Il tecnico: «A Budoni una vittoria fondamentale»
Affuso sposta gli obiettivi del Porto Torres: «La salvezza è in banca, ora crediamo nei playoff»
Il Porto Torres vince 1-0 a Budoni e ritrova la parola. Il silenzio stampa imposto dal presidente Enrico Piras dopo lo 0-0 casalingo contro il Cynthia, che seguiva la sconfitta contro il Fidene, è durato un mese. Quattro gare nelle quali i rossoblù hanno conquistato 10 punti e riacceso clamorosamente la corsa playoff ora distante una sola lunghezza. «Eravamo a -8 dal quinto posto – ricorda il tecnico Rosario Affuso – mentre avevamo sui playout un vantaggio di soli 6 punti, i playoff sembravano un obiettivo irraggiungibile, invece noi ci abbiamo sempre creduto e, dopo aver recuperato 7 punti, ci crediamo ancor di più. Vincendo a Budoni la salvezza è stata messa in banca, adesso abbiamo il dovere morale di puntare ai playoff». Parole decise e convinte di un allenatore che conosce bene i motivi di una rinascita per molti insperata ma non per lui: «Ho innanzitutto ritrovato un po’ di rosa, recuperando elementi importanti come Zaniratto, Nnamani, Sebastiano Pinna e lo stesso Oggiano, mancano solo gli assenti datati Niedda e Sedda, ma ora ho molte più opportunità e la convinzione della squadra è nuovamente cresciuta».
Mister Affuso, con un mese di silenzio gli argomenti abbondano. Partiamo dalla vittoria di sabato a Budoni, difficile ed importantissima
«Direi fondamentale, perché la squadra di Cerbone nelle ultime 10 gare aveva totalizzato 20 punti (5 vittorie e 5 pareggi, ndr), una media di 2 punti a partita inferiore al solo Aprilia. Loro hanno giocato con tre centrali difensivi esperti come Scugugia, Seye e Pinna, e per noi era difficile far gol in casa loro. Fadda era febbricitante e l’ho portato in panchina per poterlo utilizzare negli ultimi minuti, Floris era reduce dall’influenza ma, essendo un fuoriquota, ha giocato tutti i ’90. La partita è stata molto bella nonostante non si siano create tante occasioni da gol, il pareggio probabilmente era il risultato più giusto, noi però ci abbiamo creduto maggiormente e, alla fine, siamo stati premiati con la rete del giovane Gabriele Pinna»
Poi, il giorno dopo, in viaggio verso Selargius con un duplice scopo: vedere i ragazzi di Perra, prossimi avversari e, nel contempo, lo Zagarolo, primo avversario nella corsa playoff
«Sì ero presente in tribuna per tifare forte Selargius, ci hanno fatto un bel regalo battendoli e, per giunta, in rimonta»
Che Selargius ha visto? C’è da preoccuparsi in vista del derby di sabato in casa vostra?
«Me lo aspettavo così, una squadra imprevedibile e rapida. Forse è partito un po’ impaurito, poi però ha sfoderato un gran bel secondo tempo soprattutto con l’ingresso di Emiliano Melis, determinante per una vittoria giunta solo al 90’ ma meritata. Il Selargius gioca senza una vera prima punta ed è indecifrabile negli ultimi 16 metri con giocatori come Nuvoli, Nurchi e lo stesso Melis. Sarà dura ma lo sapevamo già»
Mentre lo Zagarolo appare in flessione con due pareggi nelle ultime tre gare, così voi gli avete recuperato 7 punti in 270’
«Stanno pagando l’assenza di un attaccante come Amassoka, in casa nostra hanno perso meritatamente, da loro pareggiarono la gara grazie ad un rigore inventato al 91’. È una squadra che bada troppo a protestare, a loro piace più fare un calcio urlato con il pubblico che intimorisce spesso l’arbitro. Sarà comunque una bella lotta»
Il Porto Torres si caratterizza per la squadra che ha conquistato più pareggi (13) ma anche meno sconfitte (4)
«È vero, i numeri dicono questo. Le poche sconfitte testimoniano di una squadra che non ci sta a perdere mentre nella lunga striscia di pareggi, ci sono state gare dove ci è sfuggita la vittoria di un niente come contro il Sanluri, l’Arzachena e l’Astrea che pareggiò su calcio di rigore che ancora grida vendetta. Tutti pareggi che ci hanno tolto sicurezza. Ora è cambiato il vento, raccogliamo di più ma, senza fare i piagnoni, siamo ancora in credito»
In questa striscia di quattro risultati utili, tre vittorie un pareggio e, soprattutto, un solo gol subito
«Sì, la difesa sta andando bene perché ora è tutta la squadra che si difende con ordine e in modo corale, prima pagavamo a caro prezzo le disattenzioni del singolo, adesso i ragazzi hanno ritrovato autostima»
Mentre vi manca il bomber, un problema che vi trascinate da inizio stagione sebbene Falchi abbia segnato 8 gol
«Non abbiamo il grosso cannoniere alla Cirillo, Manzo, Borrotzu, Amassoka ma sopperiamo questa lacuna andando in rete con più uomini. Così siamo molto più corali e meno prevedibili, questa è un po’ la mia filosofia di gioco, anche l’anno scorso pur avendo prime punte come Matteo e Andrea Sanna andavano a segno tutti»
Mister Affuso, tocchiamo un argomento spinoso come quell’esonero dopo il ko col Tavolara poi rientrato. Si è preso ora una bella rivincita?
«Non ho mai cercato rivincite. Il presidente voleva dare una scossa, per fortuna c’è chi ha guardato ai fatti, ad uno spogliatoio unito, ad un periodo difficile con tanti infortuni e torti arbitrali. Ci fu, diciamo, una mobilitazione generale e fui salvato da squadra e dirigenti, un gesto che ho apprezzato tanto»
Come visse quei giorni?
«Alleno da 9 anni e non ho mai subito un esonero. So che fa parte del gioco ma al presidente dissi che l’esonero non era giusto, la squadra non aveva mai demeritato, eravamo appena alla seconda sconfitta stagionale, sebbene casalinga e anche bruciante. Ricordo che ho preso la squadra che viaggiava a centro classifica in Eccellenza, l’ho portata ai playoff, ho vinto due Coppe Italia e, l’anno scorso, il campionato. Nel calcio, si sa, c’è tanta volubilità, si pretende sempre tutto e subito. Il bell’inizio di campionato aveva illuso un po’ tutti, facendoci fare voli pindarici, senza contare però che ci sono altre squadre con budget doppi e tripli, come Aprilia, Viterbese e Fidene»
Ed è per questo che le squadre sarde stanno tutte lottando per non retrocedere tranne voi e l’Arzachena
«Tolte Tavolara e Arzachena, le altre 5 squadre sarde hanno ristretto notevolmente il budget in un campionato in cui almeno 7-8 club hanno aumentato gli investimenti, tra le laziali il solo Guidonia si è tenuto su livelli medi ma lo stesso Astrea è partito per vincere. In questo senso il Selargius sta facendo un grande campionato, se riusciremo a mantenere in serie D almeno 5 squadre sarà un grande successo, il mio augurio è che alla fine possano restarne anche 6, allora sarebbe il più grande risultato che potrà ottenere la Sardegna calcistica in un periodo di profonda crisi generale che investe non solo il calcio. Questo è un torneo semiprofessionistico»
Fabio Salis