eravate aggiudicati un'entusiasmante testa a testa con l'Aritzo per la promozione diretta, quest'anno però loro si sono resi protagonisti di una crescita clamorosa: si aspettava che riuscissero a fare così bene?
«Mi aspettavo che l'Aritzo facesse un campionato così importante, visto che ha un ottimo organico, composto da giocatori di assoluto valore, ma la squadra che mi ha impressionato maggiormente, per quanto riguarda il collettivo, è stata l'Arborea».
State pensando già a qualche accorgimento da adottare in vista dell'anno prossimo?
«L'Ovodda ripartirà sicuramente da una rosa di tutto rispetto; il direttivo, compreso il sottoscritto, è dimissionario: se qualcuno volesse subentrare in società è il benvenuto, considerando che non è affatto semplice gestire una società di calcio e partecipare ad un campionato.
Puntiamo sui giocatori locali, che sono la nostra vera e più grande forza; con qualche innesto, senza spendere per forza cifre esorbitanti, riusciamo a fare un campionato tranquillo.
Io sono innamorato della mia squadra e del mio paese, ho sempre dato il massimo.
Cercheremo di proseguire con il nostro progetto, puntando sui giovani: alcuni di loro si sono ben comportati già quest'anno ed è da loro che ripartiremo; per una società piccola come la nostra, vedere settanta ragazzini che si allenano al campo è motivo di assoluto orgoglio, è una bellissima cosa.
Avere un vivaio così ampio ti permette di operare sul mercato soltanto per degli interventi mirati e necessari: ad Ovodda ci sono tanti talenti interessantissimi, alcuni di loro si stanno facendo le ossa in altre squadre e non è detto che non possano ritornare a casa già dalla prossima stagione».
Pensa che affidarsi ai giovani sia l'unica soluzione per sopravvivere in questo momento di assoluta crisi?
«Per me è l'unica soluzione: affidarsi ai giovani e lavorare con e per i giovani è l'unica strada che possiamo percorrere al momento ed è fonte di enormi soddisfazioni; non ci interessa fare grossi investimenti, al momento ci accontentiamo di mantenere la categoria, divertirci e continuare nel nostro progetto».