«Era solo un rinvio, ora mi chiamano bomber»
Usai il goleador con i guantoni, Villagrande scopre il suo piccolo eroe
Una parabola perfetta che attraversa in verticale tutto il campo di gioco e s’insacca nella porta difesa dal collega di reparto. Un sogno per ogni bambino che decide di prendersi i gradi di portiere, una realtà per chi vede gonfiarsi la rete con un suo missile terra aria. Accade se hai coraggio ed un pizzico di follia. In un freddo pomeriggio invernale, Alessandro Usai, 33 anni il prossimo 3 ottobre, portiere del Villagrande, con la sua prodezza regala ai suoi tifosi un raggio di sole in una partita fino a quel momento particolarmente sfortunata. A farne le spese, il malcapitato portiere dell’Orione ’96 Aru, il cui compito è stato solo quello di raccogliere dal sacco la sfera scagliata dal suo pari ruolo. Usai ha voluto emulare i vari Rampulla, Taibi, Robinson e Tore Pinna, tutti autori di spettacolari gol che hanno segnato un’epoca. Ora il tecnico cagliaritano del Villagrande Paolo Puddu, sa di poter contare su un abilissimo uomo in più in zona gol. In quest’intervista Ale-gol, non solo racconta la sua perla, ma affronta anche il discorso sull’attuale momento della sua squadra, nonché sul prosieguo del campionato.
Alessandro, raccontaci com’è nato il tuo spettacolare gol
«Ho raccolto un lungo lancio proveniente dalla retroguardia avversaria all’altezza dell’out di sinistra, circa due, tre metri fuori dall’area. Dopo il primo controllo, ho sistemato la palla sul destro e prima che sopraggiungesse l’avversario ho calciato forte cercando di imbeccare i compagni d’attacco; poi la palla stessa, dopo il primo rimbalzo, è schizzata sull’erba bagnata scavalcando il portiere avversario, colto fuori tempo e, forse, intimorito dall’arrivo di un mio compagno. Lì per lì ho pensato che sarebbe uscita e prima di vederla infilarsi, ho sentito le grida di stupore provenienti dalla tribuna e l’esultanza dei miei compagni»
Che emozione hai provato?
«Emozione? Mah, Sinceramente mi sono bloccato e, vista la situazione di svantaggio, ho urlato un timido “dai, dai, forza” ai miei compagni. Subito dopo ho fatto rientro tra i pali. Sarà forse per l’eccesso di adrenalina che avevo addosso in quei frangenti, sarà perché eravamo in inferiorità numerica o perché avevamo appena sbagliato un rigore (Michele Cannas ha centrato il palo nella seconda ripetizione ordinata dall’arbitro, ndr), ma nel momento non ho realizzato quanto accaduto. Solo a fine partita mi sono reso conto di aver segnato un gol»
Quindi, nonostante capiti raramente ad un portiere fare gol, non hai avuto modo di esultare
«Ripeto, erano dei minuti concitatissimi della gara, per cui quasi non ho avuto tempo di pensarci. D’altronde dovevamo subito buttarci in avanti alla ricerca del pareggio (poi arrivato 13’ dopo con Andrea Nieddu, ndr). Certo, se avessi segnato il gol della vittoria all’ultimo minuto, avrei inscenato tutte le esultanze più famose, oppure avrei improvvisato la “danza della culla” in omaggio alla nascita di Mac Usala, figlio del mio amico Stefano»
Cosa ti hanno detto compagni e allenatore nel dopo partita?
«A dire il vero, i miei compagni stentavano a credere a quanto avevano appena assistito (ride, ndr). Però anche loro, visto lo svantaggio, non hanno badato più di tanto a festeggiare, dal momento che era ben più importante recuperare lo svantaggio. In campo pochi fronzoli, pochi complimenti, mentre il pubblico si è letteralmente scatenato. Infatti, ad ogni mio successivo rilancio, i tifosi suggerivano di mirare direttamente la porta e non solo, mi incitavano addirittura a lanciarmi in avanti sui corner. Beh, sarebbe stato davvero troppo (ride, ndr). Comunque, a fine gara, tutti mi chiamavano bomber, goleador e nel giro di pochi minuti, complice anche la diretta radiofonica (l’inviato di Radio Stella Daniele Melis ha parlato di autentico miracolo, ndr), la notizia era sulla bocca di tutti e il mio telefono è stato letteralmente preso d’assalto da telefonate e sms, così come la mia bacheca di Facebook. Certo, non capita spesso che un portiere realizzi un gol, infatti, ho paragonato la mia prodezza al passaggio di una cometa. Per la prossima bisognerà attendere almeno sei anni (ride, ndr)»
In passato avevi già vissuto una simile esperienza?
«In realtà questo è il mio secondo gol, avendone già segnato uno quando indossavo la maglia dell’Arbus. In quell’occasione fui aiutato dal forte vento, che spinse in rete un mio rinvio. Subito dopo il gol, rientrando in porta ripetevo “sono pazzo, sono pazzo, ma che ho fatto” ed allo stesso tempo venni travolto da compagni, tecnico e dirigenti»
Hai mai pensato di calciare i rigori in partite ufficiali?
«Nella Coppa Rettore (torneo universitario, ndr), tra calcio a 5 e calcio a 11, ne ho battuti quattro sbagliandone altrettanti. Sempre con la maglia del Villagrande, ma ai tempi dei Giovanissimi, ne calciai uno a Muravera sul punteggio di 4-0 a nostro favore e penso che ancora non abbiano ritrovato il pallone (ride, ndr). Mi piace giocare in attacco e provare calci piazzati, ma tutto ciò si limita esclusivamente agli allenamenti»
Mettiamo da parte il racconto sulla tua straordinaria prodezza e parliamo del vostro momento in campionato. Il pareggio con l’Orione vi ha precluso l’aggancio alla Ferrini. Come ti spieghi questo mezzo passo falso?
«Aver perso tre giocatori importanti all’ultimo momento (Marco Melis, Riccardo Marongiu ed Emanuele Deiana, ndr) per infortunio e qualche altro non al meglio, non era un ottimo presagio. Inoltre, sulla gara hanno inciso episodi sfortunati, il troppo nervosismo e la mancanza di lucidità sotto porta, senza dimenticare ovviamente la bravura della squadra avversaria. Abbiamo recuperato dallo 0-2 e negli ultimissimi minuti, essendo saltati tutti gli schemi, il risultato sarebbe potuto essere favorevole all’una o all’altra squadra. Una partita pazza, che si riassume leggendo i nomi dei marcatori locali (ride, ndr)»
A cinque giornate dalla fine, I giochi sono apertissimi, si deciderà all'ultima giornata?
«I giochi sono sempre stati aperti e nessuna squadra ha mai avuto la possibilità di andare in fuga come lo scorso anno fece il Serramanna. Il campionato si gioca sul filo di equilibri sottilissimi e non ci sono partite scontate, tutt’altro. Vincerà chi saprà avere la giusta cattiveria in queste ultime cinque partite. Nel giro di dieci punti tutte le squadre hanno l’obbligo di crederci»
Andate a Senorbì per affrontare la squadra che ha appena battuto la Ferrini. Con quale spirito?
«Con la consapevolezza di affrontare un’ottima squadra formata da buonissimi giocatori come Suergiu, Pinna, Olla, Masili e tanti altri. Anche loro tenteranno sino alla fine di approdare perlomeno ai play-off. Inoltre, giocare a Senorbì non è mai semplice, considerato che dalla loro hanno sempre un pubblico caldissimo, ma assai corretto. Se giocheremo tranquilli e concentrati, abbiamo la possibilità di fare risultato»
Dopo Senorbì avrete tre derby consecutivi (Idolo, Girasole e Perdasdefogu), prima della chiusura con la Ferrini. Finora non avete avuto un buon ruolino nei derby, come mai?
«Diciamo che il ruolino nei derby non sorride a nessuna delle ogliastrine, in quanto tutte ci siamo affrontate a viso aperto togliendoci dei punti a vicenda. Se non sbaglio, tutte abbiamo perso almeno una partita e quindi nessuna avrà la possibilità di fare l’en plein. I derby in Ogliastra sono sempre belli da giocare e soprattutto sono incerti e combattuti fino alla fine. Oltretutto sono partite cariche di agonismo e di rivalsa, ancor di più se valgono per i quartieri nobili della classifica. Basti pensare che tra noi e la Castor finisce in parità ormai da due anni, mentre con il Triei abbiamo vinto all’andata e poi perso al ritorno in modo rocambolesco, ma senza nulla togliere alla loro impresa, non capita spesso di perdere 3-2 una partita che stai vincendo 2-1 fino a tre minuti dalla fine. Con il Girasole, abbiamo sbagliato l’approccio e non siamo riusciti a recuperare. A Perdasdefogu abbiamo ottenuto, invece, una vittoria importante. Ci aspetta un rush finale interessante, speriamo di affrontarlo al meglio, stando uniti e giocando consapevoli dei nostri mezzi. Poi, il 17 aprile intorno alle 18 circa, tireremo le somme»
Roberto Secci