«Facciamo capire l'importanza del defibrillatore»
Francesco Cozzula e il «Progetto Cuore nello Sport»
«Quando a Pattada ho saputo di Luca ho provato rabbia, la solita rabbia quando una persona giovane, quando uno di noi, quando un padre vola via cosi presto».
Sono queste le prime frasi dell'intervento scritto da Francesco Cozzula, dirigente del Malaspina di Osilo, che dopo il tragico incidente capitato a Luca Loru, portiere del Gonnosfanadiga, ha voluto raccontare la sua esperienza diretta per quanto riguarda la prevenzione di simili incidenti e, nello specifico, l'uso del defibrillatore.
«Nel 2010 il Comune di Osilo, assieme ad altri nove comuni della Provincia di Sassari, ha ricevuto in dono dalla Provincia un defibrillatore con cinque corsi per il suo giusto utilizzo nell’ambito del Progetto Cuore nello Sport che mirava a donare questi macchinari salva vita ai comuni dove non era presente una base operativa 118.
Come assessore allo sport ho preso in carico il dono e assieme ad altre quattro persone (Stefano Marongiu Capitano Malaspina, Nora Runchina Presidente AVIS e Gavinuccio Puggioni e Piero Palmas Vigili Urbani Comune di Osilo) abbiamo frequentato il corso per imparare ed essere abilitati all’utilizzo del defibrillatore con il conseguente rilascio del brevetto BLSD-A.
Suddetto corso è stato fatto presso la centrale operativa del 118 di Sassari.
Io nonostante la mia disabilità ho avuto il piacere di potermi confrontare ed affrontare il corso e superare l’esame per il brevetto di cui sopra.
Ottenuto il brevetto dalla Stagione Sportiva 2011-2012 durante le partite casalinghe del Malaspina a bordo campo abbiamo il defibrillatore, in trasferta informiamo i direttori di gara che in caso di necessita in campo ci son persone che sanno come muoversi.
Il nostro defibrillatore è stato dotato, con risorse comunali, di piastre di riserva e di piastre pediatriche.
Nel corso del 2011 si è dato corso alla seconda fase del Progetto Cuore nello Sport dotante i restanti 56 comuni della provincia di Sassari di un defibrillatore grazie al contributo minimo di mille euro di ogni singolo comune, Osilo all’inizio è stato dispensato dal versare questa somma, ma mi è parso giusto e doveroso contribuire come comunità dopo aver ricevuto in dono un dispositivo di grande importanza.
La provincia di Sassari grazie a questo progetto è la prima provincia in Italia cardio protetta.
Questi dispositivi son importantissimi e da esperienze sentite aiutano.
Alle volte non c’è nulla da fare, ma se si può tentare perché non provare.
Son d’accordo che ogni società di calcio, ma anche degli altri sport di squadra e perché no anche individuali, debba dotarsi di un defibrillatore, non sempre si può avere un ambulanza del 118 a portata di mano.
Spero che con il nuovo decreto che mira a far dotare ogni A.S.D. di un defibrillatore non si crei il solito business e non si vada ad acquistare materiale scadente pur di adempiere al decreto.
La FIGC e il 118 dovrebbero collaborare per formare dirigenti e direttori di gara all’uso del defibrillatore».
Quale è il messaggio principale che ti senti di lanciare a tutto l'universo sportivo sardo?
«Quanto capitato domenica scorsa al povero Luca potrebbe capitare a chiunque e la nostra esperienza potrebbe essere un volano per chi ancora non ha un defibrillatore o non ha dato il giusto peso ad una situazione di cosi grande importanza.
Il defibrillatore è un ausilio indispensabile, ma se ci si trova di fronte a situazioni limite come accaduto a Luca, credo che nulla sia possibile.
Intervenire immediatamente e con le giuste manovre può dare maggiori opportunità di sopravvivenza, avere un defibrillatore a bordo campo o la presenza di un equipe abilitata al primo soccorso è necessario per una maggiore garanzia dei giocatori.
Spendiamo denari per dare rimborsi ai giocatori, è giusto spendere soldi anche per la loro salvaguardia».