«Si riparte, mister nuovo che valorizzi i giovani»
Selargius, la società risponde all'ex tecnico Piras: «Sempre vicini alla squadra, è grave che non si prenda la sua parte di responsabilità per la retrocessione. Il nostro errore? Averlo tenuto»
Il Selargius non sparisce, non smantella e non chiude i battenti. Ma, soprattutto, inizia a programmare la prossima stagione in Promozione, dopo la seconda retrocessione di fila, dolorosa e deludente. E risponde al tecnico Pier Paolo Piras che nell'analisi del campionato di Eccellenza dei granata, chiuso con la sconfitta ai playout sul campo del Tonara, ha parlato di una società assente e staccata dal gruppo, dell'intervento decisivo dello sponsor per garantire l'ultima e decisiva trasferta della stagione e di un futuro incerto del club (leggi l'intervista).
La società, compatta nelle figure del presidente Omero Nonnis, dei vice Antonio Gaia, Marco Mura e dei dirigenti Sandro Pilloni, Giorgio Salis e di tutti gli altri componenti che si dividono tra prima squadra e settore giovanile ci tiene a fare alcune precisazioni in alcuni passaggi dell'intervista in cui è tirata in ballo dall'ex tecnico e spiega cosa intende fare per la prossima stagione: «La società, innanzitutto, ringrazia l'amministrazione comunale per quanto ha fatto anche quest'anno, ringrazia tutti i soci per il sostegno, economico e non, che hanno dato per tutta l'annata alle squadre del Selargius e ringrazia anche coloro che, seppur non essendo soci, hanno comunque dato il loro contributo, nel silenzio più totale. Perché non è che se uno non parla o non è sempre presente al campo non contribuisce, da questo punto di vista la stagione è stata molto più serena rispetto a quella precedente. La società ringrazia per l'impegno tutti i giocatori della prima squadra, così come il mister Pier Paolo Piras. Purtroppo i risultati non ci hanno dato ragione in virtù degli investimenti fatti sugli stessi giocatori, ed evidentemente c'è stato qualche errore, che non va addossato solo ai giocatori ma ognuno deve assumersi la propria parte di responsabilità. Dalle dichiarazioni rilasciate nell'intervista il tecnico vuole uscirne indenne, è grave che non faccia autocritica in nessun passaggio della stessa, quando invece ognuno dovrebbe assumersi il pezzettino di responsabilità che gli compete, Pier Paolo Piras compreso, senza scaricare le colpe ai soli giocatori o ad una società a suo dire assente. Noi abbiamo la nostra parte di responsabilità, infatti il nostro errore è stato nell'averlo ripreso dopo aver deciso il cambio tecnico, purtroppo con l'allenatore che avrebbe dovuto sostituire mister Piras avevamo già chiuso la trattativa ma un problema familiare ha fatto saltare il tutto proprio sul finale».
La dirigenza granata non accetta l'accusa di distacco nei confronti della prima squadra: «La società non è mai stata assente ma sempre presente nel silenzio e senza grandi clamori ma sotto diversi aspetti. Il Selargius calcio non è solo la prima squadra ma è tutto un settore giovanile che conta più di 200 iscritti, che schiera le squadre dai pulcini fino alla Juniores, seguite in modo egregio da tantissime persone. Sia a Tonara, nelle figure di Giorgio Salis e Franco Perra, che in altre circostanze ci sono stati sempre i dirigenti al seguito della squadra e siamo tuttora presenti al campo adesso che è finita la stagione. In alcuni casi è stata fatta anche una scelta di rimanere un po' distanti per non dare ulteriori pressioni ad una squadra impegnata in un delicato finale di stagione. Inoltre, la trasferta per il playout di Tonara è stata pagata dalla società, come quelle di tutto l'anno, compresi i rimborsi dei giocatori, regolarmente pagati fino alla fine col mese di aprile che verrà a breve saldato». Le dichiarazioni del mister Piras hanno comunque colto di sorpresa la dirigenza: «Sarà stato pure uno sfogo ma ci dispiace aver letto certe sue dichiarazioni, forse dettate dalla delusione di non essere riuscito per il secondo anno di fila a salvare il Selargius. Dispiace anche a noi essere retrocessi due volte ma in tutt'e due le volte c'è stato l'allenatore di mezzo, e nella sua carriera questi risultati dovrà portarseli sul groppone. Noi abbiamo sempre assecondato le sue scelte, i giocatori li ha voluti tutti lui, li ha presi e in alcuni casi pure accantonati. Pier Paolo Piras ha chiuso un ciclo nel Selargius, ora siamo in Promozione ma potremo pure fare domanda di ripescaggio per l'Eccellenza, in ogni caso non ne facciamo una malattia e voltiamo pagina, rinizieremo la stagione con le nostre risorse, che è un aspetto che non deve interessare il tecnico uscente, e lo faremo con un allenatore nuovo, la cui figura di alto profilo è già stata individuata».
Il nome, ovviamente, è tenuto prudentemente avvolto nel mistero: «È un tecnico capace di insegnare calcio e valorizzare i giovani, attendiamo solo che nelle prossime settimane si possa arrivare all'accordo definitivo. Come si può vedere non siamo caduti in depressione, le categorie perse si possono recuperare con la programmazione e, infatti, abbiamo le idee chiare per la prossima stagione. Richiameremo tutti i giocatori che sono stati in altre squadre, valuteremo prima loro e quelli che di nostra proprietà, poi arriverà qualche nuovo giocatore in aggiunta a qualche riconfermato, su richiesta della nuova guida tecnica». Infine, i dirigenti selargini (Nonnis, Gaia, Mura, Pilloni, Salis) tengono a precisare anche l'aspetto di un eventuale ingresso di nuovi soci, ritenuto da fonti esterne fondamentale per tenere in vita il club: «Possiamo camminare con le nostre gambe, non ci interessa portare dei soldi ma buonsenso e intelligenza nel trasmettere valori sportivi, dell'educazioone, del rispetto, del divertimento, della socializzazione. Si gioca al calcio per creare momenti associativi e non per danaro, specie tra i dilettanti dove le società vivono di volontariato e i soldi pubblici sono sempre meno. A maggior ragione vogliamo puntare sui nostri ragazzi e sulla loro valorizzazione, che poi era il progetto anche di quest'anno, ma abbiamo visto che la Juniores reduce dalla vittoria del campionato regionale è poi stata messa da parte, e nessuno di quelli che si sono fregiati del titolo sardo è stato valorizzato».