Salta al contenuto principale
daniele salerno tertenia
«Sono stati tre anni fantastici: il mio grazie va ai dirigenti e ai giocatori»

Tertenia, Daniele Salerno lascia la panchina: «Per quest'anno è impossibile conciliare il lavoro con gli impegni sportivi»

La vita, e conseguentemente il calcio, è fatta anche di scelte difficili e dolorose: la bellissima avventura di Daniele Salerno con il Tertenia è giunta ormai ai titoli di coda, con il tecnico che ringrazia tutti e saluta con la stessa eleganza che l'ha contraddistinto in campo e poi, in seguito, in panchina. Non si tratta sicuramente di un problema di risultati, perché il giovanissimo allenatore ha sempre centrato tutti gli obbiettivi posti dal club bianco-rosso: la vittoria del campionato, da giocatore, nel 2017, con il conseguente salto dalla Seconda alla Prima Categoria e poi due salvezze assolutamente tranquille e meritate, soprattutto per la buona qualità del gioco espresso in campo. Tra le note più liete, un organico composto principalmente da giocatori locali, con un occhio particolare costantemente rivolto ai talenti più giovani, per un progetto che sembra destinato a dare ancora tanti succosissimi frutti a partire dal futuro prossimo. Anche , è ovvio, grazie all'ottimo lavoro svolto da Salerno.

«La causa principale della mia scelta è il lavoro - ammette Daniele Salerno -: durante i mesi estivi, infatti, raggiunge il suo picco massimo, attualmente dunque non riesco a trovare il tempo per organizzare la preparazione atletica in vista della prossima stagione, anche e solo da un punto di vista strettamente logistico, considerando che dovremmo iniziare ad allenarci a partire dal 19 agosto. Come se questo non bastasse, durante tutto il resto dell'anno avrei avuto grossi problemi a liberarmi proprio la domenica. Per questo preferisco essere chiaro e sincero e mollare prima che la situazione si complichi irrimediabilmente: non me la sento proprio di affrontare una nuova avventura in simili condizioni».

La sensazione, comunque, è che il ciclo sia ormai concluso. «Dopo tre stagioni, una da giocatore e due da allenatore, credo sia arrivato il momento giusto per separarci. Lascio dopo due salvezze raggiunte alla grande, senza il minimo affanno. Una storia positivissima, bella e intensa, ricca di soddisfazioni: la rosa era composta per il 95% da calciatori del paese, per noi si tratta di un vanto non da poco».
Anche il lavoro svolto con i giovani è stato ottimo. «Ho avuto modo di far esordire tre ragazzi del 2001 e molti elementi classe 2000 e classe '99; la società ha sempre puntato molto sulla valorizzazione del settore giovanile e ho cercato di rispettare al massimo la loro volontà». Salerno ha potuto contare su un organico molto solido e affiatato. «Una menzione particolare va allo zoccolo duro, composto dai locali più anziani: ci hanno aiutato molto a raggiungere questi risultati, ma la nostra favola purtroppo finisce qui».
Rimane giusto lo spazio per gli ultimi ringraziamenti: «Per un allenatore è sempre molto gratificante sentire la fiducia dei propri giocatori: mi hanno seguito in tutto e per tutto, con grandissima disponibilità; vedere le proprie idee tecniche e tattiche messe in atto sul campo è impagabile, così come notare i netti miglioramenti raggiunti dai singoli».
Poi chiude. «Ci tengo infine a salutare calorosamente i dirigenti Pierpaolo Asoni, Maurizio Loi, Luciano Loddo, Matteo Zedda: in questi anni sono stati fondamentali per la gestione della squadra e della società; non posso dimenticarmi assolutamente di Attilio Putzu, Maria Cristina Fiori Cristina Piroddi, per l'attenzione con cui sono stati vicini ai ragazzi, oltre a Mario Di Santo, che mi ha seguito e supportato costantemente durante quest'esperienza».


 

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2018/2019
Tags:
Prima Categoria
Girone A