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Il fantasista della Castor e la vita privata

Tascedda, il futuro è in panchina: «Vorrei allenare ma ora mi diverto da giocatore»

Il calcio ha unito i loro cuori. Galeotto fu un incontro avvenuto in occasione di un torneo estivo allo stadio “Zinnias” di Tortolì. Raffaele Tascedda, 34 anni, fantasioso centrocampista della Castor di Tortolì e sua moglie Nicoletta, hanno incrociato per la prima volta i loro sguardi 17 anni fa e da quel momento ha avuto inizio il loro percorso d’amore, culminato con il matrimonio il 29 agosto 2009. Il 10 dicembre 2010, Raffaele e Nicoletta sono diventati genitori del bellissimo Nicolò, il quale, c’è da scommetterlo, crescerà con un pallone tra i piedi. Oltre al papà calciatore, infatti, anche la mamma ha recitato un ruolo attivo nel calcio, essendo stata per anni arbitro federale.

 

Essendovi conosciuti grazie al calcio, cosa rappresenta per voi questo sport?

R – «Aver incontrato una donna con la mia stessa passione ha ulteriormente intensificato la mia dedizione verso questo sport. Tra noi ci sono stati anche momenti divertenti legati al calcio, ad esempio in occasione del derby tra Tortolì e Bari Sardo del dicembre 2001 (all’epoca Tascedda militava nel Bari Sardo, suo paese natale, ndr) fui invitato a pranzo a casa di Nicoletta, ma temevo scherzosi sfottò e rifiutai; vincemmo la partita per 1-0 e corsi a casa sua, ma prima di entrare feci diversi giri intorno alla casa suonando il clacson. Nonostante quell’”affronto” non mi lasciò»

N – «Senza il calcio non ci saremmo mai potuti incontrare, quindi è stato, è e sarà sempre un aspetto importante della nostra vita. Ho sempre seguito le partite di Raffaele, spesso anche in trasferta. Tra non molto le seguirò anche con Nicolò»

 

Colpo di filmine o lento innamoramento?

R – «Appena la vidi rimasi incantato, perciò…»

N – «Colpo di fulmine. Lo vidi la prima volta durante una partita, lui giocava con il Bari Sardo e venne a Tortolì per disputare un triangolare estivo; io collaboravo come volontaria presso la Croce Verde e prima della partita lui si avvicinò nella nostra postazione per salutare Sonia, una cugina in comune. Qualche istante dopo, tremendamente incuriosita, la tempestai di domande per saperne di più e nei giorni successivi iniziammo a sentirci»

 

Cosa ti ha colpito di lei/lui?                   

R – «Bionda, occhi chiari, timida e dolce. Non avrei mai potuto lasciarmela scappare»

N – «Credimi, non lo so. Mi piaceva e basta. Oggi di lui adoro tutto»

 

Dove vi siete dati il primo bacio?

R – «Al Belvedere di Santa Maria Navarrese, in una bella serata di fine estate. Ricordo quella serata come se fosse ieri. Fu un’emozione incredibile»

N – «Dopo un mese al Belvedere di Santa Maria Navarrese, in un clima particolarmente romantico. Un bacio dolcissimo che diede inizio ad una stupenda favola»

 

Un suo pregio e un suo difetto

R – «Nico è sempre stata una donna assai altruista e disponibile. Ciò che la contraddistingue è la semplicità, aspetto rarissimo oramai e per questo ritengo di esser stato parecchio fortunato ad incontrarla. Di contro, un difetto potrebbe essere la sua la sua irrefrenabile ansia: quando uscivo di casa alle 4.30 del mattino per recarmi a lavoro, mi chiamava ogni mezz’ora per sapere se tutto fosse a posto. In fondo, anche questo è amore»

N – «È un uomo generosissimo, sempre pronto a venire incontro a tutti e soprattutto ha un carattere mite e buono; se vogliamo, questo è anche il suo più grande difetto»

 

La vacanza più bella fatta insieme?

R – «Una crociera sul Mediterraneo. Un’esperienza fantastica all’insegna del massimo relax. Assolutamente da ripetere, questa volta insieme al nostro campione Nicolò»

N – «Assolutamente la crociera sul Mediterraneo del gennaio 2009. Una vacanza indimenticabile con tanto divertimento e relax, senza telefoni appresso. Che ricordi!»

 

C’è stata una proposta di matrimonio come nel film di Moccia “Scusa ma ti voglio sposare”?

R – «No, è stato tutto molto spontaneo, la più chiara evoluzione di un lungo fidanzamento che durava da 15 anni»

N – «Ne parlavamo da tempo, era ciò che desideravamo e dopo ben 15 anni di fidanzamento ci siamo detti sì in modo semplicissimo»

 

Il 10 dicembre 2010 rappresenta per voi una data importante…

R – «Sì importantissima. Ho assistito alla nascita del mio bambino ed è stata una delle emozioni più grandi di tutta la vita. La sua nascita mi ha regalato ancora più forza ed essere padre rappresenta un aspetto meraviglioso per un uomo»

N – «Si, la nascita del nostro piccolo Nicolò. Un figlio è la prima cosa che senti veramente tua. L’aspetto più bello dei momenti successivi al parto è stato, oltre ovviamente vedere il bambino, scorgere le lacrime sul viso di Raffaele»

 

Come avete scelto il nome Nicolò?

R – «A me piacevano tanto anche Daniele e Cristian, non altrettanto a Nico, per cui con Nicolò abbiamo trovato un punto d’incontro. Affettuosamente mi piace chiamarlo Leone, per via dei tanti movimenti che compie»

N – «Raffa ha addirittura comprato il libro dei nomi, ma l’unico che piaceva ad entrambi era proprio Nicolò. E poi nelle nostre famiglie nessuno portava questo nome, a parte me (ride, ndr)»

 

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R – «Avendo recentemente conseguito il patentino di allenatore di base (presso la sede FIGC di Tortolì, frequentando insieme all’ex capitano del Cagliari Diego Lopez, ndr), mi auguro di poter avere una bella e gratificante carriera da allenatore, ma tra qualche anno, visto che mi diverto ancora tanto da giocatore. Per Nico mi piacerebbe trovasse un lavoro stabile in modo da avere una migliore condizione economica e chissà, tra un po’ di tempo potremo concederci il bis con un altro bel maschietto (ride, ndr). Per tutti noi desidero una vacanza in un paese esotico, magari vivendo la movida notturna insieme a Nicolò, visto che non ama tanto dormire»

N – «Per me la salute e la serenità sono gli aspetti fondamentali della vita, certo se potessi avere una disponibilità finanziaria migliore, sarebbe il massimo. Per Raffa, l’augurio è quello che possa realizzare anche il più piccolo desiderio che nutre nel cuore. Il regalo per noi, sarebbe quello di vivere ogni giorno con la stessa intensità con cui li stiamo trascorrendo ultimamente»

Giovanna Falchetto

In questo articolo
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Stagione:
2010/2011
Tags:
Sardegna
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