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Seconda categoria
«Bravi a uscire da una situazione difficile»

Finale dolce amaro per l'Ottana, Lai: «Quest'anno avremmo potuto fare meglio»

L'Ottana, grazie al pareggio strappato, di fronte al proprio pubblico, ad una compagine di assoluto valore come il Su Gologone di Zola, è ormai ad un passo dalla salvezza: a 270 minuti dal termine del campionato sono infatti 8 le lunghezze di vataggio nei confronti della zona play-out.
Per Gianfranco Lai, in un certo senso, si tratta dell'ennesima scommessa vinta, considerando che, come accaduto nello scorso anno, ha accettato di guidare la squadra senza rinunciare a giocare, ottenendo, peraltro, ottimi risultati, come confermano il pareggio conquistato contro la capolista Baunese o la bella vittoria contro il Meana.

 

Gianfranco, domenica avete fermato sul pari una squadra di tutto rispetto come il Su Gologone, confermando ancora una volta che questa squadra ha tutte le carte in regola per ottenere risultati importantissimi.
«E' stata una bella partita, giocata a viso aperto da entrambe le squadre: sia noi che loro abbiamo avuto diverse occasioni per chiudere il match, anche se penso che, in definitiva, il pareggio sia il risultato più giusto.
C'è un pizzico di rammarico da parte nostra perchè l'Ottana avrebbe potuto fare un campionato migliore: non meritiamo questa classifica, considerando che abbiamo sempre offerto delle belle prove soprattutto con le squadre che attualmente lottano per la promozione, non siamo sicuramente inferiori a nessuno ma probabilmente non riusciamo ad essere abbastanza cinici: anche domenica non abbiamo sfruttato due o tre palle gol sul finale, ma il calcio è anche questo.
Sicuramente la fortuna non è dalla nostra parte, ma siamo tutto sommato soddisfatti, visto che siamo partiti con l'obbiettivo di disputare un bel campionato e da questo punto di vista non possiamo lamentarci.
L'Ottana ha avuto qualche problema di troppo ad inizio campionato, sia per le scelte tecniche di mister Moro e sia per un po' di sfortuna: siamo stati bravi a recuperare e a guadagnare praticamente la salvezza, tutto sommato quest'anno ci accontentiamo».

 

Quale è stato il problema più grande che hai trovato nel sostituire mister Moro sulla panchina dell'Ottana?
«Ho preso la squadra quando si trovava al penultimo posto in classifica: ho cercato di far capire ai ragazzi che non meritavano assolutamente quella posizione, dopo due giornate di rodaggio siamo partiti alla grande, riuscendo ad inanellare una bella serie di risultati positivi.
Il problema più grande riguardava la mentalità e l'atteggiamento con cui affrontavamo le partite; per il resto ci sono ottime basi su cui lavorare, il nostro gruppo è composto da giovani molto interessanti, che in seconda categoria non ci fanno nulla.
Il mio caso è abbastanza particolare, visto che sono l'allenatore ma gioco ancora; per me questa esperienza ad Ottana è importantissima, considerando che non ci avevo mai giocato prima di questi due anni, perchè ho avuto la possibilità di disputare diversi campionati in categorie superiori; sono felice per i risultati e per come si sta esprimendo la squadra in questo periodo: il merito va principalmente ai giocatori, che sono assolutamente disponibili, anche se il tecnico è importante per tenere unito il gruppo e per dare una precisa impronta al gioco.
I ragazzi si stanno impegnando al massimo e mi stanno facendo fare un'ottima figura».

 

Ti piacerebbe continuare a fare l'allenatore, magari sempre all'Ottana?
«Si, sinceramente mi piace molto: anche l'anno scorso ho avuto modo di ricoprire il ruolo di allenatore per le ultime otto giornate, mi sono trovato benissimo, abbiamo fatto un bellissimo girone di ritorno e penso che sia anche per questo che hanno deciso di puntare nuovamente su di me.
Non nascondo che non è semplice giocare e dare indicazioni ai miei compagni, anche se da centrale difensivo è comunque possibile avere un'idea precisa su come è disposta la squadra e riuscire a prendere delle decisioni in tempo reale.
Fare l'allenatore è bello, anche se a 36 anni mi sento molto bene, mi ritengo ancora giovane (ride) e vorrei concentrarmi sul calcio giocato.
In futuro spero di prendere il patentino e continuare la mia avventura da tecnico: insegnare agli altri quello che ho appreso io sotto la guida di allenatori bravissimi mi rende fiero e orgoglioso, anche se nel calcio non si finisce mai di imparare».

 

Hai incontrato particolari problemi a dividerti tra il campo e la panchina?
«I giocatori si sono messi a disposizione e mi hanno seguito sin dal primo giorno, con grande umiltà e voglia di fare.
C'è stata la grande convinzione da parte loro di portare a termine nel migliore dei modi un campionato che non era sicuramente incominciato benissimo; addirittura ora ci rimane un po' il rammarico per non essere riusciti a lottare per le prime posizioni, dimostrando di non avere nulla da invidiare a nessuno».

 

In quest'ultimo periodo avete tra le altre cose fatto lo sgambetto, oltre che a Su Gologone, a Meana Sardo e Baunese, mettendo seppur indirettamente lo zampino nella lotta per la promozione: secondo te chi la spunterà?
«La Baunese, pur essendo una squadra giovane, è formata da elementi che giocano assieme ormai già da diversi anni: probabilmente sono la squadra che gioca il miglior calcio, è quella più completa in tutti i reparti e fa del dinamismo la propria arma migliore; contro di loro, ad Ottana, abbiamo dato vita ad una partita bellissima ed emozionante; penso che si stiano meritando la promozione domenica dopo domenica, è facile vincere un campionato di Seconda Categoria quando si hanno degli organici importanti come il loro.
Le altre squadre non sono da meno, ma probabilmente sono state più sfortunate, come ad esempio il Su Gologone, oppure hanno pagato troppo la mancanza di convinzione e di mentalità vincente come l'Orani, che domenica ad esempio ha pareggiato con l'Arbatax ultimo in classifica.»

In questo articolo
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2012/2013
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12 Ritorno
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