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La Nuorese col marchio Mariotti: «Stagione straordinaria, abbiamo migliorato posizione e punti abbattendo il budget, i risultati col gioco, essere terzi nella classifica dei "Giovani D valore" ci fa onore»
«Un plauso a tifosi e Artedino. Lascia? L'aspetto»

La Nuorese col marchio Mariotti: «Stagione straordinaria, abbiamo migliorato posizione e punti abbattendo il budget, i risultati col gioco, essere terzi nella classifica dei "Giovani D valore" ci fa onore»

Non ha disputato i playoff ma la Nuorese ha lasciato il segno all'interno di un campionato che ha visto primeggiare le cinque corazzate del girone. La stagione della squadra di Marco Mariotti si è divisa in due parti, nella prima ha fatto sognare il popolo verdazzurro per la conquista di un posto tra le grandi, nella seconda ha rallentato la corsa e visto rimontare le big che avevano stentato all'avvio. Il conto generale è comunque di un'annata più che positiva con il grande lavoro fatto dal tecnico romano in termini di gioco espresso e di valorizzazione dei giovani di una rosa dall'età media tra le più basse del campionato. Coniugare bel gioco e risultati è forse la difficoltà maggiore di un allenatore ma è anche il credo di Mariotti che si è formato nel tempo come collaboratore di Elio Gustinetti e Maurizio Sarri al Grosseto. «Il raggiungimento del risultato attraverso il gioco ti dà una forza fondamentale, quando hai una squadra molto giovane, devi dare il culto del calcio e giocare sempre la partita perché i giovani non sono in grado di vivere per il risultato. Ho visto spesso nelle gare usare la palla lunga, la Viterbese stessa non ha fatto una grande espressione di calcio perché aveva l'obiettivo di vincere, noi abbiamo cercato di fare la nostra gara e di avere un'idea di gioco, sapevamo stare in campo ma tante volte capita di trovare gli avversari superiori e devi accettarlo».

 

Il tecnico Marco Mariotti e il capitano Daniele Bianchi

La stagione della Nuorese dice: ottavo posto con 51 punti, 3 in più due posizioni migliorate dall'anno scorso

«Si poteva ottenere anche qualcosa di più ma è stato fatto un campionato straordinario, l'obiettivo prefissato è stato centrato. Il presidente mi aveva chiesto di migliorare la posizione e i punti e questo è stato fatto abbattendo il budget dell'anno prima, abbiamo fatto un grandissimo lavoro e, fino alla partita di Sassari con la Torres, eravamo ancora in lotta per i playoff»

In più c'è il terzo posto nella classifica dei "Giovani D valore" vinta dall'inarrivabile Ostiamare

«Un traguardo molto importante per la prima volta raggiunto dalla Nuorese che così otterrà un premio in denaro di 10mila euro. Questo ci fa onore e contro l'Ostiamare, che è arrivato primo perché ha i giovani fidelizzati, noi schieravamo più fuoriquota in campo. Sapere che Tupponi, un '98, è stato una settimana in prova al Chievo e che andrà probabilmente in ritiro, oppure che Soumarè, Danese e Alonzi sono stati chiamati da squadre professionistiche, per me è una grandissima soddisfazione» 

Fino a Natale un po' avete fatto sognare col quinto posto però era chiaro che dietro Olbia e Torres sarebbero risalite

«Già con Biagioni stavano facendo ottime cose ma quando l'Olbia è diventata una società satellite del Cagliari hanno fatto un lavoro incredibile con l'arrivo del direttore Carta insieme con Mario Beretta. Hanno preso Ciotti, un portiere che ho avuto a Terni, i due esterni della Primavera del Cagliari Cotali e Pinna, poi ad una squadra già forte della presenza di Molino, Mastinu, Steri hanno messo dentro un giocatore come Andrea Cossu, che arrivava dalla serie A, un altro come Marco Piredda, che ha fatto la serie B, ma anche Dametto e Geroni che avevano esperienze di Lega Pro. Allora è giusto che l'Olbia sia arrivata fin lassù e salga di categoria. Ma c'è da fare una nota di merito anche alla Torres, per tutte le vicissitudini passate coi punti di penalizzazione per il calcioscommesse. Sono stati bravissimi tutti, dall'allenatore Marco Sanna ai giocatori che hanno portato la barca fino in fondo, elementi come Demartis, Scotto e Lisai hanno giocato per la maglia che indossavano riuscendo a portare 4mila spettatori al Vanni Sanna nella finale playoff»

Cosa si sarebbe dovuto fare alla Nuorese per stare ai vertici, forse prendere un bomber e avere un Cappai a pieno servizio?

«Il presidente aveva detto che se arrivavamo a dicembre con pochi punti di distacco dalla prima in classifica sarebbe intervenuto sul mercato ma Artedino è sempre stato onesto e chiaro, il nostro è un rapporto basato sulla schiettezza e la lealtà, mi ha detto che non aveva la possibilità di fare quegli investimenti per competere con Olbia, Rieti e Grosseto. Alla prima giornata del girone di ritorno, vincendo a Lanusei, avevamo 34 punti in classifica, a tre lunghezze dal secondo posto e cinque dal primo. È poi successo che tra i dieci "grandi" che avevamo in rosa Cappai era l'unica punta senior e ancora non c'era Bezziccheri, contro la vice-capolista Grosseto Roberto si è infortunato ed è stato fuori due mesi saltando una decina di partite, poi è rientrato quando i giochi per i playoff erano già fatti. Nel frattempo il peso dell'attacco è caduto sulle spalle del '96 Alonzi che, segnando 10 gol senza rigori, ha fatto in ogni caso un grandissimo campionato, però un conto è giocare al fianco di Cappai e un altro è sentire il peso della responsabilità di un reparto. Abbiamo pagato la giovane età e la panchina corta, il calcio poi presenta sempre il conto nel girone di ritorno, che diventa un altro campionato, i punti hanno valore doppio. Noi nel 2016 ne abbiamo fatti 20 punti che, con tutte le vicissitudini legate all'infortunio di Cappai, con Del Sole a mezzo servizio e gli squalificati, non sono neanche pochi»

Dopo la vittoria a Lanusei c'è stato un lungo digiuno di vittorie durato 9 gare con 2 sole sconfitte, contro Viterbese e Grosseto, e tanti pareggi sembrati a volte dei mancati successi 

«Escluso la Torres, che ci ha sconfitto sia all'andata che al ritorno, abbiamo fatto 4 punti sia con l'Olbia che col Rieti, a Grosseto è finita 3-3 ma vincevamo 3-1 mentre in casa abbiamo fatto il più bel secondo tempo del campionato passando da 0-3 a 2-3 sfiorando la clamorosa rimonta. Lì c'è stato l'infortunio di Cappai che aveva calciato il rigore. Alla fine il campo ha detto la verità per tutte le squadre e noi abbiamo fatto comunque un buon girone di ritorno, abbiamo perso in tutto 7 gare e siamo stati la terza miglior difesa del girone»

Tra i tanti pareggi del ritorno quello col Muravera aveva portato alle dimissioni poi rientrate

«In quella gara bisogna prima di tutto dire che il Muravera non solo aveva meritato il pari ma anche la vittoria, è stato superiore a noi, ma io volevo dai ragazzi un segnale, dovevamo dare il massimo e non l'immagine di una squadra svogliata e poco aggressiva. Si può vincere e perdere ma bisogna sempre dare la sensazione di aver dato il 100%, questo non è avvenuto con il Muravera e pure qualche gara prima come quella col Cynthia. I giovani andavano responsabilizzati, bisognava far capire loro che quando vanno in campo si ha alle spalle l'onere verso il lavoro fatto da tutto uno staff, verso una società che non ti fa mancare nulla e verso i tifosi che ti hanno sempre sostenuto. Le dimissioni servivano a dare una scossa, i ragazzi l'hanno recepito e, infatti, abbiamo sempre dato tutto e mai fatto sconti a nessuno»

I tifosi vi hanno sempre sostenuto anche quando mancavano le vittorie

«Devo fare un grande plauso ai nostri tifosi, anche nelle ultime gare quando non c'era possibilità di lottare per i playoff ci hanno seguito con partecipazione. La loro presenza è un valore aggiunto, quando si hanno tifosi così che ti fanno sentire questo calore è una grossa spinta, nel Lazio siamo andati in stadi con 200 spettatori presenti e la metà erano nuoresi. Abbiamo fatto sognare e ci siamo divertiti, è stata una stagione stupenda e questo va riconosciuto» 

Futuro Nuorese: Artedino dice di lasciare la società e Mariotti in quale panchina siederà?

«Il presidente anche nei momenti difficili ha tenuto su la baracca, a lui va il mio ringraziamento e lo capisco se ora vorrebbe qualche imprenditore più vicino alla società. Non essendoci più la C2, oggi in serie D ci sono squadre importanti e mantenere la Nuorese a buoni livelli è un compito arduo. Qui si può portare avanti un progetto importante, in Barbagia ci sono tanti '98 e '99 davvero forti e bisogna investire sul settore giovanile, ho detto anche al sindaco che però c'è una carenza delle strutture. Io sono qui per portare avanti il progetto e l'aspetto, ho detto però ad Artedino che questo è il mio mestiere, qualche chiamata l'ho anche ricevuta però metto davanti a tutto la Nuorese perché col presidente, i dirigenti e i tifosi ho un rapporto straordinario, mi hanno fatto sentire meno la lontananza da casa e chi mi ha trattato bene ha sempre la precedenza, ci sono 25 anni nel mondo del calcio e due sono le parole che non si usano più, la riconoscenza e la gratitudine, credo invece che siano dei valori da ritrovare»

Che cosa hanno lasciato dentro queste due stagioni in Sardegna, oltre al fatto che si sentiva dire sempre: "La Nuorese è una squadra con un'idea di calcio"

«Tutto deriva dall'esperienza e da come ti formi professionalmente. Io ho avuto la fortuna di lavorare a Grosseto con Gustinetti, sono andato a vedere le finali Primavera e ho avuto un confronto diretto con Lorenzo D'Anna, allenatore del Chievo. Bisogna saper vivere una sconfitta e riconoscere se l'altra squadra è più forte di te, si cresce imparando prima con le sconfitte, giocando a calcio capita di subire sconfitte anche immeritate ma la crescita passa per questo. Io ho guidato un gruppo straordinario, si allenavano 6 volte la settimana, con due doppie sedute, abbiamo sperimentato qualcosa col modulo, il 3-2-3-2, giocatori come Bianchi e Cadau meritano di fare esperienze professionistiche, sono bravi e uomini veri, così come Frasca e Del Sole, tutti loro meritano la mia applicazione e li porto nel cuore. Così come i dirigenti Gigi Pala e Roberto Moro, il fisioterapista Peppe Chironi il cui cruccio è stato quello di non aver recuperato prima Cappai, tutti loro sono stati sempre vicini alla squadra. E vorrei nominare anche i componenti dello staff, il vice Gianluca Peddio, il prof Gaetano Mascaro, il preparatore dei portieri Pierpaolo Pisanu, va dato merito a queste figure perché se noi allenatori siamo bravi ed è stato un anno bellissimo lo si deve ad uno staff che ha remato sempre nella stessa direzione, spero in futuro di portarmeli appresso»

Capitolo squadre sarde: la finale playoff è stata Torres-Olbia, l'Arzachena ha chiuso ai piedi dei playoff, Muravera e Lanusei salve, Budoni e Castiadas retrocesse

«Tutte hanno fatto un ottimo campionato ed erano squadre competitive che hanno giocato belle partite e con un pubblico all'altezza delle prestazioni senza mai avere uno screzio tra tifoserie. Di Torres e Olbia ho già detto prima, alla fine hanno meritato le posizioni per l'investimento fatto, aggiungo però che era giusto che quest'anno i playoff si facessero con una sesta squadra, l'Arzachena ha fatto un ottimo campionato ed è guidato da un allenatore molto bravo che bada al sodo. Mi dispiace tanto per la retrocessione del Budoni, ho conosciuto la dirigenza e spero possano essere ripescati, Cerbone è un mio amico. Il Castiadas è partito troppo male, ha pagato la brutta partenza e i pochi punti fatti, mister Mereu ha fatto un girone di ritorno importante ma nella rimonta hanno dato tanto dal punto di vista mentale, un conto se fai la rincorsa per i playoff, un altro se la fai per la salvezza, quello sforzo ti può costare caro. Muravera e Lanusei hanno raggiunto l'obiettivo vincendo il loro campionato, i sarrabesi senza passare dai playout e perciò meritano un 10+, hanno giocatori importanti per la categoria come Nurchi, Vignati, Arrus, la squadra giocava bene e c'è il marchio dell'allenatore Piras; gli ogliastrini hanno avuto una flessione ma con i giocatori esperti come Floris, Angheleddu, Figos e anche con il lavoro di mister Loi, che ha fatto la storia del club portandolo dalla Promozione alla serie D, hanno centrato l'obiettivo salvezza nei playout. Con l'esperienza fatta in questo campionato entrambe le squadre miglioreranno ancor di più il prossimo anno. E aggiungo anche che ora arriva un'altra squadra sarda molto forte come il Latte Dolce, in stagione l'ho incontrato in amichevole, vengono da una cultura del settore giovanile e hanno un gruppo di giocatori bravi con un forte attaccamento alla maglia»

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2015/2016
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Sardegna
Girone G