«La vittoria con il Thiesi è stata decisiva. Il futuro? A me piacerebbe restare»
Ossese in Promozione, la grande gioia dopo la fatica, Sechi: «Essere costretti a vincere sempre alla lunga logora, il gruppo ha risposto alla grande nonostante la pressione»
L'Ossese chiude la stagione al primo posto, con un vantaggio di sette lunghezze nei confronti del Thiesi, e vola in Promozione tra gli applausi; i bianconeri sono stati la squadra più solida e compatta, come testimoniano gli appena 19 gol incassati nell'arco di trenta partite, capace di mettere assieme ben venti vittorie, tra le quali spicca sicuramente il 3 a 1 rifilato ai nero-verdi di Zani nello scontro diretto di inizio aprile. Battere la concorrenza delle rivali non è stato affatto semplice, una lotta dura e decisamente impegnativa, a tratti spossante: lo si capisce dal sospiro di sollievo che mister Fabio Sechi, peraltro già abituato a certe imprese, si lascia scappare all'inizio dell'intervista, mentre ripercorre le tappe principali di questa cavalcata.
«La gioia per la vittoria ha pareggiato la fatica – dichiara Sechi – è stato un anno difficile, considerando che eravamo obbligati a vincere praticamente ogni domenica. Non era semplice, anche perché la squadra è cambiata tanto rispetto all'anno scorso e c'erano diverse incognite da risolvere: la rosa era composta da alcuni giocatori di esperienza abituati a certe pressioni, ma molti altri non si erano mai trovati a disputare un campionato di vertice. Il gruppo si è dimostrato compatto, ha inseguito l'obiettivo con la mentalità vincente. Quando raggiungi il risultato però si dimentica tutto».
Tra gli aspetti più positivi, una difesa praticamente perfetta. «La migliore tra tutti i dilettanti, i numeri dicono questo, ma abbiamo curato la fase arretrata con la stessa attenzione riservata alle altre. Siamo riusciti ad essere particolarmente attenti, i ragazzi hanno risposto piuttosto bene: schieravamo spesso un fuori quota, potevamo contare poi sulla grande esperienza dei vari Zichi, Maccioccu, Leoni, Masia, Manca. Chi subisce meno di solito vince, una regola che ha trovato conferma anche nel nostro girone».
Sechi ha dovuto lavorare sodo per raggiungere gli equilibri tra i reparti. «Inizialmente non avevamo in rosa grandissimi bomber, uomini che, per farla breve, ti garantiscono 30 gol sicuri. Nuvoli ci assicurava fantasia e tecnica, ma a livello realizzativo non ha mai fatto caterve di gol; è più il classico giocatore da ultimo passaggio, ma bisogna ammettere che il suo dovere l'ha fatto in pieno. Contini arrivava dal calcio a cinque, anche lui non è mai stato un goleador eppure ha segnato con buona continuità, idem per Fonnesu, che ha messo a segno i suoi onestissimi sette centri». Al termine della stagione, il bottino è stato più che positivo, con ben 61 reti all'attivo. «Riuscivamo ad andare in gol con buona disinvoltura, ma tante partite si sono chiuse sull'1 a 0 ed in questi casi ti capita di soffrire molto più del previsto. C'erano un po' di dubbi legati all'attacco, l'arrivo di Delizos poi ha definitivamente sistemato le cose».
L'unica sconfitta incassata dall'Ossese la dice lunga sulla stagione perfetta messa in piedi dai bianco-neri. «Un successo costruito prevalentemente nel girone di andata, dove abbiamo conquistato davvero tantissimi punti. C'è stata una piccola flessione nel girone di ritorno, con qualche pareggio di troppo, ma ora ci rendiamo conto che anche quei punticini, sommati, sono stati fondamentali. Era impensabile comunque mantenere il ritmo della prima parte di campionato, ma ci siamo espressi con costanza».
Con il passare delle giornate aumentava esponenzialmente anche la pressione. «Nel calcio però non ci deve essere spazio per la paura, è pur sempre uno sport. E' normale che la tensione si faccia sentire, soprattutto come ti avvicini al traguardo, ma se sei consapevole della tua forza riesci a superare tutti gli ostacoli. Siamo stati bravi ad affrontare ogni partita con foga, fame e determinazione».
Uno dei momenti decisivi è stata la vittoria rifilata al Thiesi nello scontro diretto del ritorno. «Ci ha regalato la giusta tranquillità per affrontare al meglio il finale di stagione, anche se in qualche passaggio ci siamo complicati la vita. Sono soddisfatto per i valori espressi dai miei, ma è giusto rendere omaggio ai nostri rivali: il Thiesi non ha mai mollato, proprio per questo è stato importante riuscire a tenerli sempre a distanza di sicurezza».
Un'annata indimenticabile e significativa per il tecnico, che getta uno sguardo sul futuro. «Non è mai facile fare il profeta in patria, le pressioni per un allenatore locale sono, se si vuole, ancora maggiori, ma la gioia che arriva in caso di vittoria è moltiplicata; lottare per il tuo paese e i tuoi tifosi è bellissimo. Mi piacerebbe rimanere anche nel prossimo anno, ma devo fare anche altre considerazioni oltre a quelle di cuore; valuteremo assieme il progetto e le ambizioni della società, la direzione che si vuole seguire». La Promozione è tutta un altro mondo. «Subentrano tanti discorsi, come quelli legati ai fuori quota. In più ti devi confrontare con realtà calcistiche che da tanti anni militano ad altissimi livelli. La mia volontà comunque conta poco, l'ultima parola spetta al presidente e ai dirigenti. Se ci sono i presupposti continueremo assieme, altrimenti amici come prima. Sarei comunque tranquillo, perché lascerei la squadra in una categoria prestigiosa, un palcoscenico che questo paese si merita assolutamente».
Il finale è riservato alle dediche e ai ringraziamenti. «In primis alla società che ha creduto in me; il presidente, giovane e vulcanico, sapeva di potersi fidare e ho provato a ripagarlo al massimo. Anche con il direttore sportivo Ibba c'è un ottimo rapporto: avevo già lavorato con lui ai tempi del Ploaghe, vincendo il campionato come è accaduto qui all'Ossese; riesce a muoversi con disinvoltura con tutti i giocatori più importanti, in definitiva sono i grandi calciatori che rendono vincenti le squadre e gli allenatori. Non posso dimenticarmi dei nostri tifosi, un gruppo di amici, ragazzi e ragazze giovanissimi che ci hanno dato davvero una grossa mano, basti pensare che per il confronto con il Thiesi sugli spalti c'erano un migliaio di persone, non è poco per il calcio dilettantistico. Chiudo con una dedica particolare ai miei familiari, a mia figlia e a tutti i miei amici».