«Vincere con questo club è una gioia immensa»
La Tharros riabbraccia la Promozione, Contini: «Doveva essere un anno di transizione, siamo andati ben oltre le aspettative»
Il nome di Andrea Contini sta diventando una vera e propria garanzia di successo: quella ottenuta domenica scorsa, al termine dello spareggio play-off contro lo Stintino, è infatti la quinta promozione per il giovane tecnico, che negli ultimi tre anni, dopo i successi sulle panchine di Palmas 95 e Abbasanta, ha festeggiato il salto in Prima con Atletico Cabras e Tharros, e sempre alla guida degli oristanesi, l'approdo, storico, mancava da otto anni, in Promozione.
Un traguardo prestigioso, sia per come si è materializzato, una stagione vissuta, sin dalle prime battute, costantemente nei piani alti, a battagliare tenacemente con le squadre più forti del torneo, e sia soprattutto perchè in tanti prima di lui avevano tentato di riportare in orbita, senza particolari successi ma anzi, pagando a caro prezzo le cocenti delusioni rimediate, una compagine dal passato glorioso ma dal presente poco florido, almeno sino al recente passato: l'impatto di Contini con l'ambiente è stato praticamente perfetto, una scossa energizzante che ha prodotto ottimi frutti in pochissimo tempo, grazie ad un lavoro serio e certosino.
La sensazione generale, però, è che le belle sorprese per i tifosi bianco-rossi non siano assolutamente finite qui: all'orizzonte infatti, si intravede già l'ennesimo campionato da vivere tutta d'un fiato, da protagonisti assoluti.
«Dopo il girone di andata – ammette Andrea Contini -, ci siamo resi conto che potevamo puntare ad un risultato ambizioso, addirittura lottare per il primo posto, cosa che peraltro abbiamo fatto sino allo scontro diretto.
In realtà, il Fonni si è dimostrata una compagine sicuramente più attrezzata rispetto a noi, e il fatto che siano riusciti a batterci in entrambe le sfide non è un caso, ma noi non ci sentivamo comunque inferiori: i ragazzi in quelle occasioni non hanno assolutamente demeritato, giocando alla pari.
Paradossalmente, la sconfitta rimediata al ritorno ci ha regalato grande fiducia e consapevolezza nei nostri mezzi: la seconda piazza era alla portata, ma si trattava, all'epoca, soltanto di un bel sogno».
Che si è tramutato, e non per caso, in realtà:
«Pensavamo di disputare un campionato di transizione, in cui avremmo dovuto prendere confidenza con la categoria per poi costruire una squadra competitiva in grado di centrare il salto. Invece, il secondo posto ci ha permesso di giocare gli spareggi play-off, e non ci siamo fatti sfuggire l'occasione».
Di fronte lo Stintino, un avversario sicuramente tutt'altro che abbordabile.
«Affrontavamo una bella squadra, composta da giocatori che vantano importanti esperienze in Eccellenza e Serie D, ma l'abbiamo spuntata noi, meritatamente oltretutto».
La vittoria, forse la più bella della stagione, è arrivata soltanto nel finale: una vera e propria costante, il marchio di fabbrica per la Tharros targata Contini, che ha dimostrato nell'arco del torneo di crederci sempre, sino alla fine.
«Sono i giocatori che devono avere nel DNA questa caratteristica, questa voglia di non mollare, altrimenti diventa tutto inutile.
Grande merito, in questo senso, va ai miei collaboratori, Mariano Nonnis, Davide Spiga e Francesco Zanatta, che hanno contribuito in maniera fondamentale a portare al top, sia per quanto riguarda la condizione atletica che psicologica questo gruppo di ragazzi.
Ci è capitato molto spesso – ammette – di strappare punti decisivi proprio negli ultimi minuti, una questione di mentalità: da questo profilo siamo cresciuti costantemente, uno dei risultati che ci soddisfa maggiormente».
Per conquistare così tanti punti in Zona Cesarini serve però anche molto coraggio nel prendere le scelte nei momenti cruciali, proprio come è avvenuto domenica:
«I calci di rigore erano ormai imminenti, e il nostro portiere zoppicava vistosamente per via di un problema al polpaccio: mi son confrontato con il mio collaboratore e abbiamo preferito far entrare una punta al posto di un difensore, piuttosto che puntare sul secondo portiere, che peraltro è anche molto bravo».
Una mossa che vi ha premiato:
«Nel finale stavamo decisamente molto meglio dello Stintino sul piano atletico, loro sono calati tantissimo, in campo praticamente c'eravamo solo noi: ce la siamo tentata, e ci è andata piuttosto bene; il lavoro paga, e anche domenica c'è stata una conferma in questo senso».
Il tecnico è riuscito dove tanti, prima di lui, avevano fallito: Oristano può nuovamente godersi, dopo una lunga quaresima, il calcio che conta.
«La città ha reagito bene, le persone sono tornate al campo, anche se è difficile vedere gli stadi pieni come una volta: le persone combattono quotidianamente con mille problemi, ed è difficile a volte potersi permettere il costo di un biglietto o di una trasferta.
Vincere ad Oristano è comunque bellissimo, ha un sapore particolare soprattutto per molti di noi: la maggior parte è nata e cresciuta sportivamente in questa società bellissima, mi ritengo fortunato ad aver scritto una pagina così importante, non possiamo fare altro che goderci il grande entusiasmo che si respira nell'ambiente».
L'allenatore di Palmas Arborea ha ricevuto tantissimi complimenti, ma ne evidenzia due in particolare:
«Il primo è di Pepe Catapano, che mi ha scritto: “Ti ho conosciuto tanti anni fa nello spogliatoio a Marcomer per una partita di Coppa Italia tra la Tharros e il Macomer; a fine partita mi chiedesti come avevi giocato. La mia risposta: un leone.
Hai un carattere forte ma genuino, ed è quello che sicuramente hai trasmesso ai tuoi ragazzi; hai conquistato due promozioni in due anni, ma questa a parer mo vale doppio. Complimenti sinceri, e con la tua genuinità hai dimostrato che sei un mister a tutti gli effetti, accontentandoti delle risorse che ti da la società in base alle proprie possibilità”.
Il secondo invece, è di un mio compaesano, Luca Atzori: “Complimenti per il risultato ottenuto e per l'ennesima vittoria. Sei l'esempio della differenza che c'è tra l'avere un cartellino per poter allenare e l'averlo avendo delle competenze.
Bravo, avere un compaesano che fa conoscere il nostro paese grazie all'ottenimento dei successi non può che farmi piacere”.
Per le dediche, invece – continua – la lista sarebbe lunghissima, ma mi limito a ringraziare la mia famiglia, mia moglie e i miei tre figli per la pazienza che hanno avuto nei miei confronti».
Contini si tiene stretta, strettissima, quest'ennesima avventura dal sapore dolcissimo:
«La società e i ragazzi mi hanno permesso di migliorare ulteriormente, ho imparato qualcosa in ogni partita, ma non mi sento assolutamente arrivato, anzi, ed è un discorso che riguarda ovviamente tutti i miei collaboratori».
Sul futuro della Tharros invece, il tecnico ha le idee chiare:
«Si può sicuramente ancora crescere, ed è necessario, considerando che il campionato di Promozione sarà esponenzialmente più impegnativo.
Serve una struttura adeguata, ad Oristano siamo molto penalizzati in questo senso; anche la società, a livello organizzativo, sarà chiamata al salto di qualità.
Per finire poi, c'è assoluto bisogno di una Under, di una Juniores valida che possa fornire elementi importanti alla Prima Squadra».
E' ancora presto invece per parlare di una sua eventuale riconferma sulla panchina dei bianco rossi:
«Sino al 30 giugno lavorerò con loro, per la prossima stagione spetterà alla società decidere, e io rispetterò le loro scelte, ma per il momento ci godiamo questo traguardo».