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Prima Categoria
Il tecnico: «Ciò che serve ora è la continuità»

Villagrande, avanti con fiducia; Cannas: «Domenica abbiamo tenuto testa ad un avversario fortissimo»

Il Villagrande mette lo zampino nella corsa ai play-off: non direttamente, è ovvio, considerando che la squadra allenata da Michele Cannas ha come obbiettivo una salvezza tranquilla, e i 29 punti raccolti sino a questo momento rappresentano molto più di una garanzia dell'ottimo lavoro svolto sino ad ora; il 2 a 1 rifilato a domicilio all'Orione 96 di Puddu ha complicato notevolmente la vita ai selargini, che perdono così una ghiottissima occasione per accorciare in classifica nei confronti del Girasole e si devono ora guardare le spalle dall'attacco di Castor e Barisardo.

 

Domenica avete centrato l'ottava vittoria stagionale, su un campo in cui non era ancora passato nessuno, nemmeno la corazzata San Vito.
«C'è stato, nei primi 25 minuti, un netto predominio dell'Orione, legittimato dal gol del vantaggio.
Ci hanno messo in grossa difficoltà -
ammette Cannas - , noi badavamo più che altro a limitare i danni; poi sono leggermente calati, i ragazzi hanno preso coraggio e nel secondo tempo siamo riusciti a ribaltare il punteggio, giocando una bella gara ma trovando la rete, è giusto sottolinearlo, soltanto sugli sviluppi di due calci piazzati.
Siamo contenti soprattutto perchè siamo riusciti a tenere testa ad un avversario molto più forte di noi».

 

Come reputi la tua esperienza, almeno sino a questo momento, in panchina?
«Si tratta del mio primo anno da allenatore, sono qui perché sono successe determinate cose: l'anno scorso è venuto a mancare un grandissimo giocatore del Villagrande e io, che ero uno dei sui più grandi amici, non ho potuto rifiutare l'offerta che mi è stata fatta».

 

I risultati sono decisamente incoraggianti:
«La società mi ha chiesto di far crescere al meglio i tanti giocatori che sino ad ora non erano mai stati protagonisti, quelli insomma che avevano meno partite sulle gambe, cercando allo stesso tempo di disputare un campionato tranquillo; al momento siamo a +11 dalla zona salvezza, non male, anche se potevamo fare qualcosina in più ma c'è da considerare che il torneo è livellato: se si escludono San Vito e Capoterra, che secondo me comunque è una buona compagine, con tutte le altre squadre i tre punti te li devi sudare partita dopo partita; non siamo mai stati nettamente inferiori o superiori a nessuno».

 

Il vostro fiore all'occhiello sembrano essere proprio i giovani: Natali, ad esempio, sta confermando quanto di buono fatto l'anno scorso.
«Oltre a Mario, che da fuori quota è diventate titolare inamovibile, e tra l'altro ha fatto gol anche domenica, abbiamo tre nuovissimi talenti: Bonicelli, Olianas e Mereu, bravi a ritagliarsi uno spazio importante.
Grandi soddisfazioni arrivano poi dalla Juniores regionale, sulla buona strada per la salvezza, traguardo prestigiosissimo per un piccolo centro come il nostro.
Oltre alla prima squadra possiamo vantare un ottimo vivaio, in cui i ragazzi del posto, sotto l'attenta guida di Federico Scudu, hanno tutto il tempo per maturare al meglio».

 

C'è un aspetto più complicato degli altri che hai dovuto affrontare calandoti nei nuovi panni di tecnico?
«Onestamente pensavo fosse più difficile, ma c'è da considerare che sto allenando dei giocatori che fino all'anno scorso erano miei compagni di squadra, e lo sono stati per dieci - quindici anni; senza il loro contributo non so se avrei potuto dire lo stesso.
Mi stanno dando una grossa mano, è splendido il modo in cui ci rapportiamo; per il resto non mi son posto nessun obbiettivo particolare, voglio solo imparare il più possibile dagli altri allenatori che affronto ogni domenica».

 

Il tuo futuro sarà ancora su una panchina?
«Deciderà la società: spetta a loro valutare se il mio lavoro sarà stato positivo o meno; è una società composta da amici, dove si può discutere tranquillamente.
Ne approfitto per ringraziare mister Antonello Staffa: se sto allenando il Villagrande è anche merito suo.
Da giocatore
– continua Cannas - non ero un grandissimo atleta (ride), mi è sempre interessato l'aspetto del tecnico, della gestione di un gruppo.
Non mi definisco un allenatore, è ancora un parolone troppo grande; mi occupo semplicemente delle situazioni legate ad una squadra di dilettanti; ciò non toglie che mi impegno al massimo in quello che faccio e che mi piacerebbe continuare, ma il verdetto spetta al tempo».

 

La sfida contro il Cardedu è un bel banco di prova, anche perchè non siete mai riusciti a centrare più di due successi consecutivi.
«I numeri parlano chiaro: vantiamo la terza miglior difesa, e uno degli attacchi più prolifici; non stiamo facendo male, ma ci manca la continuità di risultati, l'aspetto che potrebbe farci fare il salto di categoria.
Può darsi sia colpa della mia inesperienza, ma penso sia normale quando si hanno in rosa elementi molto giovani, con poca esperienza, ancora acerbi per reggere a determinare pressioni.
Vogliamo migliorare da questo punto di vista, le ultime dieci partite saranno particolarmente utili in vista del prossimo anno».

In questo articolo
Squadre:
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Stagione:
2013/2014
Tags:
Sardegna
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