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«Ma un pareggio sarebbe stato più giusto»

Tharros, esordio con il botto per Contini: «Prova d'orgoglio, volevamo vincere a tutti i costi»

Esordio positivo per Andrea Contini sulla panchina della Tharros: il 2 a 1 rifilato a domicilio alla Calmedia, è frutto di una partita grintosa da parte degli oristanesi che in 10 uomini hanno portato a casa un successo che fa bene alla classifica, sono 13 i punti dopo sette giornate che valgono il terzo gradino a sole tre lunghezze dalla vetta, e soprattutto al morale, considerando le burrascose vicissitudini degli ultimi tempi.

 

Il tecnico analizza la prestazione offerta dai suoi nell'ultima uscita.
«Siamo passati in vantaggio nei primi dieci minuti, i ragazzi hanno giocato con buona determinazione sino al ventesimo, poi però ci siamo un po' adagiati; abbiamo pensato troppo a gestire la partita quando invece avremmo dovuto cercare il raddoppio e chiuderla.
Bosa non è un campo facile, ci credono sempre, lottano tantissimo su ogni pallone, mentre noi da quel punto di vista abbiamo peccato un pochino.
Ci hanno messo alle strette nella nostra metà campo, hanno avuto una bellissima occasione in cui hanno preso il palo, fino a quando poi hanno siglato il pareggio intorno al 70'.
La squadra però ha reagito benissimo, volevamo assolutamente i tre punti e penso che si sia visto. Nonostante l'inferiorità numerica, siamo riusciti a segnare il 2 a 1, da quel momento in poi abbiamo controllato la gara, però non ho paura di dire che un pareggio sarebbe stato più giusto».

 

Contini è al lavoro con la sua nuova squadra ormai da una settimana, ma gli aspetti da sistemare sono, come è ovvio, ancora tantissimi.
«Ho trovato una squadra a ranghi ridotti, siamo pochi.
Domenica avevo a disposizione 17 ragazzi, ma se contiamo che due erano acciaccati, in realtà eravamo in 15.
Adesso ci aspetta una trasferta difficile (contro il Dualchi ndr), non so se riuscirò a recuperare tutti i vari infortunati, che sicuramente in settimana non potranno lavorare al meglio; a peggiorare la situazione ci sarà anche la squalifica di Sanna.
Cercheremo di andare avanti fino a dicembre, poi speriamo di trovare qualcuno che ci possa dare una mano; la nostra situazione al momento è semplice: pensiamo ad una partita alla volta, poi faremo i conti e capiremo dove possiamo arrivare.
Bisogna lavorare - continua l'allenatore - sull'approccio alla partita: a seconda dei campi dove si va a giocare, penso ad esempio a Bosa, Silanus, Borore, Ottana, oltre alla tecnica e alla tattica bisogna metterci anche un bel po' di grinta per ottenere il risultato.
Tatticamente la Tharros non è una squadra malvagia, sono preparati; evidentemente chi c'era in precedenza ha lavorato bene quindi i ragazzi sanno stare in campo e proporre trame interessanti.
Dal punto di vista mentale invece fatichiamo ancora, possiamo crescere per quanto riguarda l'impegno, dobbiamo essere più disponibili nell'aiutare il compagno in difficoltà; cercherò di lavorare su questi aspetti».

 

Il tecnico approda finalmente sulla panchina della Tharros, dopo un lungo corteggiamento.
«Il presidente mi ha contattato già nella scorsa stagione, ma la proposta del Cabras mi ha convinto maggiormente, soprattutto per quanto riguarda il programma, anche se poi le cose non sono andate proprio secondo i piani.
Quest'anno invece non ho potuto proprio dire di no: sono molto legato a questa società, ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto allenare la Tharros, ci tengo tantissimo, ho giocato con questa maglia per diversi anni, tra giovanili e Prima Squadra; spero proprio di poter dare una mano per la rinascita del club.

I bianco-rossi occupa al momento il terzo posto in classifica, ma Contini preferisce mantenere un profilo basso.
«Abbiamo un progetto biennale, quest'anno cercheremo di riorganizzarci a livello societario e per quanto riguarda l'organico, in modo da poter competere per la vittoria del campionato già dall'anno prossimo.
Il nostro primo obbiettivo, al momento, è centrare la salvezza in tempi rapidi».

 

La rottura con l'Atletico Cabras, dopo una stagione esaltante culminata con il salto di categoria, è ormai acqua passata: l'allenatore non serba nessun rancore nei confronti del suo ex presidente.
«Secondo me c'erano delle cose che non andavano bene, il presidente non la pensava così quindi non c'erano i presupposti per poter andare avanti; poi ho visto che hanno fatto una bella squadra, tenendo conto delle osservazioni fatte anche dal sottoscritto.
Non è facile a volte conciliare due caratteri particolari; a me è dispiaciuto tantissimo andare via specialmente dopo aver vinto il campionato, per gli amici, per le persone che ci tenevano al progetto; però in quel momento ci è sembrata la decisione più giusta da prendere; per il resto non c'è nessun problema: siamo amici fuori dal calcio quindi abbiamo chiuso quel capitolo ma abbiamo mantenuto la nostra amicizia».

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Sardegna
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