«La società ha fatto un ottimo lavoro, Mingoia è un campione. Onore alla Gemini»
Il Villasor taglia il traguardo al primo posto, Soru: «Stagione esaltante ma per vincere è necessario che tutto giri nel verso giusto»
Con il fiato sospeso, sino all'ultimo, ma la stagione strepitosa del Villasor si è conclusa nel migliore dei modi, grazie al 3 a 0 rifilato tra le mura amiche all'Uragano: tre punti assolutamente fondamentali per il titolo, con la Gemini Pirri che non ha mai mollato la presa nemmeno di un centimetro, come testimonia il divario minimo, appena una lunghezza, tra le due corazzate, capaci di monopolizzare ed infiammare la lotta al vertice più entusiasmante degli ultimi anni.
Mister Mauro Soru può ora godersi la festa per un traguardo raggiunto con tanto sudore, fatica e un lavoro certosino sul campo, ma ovviamente i meriti vanno estesi anche alla dirigenza, con il patron Piroddi e i suoi collaboratori che in estate sono stati in grado di allestire un organico di primissimo livello.
«Domenica le nostre motivazioni hanno fatto la differenza — dichiara mister Soru — anche perché l'Uragano non aveva praticamente più nulla da chiedere al campionato. Si trattava di una tappa importantissima, ma ero fiducioso: durante la settimana gli allenamenti si sono svolti nel migliore dei modi; ci siamo presentati con la giusta serenità, la concentrazione e la condizione al massimo, nonostante ci fosse qualche assenza importante come quella di Mingoia, che è stato determinante per il nostro cammino. Per fortuna abbiamo sbloccato il punteggio in avvio, da li in poi le cose si sono messe in discesa e con il 2 a 0 realizzato nel secondo tempo il discorso è stato praticamente chiuso, anche se il nostro portiere è stato bravissimo in almeno due circostanze».
I sorresi hanno messo in piedi una vera e propria cavalcata, che rimarrà nella storia del club campidanese. «Non è semplice stare in testa per 24 gare su 30, siamo riusciti a imprimere la nostra impronta alla stagione sin dall'inizio. Abbiamo sbagliato solo la gara casalinga con l'Ilbono, che abbiamo rischiato di pagare a caro prezzo, anche perché la Gemini ha disputato un campionato fantastico al pari nostro: in un'altra situazione si sarebbe aggiudicata il titolo a mani basse, ma noi abbiamo fatto qualcosa in più».
Anche se nelle ultime giornate i giallo-neri si sono complicati la vita più del necessario: la trasferta di Sadali forse è stata tra le più delicate dell'intero anno. «Soprattutto se consideriamo che ci siamo presentati con appena 13 elementi e il portiere titolare squalificato. Si è trattato sicuramente di una partita tosta, merito degli avversari, ma il nostro valore è uscito fuori e la prestazione è stata assolutamente convincente, nonostante si sia trattato di un pareggio un po' complicato da portare a casa».
Soru aveva a disposizione un'autentica fuoriserie: la dirigenza quest'anno ha fatto davvero le cose in grande. «Per vincere è necessario che si incastrino assieme tanti fattori: il presidente Piroddi con i suoi fratelli, tutti i dirigenti, a partire da Cenzo Podda ed Efisio Meloni hanno formato un direttivo di primissimo livello, valido e coeso. Si sono mossi con largo anticipo per contattare tutti i giocatori che ci avrebbero permesso di fare il salto di qualità rispetto all'anno scorso, in cui era venuta fuori qualche lacuna proprio nel momento decisivo. Ad essere sinceri però c'erano altre compagini che sulla carta valevano quanto e forse più di noi, ma il campo ha espresso il suo verdetto. Siamo molto soddisfatti ovviamente per la risposta che abbiamo avuto dai nuovi innesti: si è creato un ambiente fantastico ed è la cosa più importante. Non posso non sottolineare il ruolo del mio staff, a partire da Nicola Pistis, passando per Valentino Corona. Con queste premesse diventa tutto più semplice, siamo riusciti a spingere questa squadra al limite, mettendo assieme per ben due volte una serie di 7-8 vittorie di fila. I ragazzi ci hanno creduto dal primo all'ultimo giorno».
Gli applausi sono più che meritati. «Vincere un campionato è sempre difficile, e anche piuttosto raro. La differenza forse l'ha fatta quel pizzico di cattiveria agonistica che riuscivamo a mettere in ogni confronto, l'elemento che probabilmente mancava a questa squadra. In passato erano abituati ad un modo diverso di allenarsi e giocare, ma si sono messi a disposizione con grande entusiasmo, che in definitiva è la chiave per il successo».
Per avere la meglio sulla Gemini sono risultati fondamentali gli scontri diretti. «Il pareggio in trasferta è stato un risultato piuttosto buono, poi siamo riusciti a vincere in casa, ed è stato pesantissimo». Così come il contributo di un campione come Marco Mingoia. «Per lui parlano i 25 gol realizzati, spalmati con continuità per tutto l'arco del torneo; nella prima parte ha praticamente sempre timbrato il cartellino, poi ha accusato qualche problema nel girone di ritorno ma è un ragazzo che in questa categoria fa la differenza, e si è visto. Ci tengo a sottolineare anche il record di presenze di un giocatore eccezionale come Stefano Carta, credo che ne siano pochi come lui in Italia da questo punto di vista ma ovviamente il mio applauso va esteso a tutti gli altri componenti della rosa, che potrebbero tranquillamente esprimersi in palcoscenici ben più importanti. Proprio per questo è da ammirare la professionalità con cui si sono calati in questa dimensione».
I numeri sono sempre il dato più attendibile. «Vantiamo il secondo attacco e al contempo abbiamo incassato pochissimi gol, e per 18 volte su 30 la nostra porta è rimasta inviolata. Una delle caratteristiche principali di questa squadra è la capacità di aspettare il momento giusto per colpire e, quando è servito, stringere i denti e buttare fuori tutto per raggiungere il risultato».
I tifosi hanno dimostrato di gradire tantissimo lo spettacolo. «Anche se all'inizio c'era un po' di scetticismo, ma è normale quando parti con un progetto nuovo di zecca come il nostro. Ci hanno seguito costantemente, anche in trasferta, il loro apporto non è venuto mai a mancare e nell'ultima uscita c'era la cornice di pubblico degna delle grandi occasioni. La festa è andata avanti sino all'alba».
Il futuro ha le tinte dolcissime della Promozione. «Per ora mi prendo alcuni giorni per recuperare le energie, poi incontrerò il presidente e i suoi collaboratori e faremo il punto per capire quali sono i loro obbiettivi e i loro intenti. Io mi sono trovato bene, credo sia una cosa reciproca. Per fare un buon campionato probabilmente servirà maggiore partecipazione a livello societario, poi ci sarà da valutare tutta una serie di questioni tecniche. Questo gruppo va preservato, ma sarà necessario fare alcuni innesti per crescere ancora».
Prima di concentrarsi esclusivamente sulle vacanze, Soru spende gli ultimi pensieri per la stagione appena conclusa: «Ringrazio pubblicamente tutti quelli che ci hanno seguito e sono venuti puntualmente al campo: i dirigenti, i giocatori e i loro familiari. Una dedica speciale va a due miei vecchi maestri, Tore Casu ed Efisio Dessì: sono stati quelli che mi hanno dato quel qualcosa in più che poi mi è rimasto nel cuore; ho provato ad imitali e mi è andata bene (ride)».