«Sarà difficile ripetere una stagione così»
Castor, Marco Ladu va all'attacco: «Clima ostile nei nostri confronti»
La delusione in casa Castor è tanta, ma nonostante gli ultimi risultati negativi Marco Ladu vede sicuramente il bicchiere mezzo pieno e difende a spada tratta la sua Castor, sottolineandone la grande stagione: la squadra, tartassata da svariati problemi, ha chiuso infatti il campionato al primo posto in classifica, a pari punti con la Kosmoto Monastir; dopo aver perso lo spareggio che valeva la promozione diretta, ha centrato l'accesso al triangolare play-off superando il Villagrande, arrendendosi soltanto all'ultimo, nella discussa sfida contro l'Arbus di cinque giorni fa.
Il forte attaccante, che ricopre anche un ruolo importantissimo nel direttivo, replica vigorosamente, tra le altre cose, alle ultime dichiarazioni rilasciate da Filippi, tecnico della Frassinetti e non risparmia una frecciata all'ex tecnico Marcello Guerriero.
«Ci tengo a ringraziare – esordisce Ladu - tutti i nostri tifosi che per tutta la stagione e in particolare in queste ultime settimane non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto; devo ringraziare inoltre tutti i giocatori che hanno composto questo gruppo fantastico: si sono impegnati tantissimo mettendo da parte, molto spesso, i vari impegni personali, senza peraltro percepire nessun tipo di rimborso; hanno onorato questa maglia sino alla fine disputando una grandissima stagione.
Io penso che un'annata del genere – continua l'attaccante – sarà molto difficile, se non impossibile, da ripetere: eravamo reduci da un buon campionato, quest'anno siamo partiti praticamente con lo stesso organico ma con un nuovo tecnico, il nostro obbiettivo era quello di raggiungere i play-off ma con il passare delle giornate ci siamo trovati a vivere una situazione che non ci aspettavamo assolutamente, occupando stabilmente la vetta della classifica e accumulando un vantaggio importante, addirittura sette punti, nei confronti della nostra diretta inseguitrice.
Ci tengo a sottolineare il fatto che abbiamo comunque chiuso il campionato al primo posto, piazzamento che la Castor non aveva mai raggiunto in tutta la sua storia, ma non è stato assolutamente facile, per tanti versi: i giornalisti locali, in più di un'occasione hanno remato contro di noi e hanno alimentato sterili polemiche, così come una buona parte di Tortolì, che sostiene l'altra squadra del paese: per me questa è una cosa incomprensibile, visto che ho sempre tifato per entrambe le compagini e ho avuto la fortuna di giocare con entrambe le maglie, senza peraltro mai prendere un centesimo, perchè ritengo che giocare nel mio paese sia motivo di grandissimo orgoglio.
Abbiamo ricevuto anche degli attacchi da alcuni, fortunatamente pochi, dirigenti della federazione ogliastrina, che hanno tentato in tutti i modi di ostacolare il nostro cammino; è stato uno stress incredibile, te lo assicuro, e ci dispiace non aver raggiunto un traguardo che sarebbe stato importantissimo per tutta la comunità.
Mi sarebbe piaciuto tantissimo dedicare questa vittoria a mia mamma che è venuta a mancare alcuni mesi fa; è un fatto che personalmente mi ha condizionato tantissimo, com è ovvio che sia, e probabilmente ha influito negativamente sul mio rendimento e conseguentemente su quello della squadra.
La nostra stagione, al di la di tutto, è stata stupenda, e non catastrofica come magari pensa qualcuno: due anni fa, quando ho preso la squadra assieme ad altri giocatori ed ex giocatori, abbiamo iniziato un processo di ricostruzione generale che ha riguardato anche il settore giovanile, con cui siamo riusciti a coinvolgere 60 giovanissimi ragazzi.
I risultati sono stati importanti: l'anno scorso abbiamo ottenuto una salvezza molto tranquilla, totalizzando la bellezza di 43 punti e classificandoci al sesto posto, nonostante la squadra fosse stata allestita all'ultimo; quest'anno invece abbiamo disputato una stagione di vertice.
C'è un po' di rammarico per il girone di ritorno in cui abbiamo avuto diversi problemi, tra cui il cambio di allenatore: abbiamo preferito dare una forte scossa emotiva all'ambiente, considerando soprattutto che nelle prime gare disputate nel 2013 abbiamo totalizzato soltanto 10 punti su ventiquattro a disposizione in otto gare; le nostre avversarie stavano andando fortissimo e siamo stati costretti a correre ai ripari: sotto la gestione Lai, per l'appunto, abbiamo ottenuto 14 punti in sei partite, i numeri confermano la nostra scelta.
La società è composta da persone che non hanno una grandissima esperienza alle spalle in questo campo, io ad esempio ho 28 anni, ma nonostante questo crediamo tutti di aver fatto un buon lavoro, soprattutto se pensiamo che questa squadra ha rischiato seriamente di scomparire dal panorama calcistico sardo».
Domenica contro l'Arbus è arrivata la sconfitta che ha sancito la fine della vostra rincorsa alla promozione.
«Domenica avevamo una grandissima chance per coronare il nostro sogno, gli spalti erano gremiti in ogni ordine di posto, c'erano tutti i presupposti per fare bene ma la terna arbitrale ha offerto uno spettacolo indecoroso: mi chiedo come sia possibile affidare una partita così importante e delicata a persone del genere, che tra le altre cose hanno avuto un comportamento discutibilissimo nei nostri confronti.
Stiamo lavorando duramente dal mese di agosto, non fa sicuramente piacere vedere tutti i nostri sforzi vanificati in questo modo, ci siamo sentiti presi in giro; l'Arbus ha sicuramente meritato di vincere ma mi sarebbe piaciuto giocare una partita corretta, ad armi pari.
Non voglio cercare sicuramente delle scuse, ma la gara poteva andare in maniera nettamente differente: il direttore di gara non ci ha assegnato due calci di rigore, ci ha annullato due gol regolari ma ha concesso un penalty ai nostri avversari al primo episodio dubbio; credo che avere un arbitro adeguato all'importanza della partita fosse il minimo indispensabile.
Siamo consapevoli di aver dato tutto, ma ancora non è comunque finita: domenica a Dorgali affronteremo il Siniscola: se le cose dovessero andare bene saremmo in testa nella lista per il ripescaggio in Promozione, considerando che ci saranno alcune fusioni e conseguentemente più posti liberi, nutriamo ancora qualche speranza in questo senso.
Al termine della stagione rimetterò il mio mandato, e spero di chiudere nel migliore dei modi: ho fatto il massimo per portare questa squadra il più in alto possibile; lascio una società sana, senza debiti, che è una cosa importantissima; colgo quindi l'occasione per invitare chiunque abbia a cuore la Castor a prendere il mio posto per continuare il nostro lavoro».
Ladu difende l'operato di mister Lai.
«Ci tengo a ringraziare anche Mister Lai per il lavoro svolto in questi mesi: se non siamo riusciti a centrare questa promozione non è stata sicuramente per colpa sua, visto che si è impegnato al massimo; ci sono stati una serie di piccoli problemi che purtroppo non siamo stati bravi a superare soprattutto per mancanza di esperienza, considerando che gran parte dei giocatori in rosa ha sempre militato in Terza e in Seconda Categoria; ci è mancata l'abilità di gestire le pressioni e soprattutto i punti di vantaggio che avevamo accumulato.
Siamo intervenuti sul mercato a dicembre ma non è bastato: purtroppo a livello inconscio c'è stata un po' di paura da parte nostra, non riuscivamo più a gestire le partite con sicurezza e autorità, come facevamo magari nella prima parte della stagione.
C'è da aggiungere che la Kosmoto ha avuto un finale di campionato abbastanza morbido rispetto al nostro: abbiamo affrontato nel finale di stagione molte squadre che lottavano per non retrocedere; i derby, in maniera particolare, son stati combattutissimi e anche molto accesi, in questo senso siamo stati poco tutelati dagli arbitri, ci veniva davvero difficile giocare tranquillamente a pallone».
La replica alle dichiarazioni rilasciate da Filippi non si fa attendere: Ladu parte all'attacco.
«Mister Filippi non si è comportato benissimo con noi: ci ha accusato di essere una squadra anti-calcio, ha dichiarato che la Frassinetti ci ha letteralmente dominato, ma in realtà loro non hanno fatto un solo tiro in porta, mentre noi abbiamo sciupato un'occasione clamorosa con il nostro capitano Nicola Devigus, che dopo aver saltato il portiere ha colpito il palo esterno.
Non vorrei creare polemiche – precisa Ladu -, ma per tutta la partita il nostro tecnico si trovava a pochi passi da lui, tant'è che hanno anche discusso in più circostanze, ma non si è degnato di salutarlo o di stringergli la mano: poteva risparmiarsi queste dichiarazioni.
Se c'è una squadra che meritava di vincere quella gara, sicuramente eravamo noi; Filippi dovrebbe pensare soltanto ad allenare i suoi calciatori, perchè in Promozione non troverà sicuramente molte compagini che sbagliano gol facili come è capitato a noi; piuttosto che rammaricarsi per non aver avuto la possibilità di salutare il nostro allenatore, dovrebbe andare a baciare quel palo che l'ha salvato in occasione della sfida contro la Castor».
C'è spazio anche per alcune precisazioni sull'esonero dell'ex tecnico della Castor, Marcello Guerriero.
«La squadra, quando abbiamo preso la decisione di esonerare Guerriero, era allo sfascio completo: non mi sono pentito assolutamente di nessuna scelta, anzi, le rifarei tutte, dalla prima all'ultima.
Forse c'è un po' di rammarico per non essere riusciti a intervenire prima: considera che siamo partiti con una rosa di 30 giocatori e abbiamo disputato le ultime, decisive partite con 14-15 elementi, non è stato sicuramente il massimo.
Probabilmente non eravamo attrezzati per salire in Promozione; abbiamo però avuto la possibilità di giocarci tutte le nostre carte, ci abbiamo provato, non ho nulla da rimproverare.
Mi è dispiaciuto per Nino Nieddu, il vice, che è una persona seria: lavorava da tanto con noi, ma è stata una scelta necessaria.
I risultati parlano chiaro e ci danno ragione: con il nuovo tecnico abbiamo raccolto punti importantissimi in situazioni tutt'altro che facili, con Guerriero invece ci capitava di soffrire forse più del dovuto, come è accaduto con il Villagrande, Girasole, Cardedu e Monserrato; se non avessimo cambiato allenatore, probabilmente non avremmo nemmeno disputato lo spareggio con la Kosmoto.
Io ho preso queste decisioni esclusivamente per il bene della squadra, si cambia sempre per migliorare.
Mi è dispiaciuto soltanto – conclude Ladu - che Guerriero abbia cercato di destabilizzare il nostro ambiente nei giorni successivi al suo addio, cercando di convincere i ragazzi più giovani ad abbandonare la squadra».