L'ex tecnico: «Vogliamo far punti per dare continuità, siamo giovani e ci divertiamo»
Sant'Elena, Piras torna a Selargius da avversario: «Avrei preferito non incontrarlo, la retrocessione è una ferita aperta. Contento che il club non sia sparito»
Il grande ex al Virgilio Porcu. Pierpaolo Piras torna da avversario nella sua Selargius e per un attimo gli riaffioreranno nella mente i ricordi degli anni passati in granata alla guida degli Allievi, della Juniores (che vinse anche il titolo regionale), come vice di Karel Zeman in serie D e, lo scorso campionato, come responsabile della prima squadra in Eccellenza. Ora è alla guida del Sant'Elena, l'altro suo grande amore da giocatore e allenatore, e cercherà di strappare - nell'anticipo della nona giornata - una vittoria che avvicini i quartesi alle zone alte della classifica comandata da Carbonia, Samassi e Guspini. Nel maggio scorso la sfida-playout a Tonara decretò la seconda retrocessione di fila del Selargius, l'addio di Piras fu accompagnato dal rammarico per non aver concluso positivamente la missione-salvezza salvezza della squadra della propria città con tanto di accuse alla dirigenza per non essere stata vicina ai giocatori e allo staff tecnico (leggi l'intervista), la risposta della società non si fece attendere (leggi la replica). «Io non tengo rancore con nessuno - dice subito Pierpaolo Piras - quello che dico e che ho detto in passato è la verità, sono una persona sincera e consapevole sempre delle affermazioni che fa. Quando vedo i miei ex dirigenti li saluto, con l'avvocato Gaia ci stringiamo la mano anche se poi sono io che dovrei essere risentito per non aver ricevuto un "qualcosa" da loro».
In estate il Selargius ha rischiato di non iscriversi perché doveva saldare i debiti con ex tesserati, contento che non siano svaniti 51 anni di storia?
«A me ha fatto molto piacere vedere il Selargius ai nastri di partenza, se non mi sono permesso di fare la vertenza al mio ex club è proprio perché rimanesse in vita la gloriosa società per la quale ho giocato tanti anni in serie D e ho avuto poi la fortuna di guidare»
Che effetto farà incontrarla da avversario a pochi mesi di distanza dall'ultima panchina in granata?
«Sinceramente mi piange il cuore vedere il Selargius in Promozione, avrei preferito non giocarci contro perché avrebbe significato che stava ancora in Eccellenza, l'anno scorso ci abbiamo provato con tutte le nostre forze per mantenere la categoria, quella retrocessione resta per me ancora una ferita aperta»
Il Selargius è ripartito con Spini in panchina e con molti dei protagonisti della scorsa stagione, finora sta ben figurando
«Riccardo sta lavorando bene, è un allenatore molto bravo. Ha anche un bel gruppo a disposizione, formato da ragazzi che lo seguono come hanno fatto con me lo scorso anno, sono rimasti diversi buoni giocatori sia senior che giovani e hanno fatto diverse buone partite. Sarà una partita dura per noi»
Come l'affronterete?
«Noi sicuramente andiamo a cercare punti, faremo una gara molto attenta ma anche propositiva, ci serve dare continuità ai risultati e alle vittorie, specie fuori casa dove nelle ultime due trasferte sono arrivate due sconfitte che potevamo evitare»
Contro la Tharros c'è stato il riscatto al ko di Carloforte
«Assolutamente sì, ma in casa facciamo sempre delle belle prestazioni. C'è da dire che il Carloforte è una bella squadra, messa bene in campo e ci sta anche perdere, mentre sono più dispiaciuto della gara a Barisardo, lì abbiamo perso giocando 11 contro 8, non siamo stati bravi a leggere i momenti della gara per farla nostra quand'eravamo in superiorità numerica, con tre punti in più saremmo stati al quarto posto a ridosso del gruppo di testa, anche se ci sono tre o quattro squadre per noi fuori portata»
Siete ancora alla ricerca del passo giusto, cosa vi sta frenando?
«Il nostro, fondamentalmente, è un problema di carattere perché a livello tecnico-tattico la squadra c'è, si vede e lo dimostra. Viene a mancare sul piano caratteriale ma è normale sia così essendo un gruppo molto giovane, in campo schiero spesso tre '98 e un 2000 oppure un '99, e gioca anche il '97. Siamo molto giovani però ce la vorremmo giocare, la cosa più importante è divertirci»
Ma il Sant'Elena può ambire ad un posto playoff?
«Vogliamo fare il meglio possibile, poi quello che arriva in più di una salvezza tranquilla per noi sarà tutto buono. Intanto proveremo a dare il massimo, nel calcio non si sa mai. Abbiamo incontrato Samassi e Arbus, al di sopra di noi, e non abbiamo perso, fra qualche domenica giocheremo contro Carbonia e Guspini. Io dico che l'entusiasmo porta a fare dei risultati inaspettati, noi ci stiamo preparando fisicamente, tatticamente e tecnicamente per sopperire all'esperienza che hanno altre squadre e che in questi campionati fa la differenza. Noi quei tipi di giocatori non ce li abbiamo, col sacrificio cerchiamo di accorciare questa distanza che abbiamo con alcune avversarie»
A dicembre interverrete sul mercato?
«Noi adesso siamo a posto così, bisogna vedere se si libererà qualche giocatore di carattere, un leader che possa aiutare questo gruppo a crescere. Non c'è una esigenza particolare di ruolo, l'importante è che abbia carisma»
Il problema campo Quartu quando lo risolverete?
«Stiamo aspettando di poter rientrare finalmente all'Is Arenas e, anche se sarà da dividere col Quartu 2000, perlomeno avremo un nostro campo per le gare in casa e la possibilità di scegliere orari di allenamento decenti. Si parla per l'inizio dell'anno prossimo, i lavori per la pista dovrebbero essere a posto e ci sarà da rifare il manto erboso»
Nel frattempo siete senza casa
«Siamo nomadi, Sa Forada è inagibile e non possiamo metterci piede. In una settimana giriamo anche quattro campi diversi, a volte siamo a Selargius in terra battuta, oppure a Sant'Elia dove giochiamo la domenica ma solo quando il Vecchio Borgo fa la gara la mattina altrimenti dobbiamo traslocare alla Gemini Pirri. Le amichevole le giochiamo tutte fuori, a Dolianova, Sarroch, Capoterra, Sestu, stiamo girando tutto l'hinterland Cagliaritano e, soprattutto, siamo costretti ad orari di allenamento fuori dalla norma, a volte alle 19.30 ma anche alle 20 e anche alle 21. Tutto questo ci penalizza, però guido un bel gruppo che mi segue e lavora molto bene anche in queste condizioni impossibili»