«Un bel regalo per i trent'anni del club»
Porto Rotondo, stagione da dieci e lode; Marini: «Gruppo eccezionale, non era scontato che vincessimo il campionato: umiltà e costanza hanno fatto la differenza»
Il Porto Rotondo aveva, da diverso tempo, le mani ben serrate sulla vittoria finale del campionato: per dare inizio ai festeggiamenti si trattava giusto di una questione di tempo, ma nessuno poteva immaginare che questo potesse succedere con ben cinque turni di anticipo rispetto alla chiusura del torneo. Un dato che fotografa alla perfezione lo strapotere evidenziato dagli olbiesi allenati da mister Simone Marini, in grado di armonizzare alla perfezione un organico composto da tantissime stelle, sia a livello tattico che dal punto di vista psicologico. Le ventun vittorie su venticinque partite, i sessantasei gol realizzati, di gran lunga l'attacco migliore del torneo, e una difesa tra le meno battute, dati parziali e destinati a migliorare, hanno contribuito a demolire letteralmente la concorrenza delle rivali, che si sono dovute rassegnare a combattere esclusivamente per la piazza d'onore.
«Siamo ovviamente felicissimi: l'obbiettivo del club, già da inizio anno, era quello di disputare un campionato di vertice, ma nessuno davvero si aspettava di riuscire a farlo in questo modo. Eravamo consapevoli di essere una buona squadra, composta da tantissimi giocatori di altissimo livello, ragazzi eccezionali prima che grandi atleti, ma non è stato facile. Siamo stati bravi a non guardare la classifica: scendevamo in campo la domenica come se le nostre rivali fossero appaiate assieme a noi in vetta: per la vittoria finale è risultata determinante la determinazione, lo spirito. Devo fare i complimenti ai miei giocatori: hanno dimostrato una personalità eccezionale, fuori dal comune, e una disponibilità nei miei confronti che non posso che apprezzare, anche da parte degli elementi più esperti che in passato avevano già vinto diversi campionati. Proprio per questo dico che l'atteggiamento è stata la vera chiave di questo successo».
Una stagione stimolante ed esaltante. «Non lo dico per demagogia: è un piacere immenso allenare giocatori di questo calibro. Ho militato per diversi anni tra i professionisti e i semi-professionisti, ma è da poco che ho iniziato la mia avventura come tecnico: avere a disposizione un organico del genere è un onore. A nessuno fa piacere andare in tribuna, io ogni domenica dovevo fare delle scelte dolorose, ma non c'è stato mai un problema. Chi stava fuori sapeva che al suo posto giocava qualcuno all'altezza e non mancava di incitare i compagni, anche nelle trasferte più lunghe. Non posso però dimenticarmi del mio staff: senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile».
Per il Porto Rotondo si tratta di un bel riscatto dopo la retrocessione di tre anni fa. «Abbiamo fatto qualcosa di eccezionale, puntando per un buon 80% sugli stessi uomini che avevano lottato per la salvezza in Promozione. La dirigenza, nel tempo, ha fatto alcuni innesti per poter essere ancora più competitivi, scommettendo soprattutto sulle qualità umane».
Il tecnico ha fatto il resto: «So di essere un martello, ma mi piace parlare con la squadra e comunicare, una cosa importantissima in queste categorie, oltre che nella vita in generale. Alla lunga può fare la differenza, perchè in realtà anche le altre squadre lavorano intensamente al pari tuo. Siamo cresciuti tanto, sono soddisfatto: si tratta sicuramente di un bel regalo di compleanno per la nostra società che compie 30 anni».
Prima del 'rompete le righe' ci sono ancora cinque gare da giocare: «Vogliamo continuare a vincere, per onorare il campionato sino all'ultimo e fare più punti possibile; come si dice in questi casi, l'appetito viene mangiando. Non regaleremo niente a nessuno, proveremo ad offrire un bel gioco: da questo punto di vista, contro il La Caletta non è stata una prestazione sufficiente, eravamo un po' sotto tono, forse a livello inconscio eravamo appagati».
Marini coglie l'occasione per togliersi un piccolo sassolino dalla scarpa. «Da giocatore magari non te ne accorgi, ma da allenatore riesci a capire chi è davvero contento per quello che stai facendo e chi è semplicemente invidioso, una situazione che ha contributo a cementare ulteriormente il gruppo. Questo successo è dedicato a chi ci ha sempre creduto e allo stesso tempo a chi, suo malgrado, ha dovuto cambiare idea: abbiamo avuto la forza di non fermarci mai, nonostante tutte le difficoltà».
Spesso a vincere non è la squadra più forte: proprio per questo quello del Porto Rotondo non è un risultato scontato. «Siamo stati bravi ad affrontare le gare con grande umiltà, nonostante potessimo contare su giocatori di spessore». Il vantaggio di 18 punti nei confronti della Bittese racconta di un divario imbarazzante: «Il curriculum di molti nostri ragazzi parla chiaro, siamo una squadra di livello superiore per la categoria, ma anche Luogosanto, Bittese e Corrasi sono altrettanto valide. La differenza l'ha fatta la nostra costanza: se la prima non perde mai, le inseguitrici si demoralizzano. Molte partite comunque sono state decise nel finale, altre si son rivelate decisamente equilibrate, ci è capitato pure di perdere: non era scritto da nessuna parte che avremmo vinto a mani basse».
Tra le imprese più belle, il tecnico sottolinea due passaggi: «Contro il Posada al ritorno, in trasferta: un match giocato in 10 per quasi tutti i 90', dopo l'espulsione rimediata dal nostro portiere; siamo stati capaci di recuperare per ben tre volte il risultato. Non era la prima volta che ci capitava di giocare in inferiorità numerica, ma è stato un episodio decisivo per la nostra autostima, così come la vittoria a Oliena: in quel momento, ho capito che il campionato era ormai nostro».
Per quanto riguarda il futuro, il tecnico rimanda tutti i discorsi: «Ci sono ancora cinque partite, concentriamoci sul presente; quando sarà il momento, parlerò con calma con la società. Programmare per tempo la nuova stagione è importante, una strategia che quest'anno ha dato i suoi frutti: sono sicuro che questo gruppo possa offrire ampie garanzie anche in Promozione, ma per ora godiamoci la vittoria, poi si vedrà».