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Homar Farina, allenatore, Posada
«Non mi aspettavo di fare così bene, i ragazzi non hanno mai mollato»

Posada, stagione da dieci e lode; Farina: «Siamo stati bravi a reagire alle difficoltà, la continuità di risultati è stato l'aspetto decisivo»

Il Posada non rallenta la propria corsa: le diciannove reti realizzate nelle ultime quattro partite confermano tutta la forza, a tratti imbarazzante, della capolista che, seppur con la vittoria del campionato in tasca, arrivata con ben tre turni di anticipo rispetto al termine della stagione, continua a spingere come se i giochi fossero ancora aperti.
I numeri messi assieme dai bianco celesti parlano da soli: miglior attacco, fermo al momento a quota 82, miglior difesa, appena 27 i gol subiti, ventidue vittorie e due pareggi per un totale di 68 punti, con un vantaggio mostruoso dalla diretta inseguitrice Oschirese, staccata di ben undici lunghezze.
Vincere, si sa, non è mai facile, anche quando hai a disposizione la rosa meglio assortita del girone: per tagliare il traguardo al primo posto è necessario che tutte le componenti girino nel verso giusto; in questo senso il ruolo dell'allenatore è simile a quello del direttore d'orchestra: deve cercare, insomma, di armonizzare al meglio le varie qualità dei giocatori per raggiungere il risultato migliore. Da questo punto di vista Homar Farina si merita sicuramente un bel dieci in pagella: il giovane allenatore infatti, seppur alle primissime esperienze con una Prima Squadra, ha saputo bilanciare con grande acume tattico, personalità e una discreta dose di buon senso il potenziale enorme del gruppo e ora può finalmente godersi, assieme ai suoi, i frutti del lavoro.
Il tecnico, originario de La Caletta di Siniscola, ci accompagna alla scoperta di una delle più belle realtà della Prima Categoria.

«E' stato un anno intenso e molto impegnativo; ci siamo tuffati nell'avventura con lo spirito giusto, un ingrediente fondamentale per far bene in queste categorie». La ricetta è semplice: «Divertirsi il più possibile, cercando di esprimere un buon calcio. Devo ammettere che ho avuto a disposizione un gran bel gruppo, i ragazzi si sono distinti per professionalità e per l'intensità con cui affrontavano gli impegni».
Il paese ha abbracciato la squadra nella sua grande cavalcata verso la vittoria finale. «Ritorniamo in Promozione dopo ben quattro anni di assenza, un traguardo che vogliamo condividere ovviamente con tutti i nostri tifosi. A Posada non c'è una grossa tradizione a livello calcistico in Promozione, ma negli ultimi tempi la squadra si sta comportando piuttosto bene; c'era da smaltire l'amarezza legata alla retrocessione, ora abbiamo la possibilità di giocarci un'altra chance». Con un obiettivo importante. «Cercheremo di mantenere la categoria, questo è poco ma sicuro. Sarà necessario però organizzare un settore giovanile valido, un fattore imprescindibile, soprattutto per limitare i costi di gestione del club, ma il nostro intento principale è quello di far emergere i ragazzi del posto».
In questo senso il Posada si è portato avanti con il lavoro. «Stiamo cercando di farlo piano piano, a piccole dosi; il regolamento prevede un '98 in campo, ma noi siamo andati oltre, schierando puntualmente addirittura un '99. Sinceramente però – precisa Farina – mi meraviglio che ci siano ancora vincoli del genere: si è trattato di un tentativo per incentivare l'impiego dei giovani, ma secondo me non sta producendo gli effetti sperati, anzi. L'80% di loro spariscono dai campi e non proseguono con l'attività; un calciatore dovrebbe giocare quando se lo merita e non in base all'età. L'anno prossimo probabilmente in Promozione passeremo da 4 a 3 fuoriquota, ma la sostanza non cambia. Ci tengo a ricordare comunque che nella nostra formazione titolare 7/11 sono giocatori locali».

La capolista ha raccolto quattro vittorie nelle ultime uscite confermando tutta la propria forza. «Pensiamo sia importante onorare questo campionato sino alla fine per garantire la regolarità della competizione. Con il titolo ormai in tasca possiamo pensare esclusivamente a divertirci, chi scende in campo comunque da sempre il massimo, i risultati sono una conseguenza. Nel mondo del calcio dilettantistico gli stimoli sono una parte essenziale e noi vogliamo chiudere in bellezza nei prossimi due turni che ci rimangono».
Il merito del successo è anche della dirigenza, che in fase di programmazione ha svolto un lavoro eccellente. «Ci siamo incontrati a settembre con l'intento di migliorare una rosa già competitiva; ho chiesto di riconfermare in blocco tutto lo zoccolo duro, che va a formare l'intelaiatura principale di questa squadra, e sono stato accontentato. In più abbiamo fatto alcuni innesti per rimediare a dei problemi emersi nella passata stagione, che abbiamo affrontato praticamente senza punte di ruolo. Gli arrivi di Talanas e Pintore, in questo senso, hanno risolto la situazione».

Le premesse, ad inizio stagione, erano più che positive, ma l'ultimo verdetto spetta, come sempre, al campo. «Quello che mi ha colpito di più è la capacità mostrata da questo gruppo di reagire alle difficoltà: nell'arco di una stagione è fisiologico incappare in un calo di rendimento, ma noi non abbiamo mai fallito per due partite di seguito, a differenza magari di quanto capitava ai nostri avversari. Abbiamo rimediato, sino ad ora, soltanto quattro sconfitte, tutte fuori casa, ma anziché abbatterci siamo ripartiti ancora più forte. Il segreto è metabolizzarle subito, senza fare drammi». Il rischio in questi casi è quello di compromettere una stagione intera. «I passi falsi servono per capire cosa non funziona, ti regalano paradossalmente maggiore consapevolezza sulla tua forza. Noi ad esempio siamo riusciti a mettere in piedi una striscia di risultati positivi che è andata avanti per due mesi».

Mostrando così una superiorità schiacciante, che ha spiazzato lo stesso tecnico. «Non mi aspettavo di certo di chiudere il discorso così tanto in anticipo e con un vantaggio così importante e ampio». Le difficoltà non mancano, anche quando la stagione nasce sotto i migliori auspici. «Non puoi rilassarti un attimo, e da questo punto di vista noi abbiamo tenuto piuttosto bene, consolidando e mantenendo sino all'ultimo il primo posto». Frutto, anche e soprattutto, di un grandissimo girone d'andata. «Si sono gettate le basi per trovare quella che in definitiva è diventata la nostra identità, uno degli obbiettivi che ci eravamo prefissati alla vigilia. Abbiamo trovato piuttosto in fretta i giusti equilibri, evidenziando al massimo i nostri punti di forza e lavorando duro sui limiti, con l'umiltà dei forti. Entravamo in campo con la voglia di mettere a confronto le nostre idee calcistiche con quelle dell'avversario e molto spesso la spuntavamo noi».

Il tecnico svela i retroscena del suo lavoro. «Curo molto i dettagli, però senza tralasciare mai la parte ludica; se martelli troppo i ragazzi rischi di perdere la fiducia e l'attenzione del gruppo. Preferisco mantenere un atteggiamento propositivo, puntare su un confronto aperto e fertile con la squadra, che deve sentirsi protagonista nelle singole scelte anziché subirle come un'imposizione rigida proveniente dall'alto. Per il resto, ho dovuto lavorare su alcuni elementi che tendevano ad anteporre i risultati personali a quelli collettivi; il singolo ha la possibilità di emergere al meglio solamente all'interno di un collettivo ben organizzato, non dimentichiamoci che il calcio è uno sport di squadra».
Tra gli interpreti di spicco c'è sicuramente Marcello Pintore. «È il capocannoniere del girone, ha messo in piedi una stagione importante, ma i tuoi compagni risultano decisivi: lavorano meglio per te se dai una mano, oltre che con i gol, con il sacrificio e il cuore».
Oltre al miglior attacco, il Posada può vantare anche la difesa meno battuta del torneo. «Ci siamo concentrati molto sulla fase di non possesso; quando non subisci gol sei a metà dell'opera, soprattutto se davanti puoi contare su un potenziale elevato come il nostro: la scelta era ampissima, con Pau, Talanas, lo stesso Pintore e giovani interessanti come Ena e Toro. Nelle giornate in cui il pacchetto arretrato non ha girato al meglio abbiamo rimediato brutte sconfitte, come capitato con Oschirese e Golfo Aranci, ad esempio».

Per l'allenatore si è trattato di una stagione ricchissima di soddisfazioni. «Ho preso il patentino nel 2013 e dopo alcune esperienze come preparatore dei portieri in varie squadre ho avuto la possibilità di sedermi sulla panchina del Posada, che ringrazio per la fiducia mostrata nei miei confronti. In quest'anno e mezzo ho avuto modo di far maturare il mio entusiasmo per un ruolo che mi affascina molto, soprattutto per le tante dinamiche che ti porta ad affrontare, non solo a livello tecnico – tattico ma anche e soprattutto psicologico». La Prima categoria è una dimensione complessa: «Capita che un giocatore si presenti all'allenamento dopo otto ore di cantiere; lo sport a questi livelli dovrebbe rappresentare un sollievo, una valvola di sfogo e non un assillo in più».
Farina ha le idee chiare in questo senso e dimostra una saggezza non comune. «Ogni giocatore ha la sua personalità, se un allenatore dichiara di voler trattare tutti allo stesso modo dice una bugia; ciò che fa la differenza è proprio la qualità del rapporto che riesci ad instaurare con loro, la comunicazione con il singolo».

Il futuro si annuncia carico di soddisfazioni. «Spero di proseguire e andare avanti con questo progetto, penso che si possa fare ancora molto bene: l'anno scorso siamo arrivati sesti, quest'anno abbiamo vinto il campionato ma so bene che il calcio è fatto di momenti altalenanti, le gioie si alternano ai momenti difficili. Ora aspettiamo la fine del campionato, poi prenderemo una decisione». Quello dell'allenatore è un ruolo comunque delicatissimo: «Spesso hai a che fare con ragazzi in piena formazione e se sbagli approccio puoi risultare estremamente dannoso. Per fortuna io sino a questo momento non ho avuto nessun riscontro negativo. Per il resto cerco di aggiornami in continuazione, per stare sempre sul pezzo».

Il campionato di Promozione sarà un banco di prova difficile ed allo stesso tempo esaltante. «A me piacciono queste sfide; se sarò riconfermato non avrò nessun timore. Il salto sarà notevole, la qualità degli avversari ancora più elevata, ci troveremo ad affrontare altre dinamiche, trasferte più lunghe e modalità di allenamento diverse, più intense ed impegnative».
Probabile che la società intervenga nel prossimo mercato per piazzare qualche ritocco di qualità. «Si tratta di trovare le persone giuste che sposino appieno il progetto; è facile avere grande entusiasmo ad agosto, ma molti si dimenticano che la stagione si chiude a maggio, con l'apice tra fine marzo e aprile. Puoi fare tanto prima, ma se arrivi con le batterie scariche in quel periodo risulta tutto inutile».

Farina chiude con alcune dediche tutte speciali. «Il primo ringraziamento va a mia moglie Silvia; ci siamo sposati a settembre ma per via degli impegni con il campionato non abbiamo ancora fatto il viaggio di nozze; mi ha sempre sostenuto e assecondato in tutti i miei impegni e le mie decisioni, non solo in ambito professionale. È il mio punto di riferimento, il mio sostegno. Ci tengo a ringraziare anche mio padre, che ha portato il calcio in casa quando ero soltanto un bambino e da ex allenatore mi offre spesso i suoi consigli; è importante per me potermi confrontare con lui, nonostante tante cose siano cambiate nel corso del tempo in questo sport, ma i rapporti umani e le dinamiche interpersonali sono sempre le stesse. Per finire, ringrazio il Posada, per aver creduto in me: quando sono arrivato, nel dicembre di due anni fa, in pochi pensavano che sarei riuscito a fare bene, ma il campo ha raccontato un'altra storia. Mi hanno dato la possibilità di entrare in questo mondo, dimostrandomi tutta la loro fiducia e assecondando tutte le mie richieste. Quando qualcuno punta su di te automaticamente ti regala sicurezza; non si trovano tutti i giorni delle società che si buttano in scommesse del genere perché di solito si preferisce il nome noto e affidabile, ma fare esperienza ha un valore inestimabile ed è bello che ci siano ancora dirigenti che la pensano in questo modo».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2016/2017
Tags:
Prima Categoria
Girone D