Salta al contenuto principale
Matteo Serra, allenatore, Badesi
«Benissimo in attacco, Pischedda merita il titolo di capocannoniere»

Il Badesi taglia il traguardo per primo, Serra: «Protagonisti di una cavalcata spettacolare, bravi a sfruttare i passi falsi del Trinità»

Grazie al netto 4 a 2 interno rifilato alla Polisportiva Santa Teresa di Gallura e al contemporaneo scivolone casalingo rimediato dalla diretta inseguitrice Trinità, battuto dal Li Maccioni, il Badesi mette le mani sulla vittoria finale con 90' di anticipo e il vantaggio sugli avversari di una stagione intera che ora è di ben nove lunghezze. Per mister Matteo Serra si tratta dunque di un'annata da incorniciare: i giallo-blu, infatti, hanno sin qui totalizzato un bottino di 60 punti, frutto di 18 successi e 6 pareggi, con un unico passo falso, il ko contro il Palau nella penultima uscita di marzo.
Un attacco a dir poco atomico, con un totale di 86 reti, e due bomber di assoluto livello come Michele Moretti e soprattutto Andrea Pischedda hanno fatto la differenza nella corsa al primo posto, ma anche in difesa le cose sono girate piuttosto bene, per una corazzata che è riuscita ad esprimere, sul campo, tutto il proprio grandissimo potenziale. I tre pareggi consecutivi tra fine ottobre e metà novembre rischiavano di complicare i piani, ma nel girone di ritorno la squadra ha saputo cambiare letteralmente marcia, sbaragliando definitivamente la concorrenza.

«Sin dalle primissime battute della stagione avevamo la consapevolezza di essere una buona squadra — ammette Matteo Serra — ma nessuno, tra i dirigenti, ci ha mai messo pressioni per vincere il campionato a tutti i costi, permettendoci così di lavorare in tutta tranquillità, anche nei frangenti più delicati, pochi a dire il vero, come in occasione di quei quattro pareggi nell'arco di sei gare, una piccola flessione che ci può stare. La nostra fortuna più grande, comunque, in questo senso, è stata quella di riuscire a concentrarci su una domenica per volta».
Poi continua: «Le nostre potenzialità sono sempre state evidenti, del resto l'anno scorso ci eravamo piazzati al secondo posto: è normale poi che, partendo da queste premesse, se punti a migliorarti non puoi che ambire al titolo. Siamo stati protagonisti di una cavalcata a dir poco spettacolare, c'è poco da aggiungere».

Battere la concorrenza del Trinità, che per lungo tempo è rimasto in vetta, non è stato affatto facile.
«Abbiamo sempre creduto in questa rimonta, perché sapevamo che loro avrebbero commesso qualche passo falso; io e tutti i dirigenti eravamo sicuri che alla fine l'avremmo spuntata noi, ma non potevamo aspettarci di certo questo distacco».

L'attacco è stato senza ombra di dubbio una delle armi migliori dei giallo-blu.
«In fase di possesso palla siamo stati quasi perfetti e gli 86 gol all'attivo sono il dato più emblematico. Il merito comunque non è solo dei nostri due attaccanti, Moretti e Pischedda, che da soli hanno realizzato più di 50 gol, ma va diviso sicuramente con Salvatore Russo, fermo a quota 9, e con gli altri ragazzi della rosa, considerando che quasi tutti sono riusciti a trovare la via della rete almeno una volta».

Per quanto riguarda la difesa invece il tecnico ha dovuto lavorare per trovare i giusti equilibri.
«I problemi maggiori li abbiamo incontrati all'inizio: segnavamo tanto ma subivamo altrettanto, con un totale di 18 reti al passivo nelle prime dieci partite».
Poi le cose sono andate decisamente meglio. «Grazie al lavoro e alla disponibilità dei ragazzi, aspetto che in sostanza ha dato i suoi frutti, per un risultato che mi riempie di orgoglio. Credo comunque che fosse più una questione di testa, di attenzione».

Nel girone di ritorno il Badesi ha letteralmente cambiato marcia.
«Fondamentale, in questo senso, l'arrivo di Fabrizio Pinna, dal Valledoria, che ci ha dato una grossa mano dal punto di vista della qualità ma non solo: per lunghi tratti della stagione avevamo in rosa appena 16 giocatori, molte sfide importanti le abbiamo affrontate potendo contare soltanto su 11 elementi a disposizione, senza nessun cambio, una cosa che ci ha penalizzato parecchio, ovviamente. Con il recupero degli infortunati è andato tutto molto meglio, nella seconda parte di stagione siamo stati praticamente perfetti».
Ad eccezione di quel passo falso rimediato in casa del Palau.
«Una grande squadra, ci sta perdere contro di loro, un ko assolutamente meritato. Ci tengo però a sottolineare la grande reazione dei miei: non hanno abbassato la guardia ripartendo subito forte, che in sostanza è il modo migliore per lasciarsi alle spalle le delusioni».

I momenti delicati, e decisivi, non sono mancati di certo.
«Tre domenica fa, ad esempio, perdevamo a Sennori per 2 a 0, con i nostri avversari diretti nello sprint finale che invece erano in vantaggio per 1 a 0; riuscire a rimontare è stato un segnale importante, di grande personalità, una cosa tutt'altro che scontata, perchè la paura può giocare bruttissimi scherzi. Non posso assolutamente dimenticare poi la parata spettacolare del nostro portiere al 93' della sfida con il Giglio: con quell'intervento ha davvero salvato il risultato a pochi secondi dal triplice fischio».

Con il campionato ormai agli sgoccioli è già tempo per pianificare il futuro, ma il tecnico frena.
«Credo sia ancora presto per fare questi discorsi, anche perché abbiamo qualche altro obiettivo da raggiungere: ci piacerebbe aiutare Andrea Pischedda a diventare il capocannoniere del girone, nel testa a testa con Fideli, del Porto San Paolo, che al momento ha una rete in più. Non sarebbe affatto male, poi, chiudere con una sola sconfitta, una cosa che negli ultimi anni è successa raramente, almeno nel nostro girone. Non bisogna accontentarsi, mai, ma cercare sempre di spingere sempre più forte e cavalcare l'onda dell'entusiasmo. Poi mi prenderò una o due settimane di riposo, e solo allora ci siederemo attorno ad un tavolo assieme alla società per capire quali saranno le loro intenzioni, ma per quanto mi riguarda credo proprio che continuerò la mia avventura con il Badesi».

Dopo il trionfo c'è spazio per la dedica: «Il mio pensiero più grande va sicuramente alla mia compagna e a mia figlia che mi hanno supportato per tutto l'anno, oltre che a mio padre, che non si perde nemmeno una partita, sia quando giocavo e anche ora che siedo in panchina».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2018/2019
Tags:
Seconda Categoria
Girone H