«Il nostro obbiettivo è crescere a 360°: in Promozione tra due anni»
Bicchiere mezzo pieno per l'Oristanese, Cuccu: «Contenti per il punto di domenica, l'Arborea sarà la regina del torneo»
Grazie al pareggio interno contro la corazzata Arborea, l'Oristanese conquista il sesto risultato utile consecutivo, che vale per un più che meritato terzo posto in classifica, 14 punti al pari dell'Ovodda, e continua nel migliore dei modi nel proprio processo di crescita, affidato quest'anno alle mani esperte di un tecnico di grande esperienza come Nino Cuccu. L'allenatore ha il compito, non facile ma sicuramente alla portata, di far maturare il gruppo, profondamente rinnovato rispetto al recente passato, e condurlo, nel più breve tempo possibile, verso la Promozione.
«Io credo che quello conquistato domenica sia un buon punto, perchè ottenuto contro un avversario fortissimo. L'Arborea ha confermato tutto il suo enorme potenziale, che avevo peraltro già previsto alla vigilia dell'inizio della stagione: una squadra molto forte tecnicamente, soprattutto in mezzo al campo, ben coperta in tutti i reparti, che si esprime con grande autorevolezza, personalità e convinzione. Penso proprio che siano ormai pronti per il salto di categoria: con l'innesto di qualche giovane, il regolamento in Promozione prevede quattro fuori quota, potranno togliersi grandi soddisfazioni; quest'anno saranno la regina del torneo». La partita, nonostante sia finita a reti inviolate, è stata decisamente tirata. «In certi momenti anche sofferta – ammette Cuccu – ma siamo stati bravi a non mollare mai, anche in dieci uomini, tenendo il risultato in bilico sino alla fine. Potevamo perdere, è vero, ma al 92' abbiamo avuto una grande occasione, al pari di quella capitata a Peddoni nel primo tempo, per conquistare i tre punti. E' un peccato, ma in fondo va benissimo così».
Il tecnico traccia un primo bilancio dopo sette turni. «Stiamo pienamente facendo il nostro dovere, ora dobbiamo guardare avanti con rinnovato entusiasmo per migliorare ulteriormente, ma la strada è lunga. Prima si semina, in seguito arriverà il momento del raccolto». Per il momento, la classifica dice quota 14. «Niente male per un progetto nuovo, messo in piedi appena due mesi fa. La rosa è stata profondamente rinnovata, gli ultimi arrivati provenivano da filosofie calcistiche diverse, serve del tempo per raggiungere il giusto affiatamento tra i ragazzi, non solo a livello comportamentale ma anche dal punto di vista tecnico e tattico». Normale, viste le premesse, pagare uno scotto in avvio. «Eppure contro il Santa Giusta abbiamo perso immeritatamente secondo me; a differenza nostra, loro erano già pronti mentalmente, forse il punto cruciale è proprio questo. Non ci siamo comunque disuniti e abbiamo continuato a lavorare, considerando che il nostro progetto prevede una crescita a 360°, che nell'arco di due anni, speriamo, potrebbe proiettarci in Promozione; come si dice in questi casi, se son rose fioriranno. Siamo appena all'inizio, non ci illudiamo e non facciamo caso alla classifica. Per quest'anno non inseguiamo particolari obbiettivi, mi concentro sul lavoro settimanale, cercando di tenere ben alto l'entusiasmo del gruppo, con un occhio di riguardo alla mentalità, fondamentale per tagliare traguardi importanti. E' un processo lungo, l'Arborea ci ha impiegato tre anni di pianificazione attenta, noi speriamo di metterci meno tempo. Sino a questo momento comunque, non posso che dare un voto alto alla squadra e alla stessa società. La strada è tracciata, ora spetta solo a noi».
Se si considerano le singole sfide, la vittoria esterna rifilata all'Abbasanta rappresenta uno dei passaggi più prestigiosi. «La mia filosofia in tutti questi anni di calcio non è mai cambiata: ho sempre cercato di trasmettere la voglia, a tutte le mie squadre, di giocarsela a viso aperto contro chiunque, anche se poi ogni partita fa storia a se e gli episodi risultano spesso decisivi. Sono convinto che l'Abbasanta sia incappato nel classico incidente di percorso, ma ha ottimi giocatori e si sono ripresi subito».
Nel prossimo turno l'Oristanese è attesa dalla trasferta di Mogoro contro la Freccia. «La sfida più importante è sempre la prossima, il passato non conta più nulla. Conosciamo il valore dei nostri avversari: l'anno scorso hanno messo in piedi un campionato notevole, sempre a contatto con il gruppo in lotta per il terzo posto. Si sono resi protagonisti di un avvio brillante, avranno però il dente avvelenato dopo le due sconfitte consecutive. Conosco personalmente alcuni elementi, il livello del gruppo è abbastanza alto, ma la nostra mentalità è sempre la stessa: andiamo li per giocarci le nostre carte». Con l'organico, dopo tanto tempo, quasi al completo. «Non ho mai pianto per le assenze e se noti sino ad ora non ne avevo parlato minimamente; se una squadra perde sistematicamente tutte le partite appena mancano due o tre giocatori può puntare a malapena alla salvezza. Di solito, non mi preoccupo degli infortunati o degli squalificati ma mi occupo dei ragazzi che ho a disposizione, tentando di schierare la formazione migliore. Stiamo venendo fuori da un periodo in cui oltre all'infermeria c'era anche la corsia piena (ride), ora va decisamente meglio, ma non possiamo permetterci di avere paura se manca il fuori classe di turno. Qui all'Oristanese non ci sono campioni, ma ragazzi che si allenano con tanto impegno e danno il massimo quando scendono in campo».