«Stagione esaltante, applauso ai fuori quota»
Senorbì, Campagnola si gode il successo: «Ha vinto la squadra più forte, meritiamo questa promozione»
L'epilogo della stagione per il Senorbì ha il sapore di una favola a lieto fine: nel cinquantesimo anno di vita del club, dopo un campionato giocato ad altissimi livelli, i granata sono stati in grado di aggiudicarsi la vittoria, con conseguente promozione diretta, nel match – spareggio, attesissimo, contro la Villacidrese, rivale ostica che ha sventolato bandiera bianca soltanto all'ultimo, dopo aver tenuto caparbiamente testa alla corazzata guidata da mister Lello Campagnola per un anno intero.
Il tecnico si tiene stretto questo successo, in cui ha giocato un ruolo fondamentale, riuscendo nell'impresa di dare la giusta dose di fiducia e autostima ad un gruppo giovane e pieno di entusiasmo, che ha saputo crescere e migliorare con il passare delle giornate grazie anche alle indicazioni preziosissime del proprio condottiero, sino a diventare una delle realtà più belle, sia sul piano dei risultati che per quanto riguarda la qualità del gioco proposto, dell'intero torneo; una vera e propria dimostrazione di forza, con il discorso legato al salto di categoria che, parola dell'allenatore, si sarebbe potuto chiudere molto prima:
«Il testa a testa tra noi e la Villacidrese – precisa Campagnola – c'è stato solo alla fine, considerando che dopo le prime giornate avevamo già maturato un discreto vantaggio.
Alcune vicissitudini negative, tra assenze varie, infortuni e un calo di forma dei nostri uomini migliori, ci hanno fatto sprofondare in un vero e proprio periodo nero; i nostri avversari sono stati bravissimi ad approfittarne e a ridurre le distanze, ma la reazione dei miei ragazzi è stata eccezionale: ci siamo presentati allo sprint finale con due punti in più, ma non sono bastati per conquistare il titolo.
Resta il fatto che, al di la di tutti i discorsi che sento fare da più parti, il Senorbì è stata la squadra migliore del torneo: è doveroso sottolinearlo, per dare il degno tributo a dei ragazzi che si sono resti protagonisti di una stagione a dir poco esaltante».
Domenica scorsa, puntualmente, è arrivata un'ulteriore conferma in questo senso.
«Un approccio alla gara impeccabile, una partenza ad altissimi livelli, caratterizzata dalla grande intensità; siamo scesi in campo con l'intento di fare male, sin dalle prima battute, al nostro avversario, e le due-tre occasioni costruite all'inizio sono un dato inconfutabile.
Abbiamo offerto un buon calcio, almeno sino a quando ci è stato possibile: il caldo e la tensione nervosa, la posta in palio era davvero altissima, hanno un po' condizionato l'ultima parte della partita, ma a fare la differenza è stata la nostra grande fame».
Spuntarla con una squadra del calibro della Villacidrese vista quest'anno non era sicuramente facile, ma ai granata va il merito di aver limitato l'enorme potenziale degli avversari.
«Bravi a concedere poco, anche quando siamo rimasti in dieci.
E' vero – ammette Campagnola -, loro hanno fallito un calcio di rigore, ma in quel caso credo che la fortuna ci abbia reso quello che ci ha tolto durante il campionato».
Una delle pagine più controverse è stata la sfida in casa dell'Andromeda.
«Non lo dico io, basta leggere i referti arbitrali: alcuni episodi non si verificano nemmeno sui campi più malfamati».
Campagnola si riferisce alle tre bombe carta esplose dietro la panchina degli ospiti:
«Gesti che possono condizionare pesantemente le scelte arbitrali e, in generale, le prestazioni delle due squadre in campo; in quella circostanza siamo stati bravissimi ad acciuffare il pareggio alla fine, un punto che ci ha permesso di mantenere il primo posto, seppur in coabitazione».
Dati alla mano, il Senorbì ha messo in piedi, se si esclude proprio quel piccolo passo falso rimediato a Siurgus Donigala, una seconda parte di stagione praticamente perfetta:
«Non è stato facile uscire da quel periodo piuttosto negativo (sette gare senza vittoria, con tre pareggi e quattro sconfitte ndr), in cui pesavano, tra le altre, le assenze del capitano Filippo Pinna e di Andrea Enis.
Sono stato costretto ad escogitare nuove soluzioni, chiedendo ai ragazzi di sacrificarsi in ruoli spesso inediti; proprio per questo ci tengo a ringraziarli pubblicamente, sono stati eccezionali».
Discorso che riguarda, ovviamente, anche i tantissimi fuori quota presenti in organico:
«Qualcuno tenta di farlo passare in secondo piano, ma è un aspetto che ci riempie di orgoglio: i vari Valdes, Schirru, Porceddu, Soi, un portiere classe '96, hanno dato risposte importanti e alla fine sono risultati determinanti, riuscendo a non far rimpiangere i più anziani; si sono allenati sempre con grande professionalità, rappresentano una soddisfazione immensa per tutto l'ambiente».
Decisivi, in chiave vittoria finale, i colpi piazzati nel mercato di dicembre.
«Tre innesti che ci hanno permesso di fare il salto di qualità soprattutto sul piano tecnico: Viola è venuto a darci una mano, accettando di scendere di categoria, considerando che giocava in Promozione con l'Aritzo; Emiliano Arba ha sposato il nostro progetto dopo aver lasciato l'Orione, in cui non trovava molto spazio; l'arrivo di Antonio Fenu, ci ha permesso infine di blindare la nostra porta».
Il tecnico, dal canto suo, preferisce evitare la luce dei riflettori.
«I miei meriti? Non spetta a me dare un giudizio. Non sono un allenatore professionista, anche se occuparmi, per lavoro, di gestione delle risorse umane mi ha agevolato notevolmente il compito.
I ragazzi mi hanno seguito, ho avuto a disposizione un gruppo di altissimo livello, un mix perfetto tra giovani e più esperti.
Più che una squadra di calcio, siamo una grande famiglia: probabilmente è stata la nostra arma vincente».
Poter contare, poi, su un cannoniere di razza come Olla è stato un aiuto non da poco.
«Samuele ha disputato un campionato straordinario, ma non lo scopriamo di certo quest'anno: ha superato quota 100 gol con questa maglia, un ragazzo che riesce a raggiungere un traguardo così importante merita un applauso, ma non possiamo dimenticarci di Alessandro Lonis, che in stagione ha realizzato all'incirca gli stessi gol del compagno di reparto: è stata una fortuna avere due attaccanti così letali, penso che sia stata la coppia migliore di tutta la Prima Categoria».
Archiviata, o quasi, la grande festa per la vittoria, rimane soltanto lo spazio per le ultime dediche:
«Ringrazio mia moglie e mia figlia per avermi sopportato tutto l'anno; ma un pensiero particolare va a tutti i ragazzi: se lo meritano».