«Io mi ritengo soddisfatto, Nicola Mereu e gli altri giovani sono pronti per il salto»
Villagrande nei quartieri alti, Mereu traccia un bilancio: «Difficile fare di più, in Ogliastra ci sono tanti problemi»
La chiacchierata con Tore Mereu si è rivelata molto, molto più ricca di spunti del previsto: il pretesto è stato, ovviamente, l'ottima stagione messa in piedi, tra mille difficoltà, dal suo Villagrande, capace di mettere in cassaforte un bottino mica male di quaranta punti, che valgono per il terzo posto in classifica, al pari dell'Atletico Settimo e, cosa non da poco, il piazzamento migliore tra tutte le compagini ogliastrine. Ed è proprio quando si passa all'analisi delle problematiche sociali, economiche e perchè no, culturali relative a quel territorio specifico che le cose diventano più interessanti, con il giovanissimo allenatore che scatta un'istantanea lucida e appassionata su una dimensione che rischia drammaticamente di venire ridotta all'osso.
«Domenica le cose sono andate nel migliore dei modi — ammette Mereu commentando il successo per 4 a 0 rifilato tra le mura amiche alla Baunese —, siamo riusciti a fare la partita dal primo all'ultimo minuto, senza mai però perdere il rispetto per gli avversari. Loro hanno retto soltanto per un tempo, dopo il secondo gol non c'è stata praticamente più storia». Il divario in classifica parla chiaro: «Sicuramente hanno dovuto fare i conti con diversi problemi, che magari si stanno trascinando dietro da alcuni anni, ma anche qui a Villagrande ci siamo dovuti scontrare con tantissime difficoltà». Il tecnico scende subito nel dettaglio. «Ora ad esempio ho a disposizione un gruppo ristretto, ma almeno è sano, se mi passi il termine: all'inizio della stagione al campo si presentavano persone che anziché correre passeggiavano, non dimostravano la voglia e la determinazione che servono in questi casi, forse non erano abituati nemmeno ad un certo tipo di allenamenti. Sino all'anno scorso la rosa era composta principalmente da ragazzi del posto, al mio arrivo ho cercato di intraprendere un discorso completamente diverso, cercando di far capire a tutti che gli impegni vanno affrontati con la giusta dose di serietà e che se uno vuole scendere in campo da titolare deve conquistarselo durante la settimana, nelle tre sedute».
L'avvio di stagione non è stato dei più agevoli. «Abbiamo incominciato con 13 giocatori, in un certo senso credo che le prime sei partite siano state buttate alle ortiche; a metà cammino, da dicembre in poi, il numero è salito a 18/19 elementi, grazie all'innesto di qualche pedina che ci ha dato una grossa mano e di cui mi fido ciecamente da diversi anni, sin dai tempi di Girasole, e passando poi per Barisardo: penso a Mascia, Masia, Errico, Luca Mameli. Attualmente stiamo attraversando una nuova fase di emergenza, in panchina siamo contati e non tutti riescono ad allenarsi, tra impegni personali e lavorativi, come vorrei».
Tra le note più liete, la vera e propria esplosione di alcuni giovani davvero interessanti. «Penso a Nicola Mereu, un classe 2001 che ha fatto vedere cose fantastiche, spero che il prossimo anno possa approdare a qualche squadra di categoria superiore, dalle nostre parti c'è la possibilità rappresentata dal Lanusei o dal Tortolì, perché se lo merita davvero». All'attivo già 8 gol, niente male per un sedicenne. «Credo che la cosa più positiva sia il fatto che ha tanta voglia di ascoltare e imparare, è davvero molto serio, è un piacere lavorare con ragazzi del genere, che si applicano con questa professionalità. Quello che dico vale anche per Andrea Olianas e Marco Trocani. Era uno degli obbiettivi della società, ci tenevano a far sbocciare i propri talenti, ed in questo senso mi sento molto soddisfatto».
Qualcuno si aspettava un Villagrande al primo posto; Mereu dice la sua in merito. «Parlano senza conoscere assolutamente la nostra realtà, e noi non abbiamo nessun bisogno di sbandierarla in giro: proprio per questo dico che la classifica è, non dico ottima, ma sicuramente buonissima, non possiamo pretendere di più. Ci troviamo al terzo posto e faremo di tutto per rimanere tra le prime cinque; nella passata stagione il bottino è stato di 43 punti, ora ne abbiamo 40, mancano sei partite e le cose potrebbero andare ancora meglio, ovviamente. Nel calcio non costa soltanto tagliare il traguardo per primi, che è una questione esclusiva per Villasor e Gemini, ormai, e credo che non abbiano assolutamente rubato nulla, ma noi cercheremo di posizionarci davanti ad Atletico e Sadali, sarebbe una bella ricompensa dopo i tanti sforzi fatti, questo per dirti che ognuno di noi ha i suoi obbiettivi: magari l'attaccante che spera di arrivare in doppia cifra, o il portiere che vuole prendere meno gol possibile».
In Ogliastra poi, il calcio sta assumendo un significato particolare. «Sta mancando l'elemento principale: i giovani; ci saranno sempre più difficoltà a creare le squadre. Per fortuna a Villagrande c'è una società seria che ci tiene a proseguire con il proprio percorso, una dirigenza professionale che non ti fa mancare assolutamente niente, ma il problema numerico si fa sentire e si farà sentire in maniera drammatica in futuro. I ragazzini non hanno più voglia di scendere al campo, una cosa che una decina di anni fa non esisteva. Anche nello spogliatoio si respira un'aria diversa in questo senso: prima c'era molta più curiosità, più disponibilità ad imparare dai più esperti. Secondo me stiamo per affrontare una crisi che rischierà di mettere a serio rischio soprattutto le realtà dei paesi più piccoli».
Proprio per questo, il lavoro di Mereu assume un valore ancora più significativo. «Un allenatore riesce a dare il meglio quando ha giocatori bravi, che si impegnano senza risparmiarsi. E' importante poter contare su elementi che, a prescindere da come vanno le cose, non abbandonano la barca».
Il tecnico tira le somme a sei giornate dalla fine di una stagione bella, entusiasmante ma anche faticosa. «Ho smesso di giocare perchè mi sono reso conto che non si può più (ride), per me è finita. Ora mi sto tuffando con tanto entusiasmo in questa nuova avventura, che mi sta già ripagando, se devo essere sincero».
Dopo le esperienze con Girasole e Barisardo, il Villagrande potrebbe essere ancora la casa di Mereu, ma il futuro è un'incognita. «Ora penso a concludere questo torneo al meglio, poi si vedrà se ci saranno le condizioni necessarie per proseguire assieme. Non dipende quindi solo da me, ma anche dalle intenzioni della società. Di sicuro, io voglio continuare a migliorare, di anno in anno, sono sempre alla ricerca di sfide nuove; se poi uno se lo merita, è giusto che salga di categoria, ma a volte riesci a fare un ottimo lavoro anche nelle realtà più piccole». I palcoscenici grossi non sempre possono essere quelli più adatti. «Soprattutto a 39 anni: io al momento sto cercando semplicemente di aumentare le mie competenze e gli strumenti a mia disposizione, anche nel capire i giocatori e le pretese dei dirigenti, ad esempio. Un allenatore deve sapersi muovere di conseguenza; nel mio caso se devo dire qualcosa lo faccio in prima persona, in maniera piuttosto schietta e non so davvero se sia un pregio e un difetto (ride), ma io sono così, prendere o lasciare».