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Andrea Piccarreta, centrocampista, Muravera
«Mai sentiti inferiori a nessuno, è mancato il coraggio di osare»

Un Muravera da battaglia, Piccarreta: «Il Castiadas non festeggerà la serie D sul nostro campo. Noi senza i playoff è un fallimento ma onoreremo gli impegni»

Direttore sportivo prima e poi, all'occorrenza, anche giocatore. Andrea Piccarreta si è speso a tutto tondo per la causa di un Muravera che ad agosto ha sperato in un ripescaggio in serie D e poi ha dovuto ripiegare velocemente nell'organizzazione di un campionato di Eccellenza che l'ha visto partire ad handicap, poi rientrare di prepotenza nei playoff ed infine uscirne fuori inesorabilmente. Solo l'aritmetica dà ancora qualche chance ai sarrabesi distanti 8 lunghezze dal quinto posto. «Pur iniziando la stagione con una disfatta in casa contro lo Stintino - ricorda il diesse-centrocampista classe 1972 - il Muravera poteva ritagliarsi tuttora uno spazio importante se avesse gestito meglio alcuni limiti. Dispiace, perché non ci siamo mai sentiti inferiori a nessuno ma coi se e coi ma non si fa niente, le parole le porta via il tempo». Domenica arriva il Castiadas, maglia che Piccarreta ha vestito per tante stagioni facendo l'allenatore-giocatore con tanto di ripescaggio in serie D per aver raggiunto la finale nazionale playoff (nel 2009-10), e squadra che poi ha solo guidato due stagioni fa in serie D per otto giornate prima di essere esonerato e sostituito con Bernardo Mereu: «In biancoverde ho vissuto momenti bellissimi, come d'altronde in tutti i posti in cui ho giocato. Ce l'ho nel cuore, ma i miei momenti migliori sono legati solo ed esclusivamente a quelli trascorsi sotto la gestione societaria di Saverio Onano».

 

Tra amichevoli semi-ufficiali, Coppa Italia e andata è la quinta volta che incrociate le lame col Castiadas: che gara sarà?

«Il derby è una partita importante per entrambe le squadre e le società. Loro hanno sicuramente qualcosa in più da dire visto che sono prossimi alla vittoria del campionato mentre noi, per causa di forza maggiore, abbiamo perso un po' degli obiettivi. Ma questo non vuol dire che non entreremo in campo col coltello fra i denti, tutti vogliamo portarla a casa la partita e lo dimostreremo sebbene la posta in palio valga più per il Castiadas che per il Muravera. Lo stimolo ci viene dato dal fatto che è una gara di cartello e vogliamo ben figurare»

E l'altro stimolo è che, per rivalità, non vorrete vedere i "cugini" festeggiare sul vostro campo

«A prescindere dall'avversaria che incontri dà fastidio che una qualsiasi squadra faccia festa a casa tua, è una situazione antipatica da evitare, così come i cortei con le macchine in paese. Cercheremo di allungare di un'altra giornata la chiusura del campionato affinché non festeggino da noi ma sul loro campo e davanti al loro pubblico. Se poi dovesse succedere che domenica riusciranno a farlo lo stesso buon per loro, noi cercheremo di metter loro il bastone tra le ruote, i giocatori in settimana hanno lavorato per scendere in campo col piglio giusto, la società lo pretende perché è stata esemplare con tutti, una motivazione in più per noi per contraccambiare i loro sforzi. Si vedrà una bellissima partita e mi auguro di fronte ad un folto pubblico, un match da onorare perché comunque una squadra del Sarrabus tornerà serie in D ed è sempre una cosa importante»

Ma se doveste vincere o pareggiare verrebbe da chiedersi cosa sia mancato in altre gare in cui la prestazione è stata al di sotto delle vostre potenzialità

«Sapessimo davvero cosa è mancato in certe gare... Il fatto di aver sbagliato troppe partite non ce lo spieghiamo anche noi, gli allenamenti sono stati fatti con la giusta abnegazione e intensità, consapevoli di avere una posizione importante in classifica. Poi all'interno dello spogliatoio, come un po' dappertutto, capitano malumori e battibecchi che devi saper gestire e risolvere al meglio. Sicuramente a fine stagione avremo molto da recriminare, strada facendo abbiamo perso tanti punti che ci hanno fatto abbandonare una posizione di classifica che ci competeva»

Avete chiuso il 2017 nei playoff e un vantaggio di 5 punti su chi inseguiva, poi siete crollati nel momento in cui sono arrivati i rinforzi di Nieddu prima e di Floris dopo 

«A gennaio e febbraio c'è stato questo declino che ci fa dire che, senz'altro, abbiamo fallito. Per la rosa che abbiamo non dovevamo stare ora al settimo posto, più vicini all'ottavo, nono e decimo che non al quinto e ai playoff, ora distanti 8 lunghezze. Eravamo quarti e non siamo stati bravi a gestire certe partite, non si è avuto il coraggio di osare quando dovevamo farlo, questo è stato il nostro più grosso limite. Quando dovevamo mettere quel tassello in più non siamo riusciti a farlo. C'erano tutti i presupposti per essere competitivi dall'inizio alla fine, abbiamo gettato al vento un campionato e la possibilità di metterci un sigillo o quantomeno giocarci una fetta importante per il futuro. Si è investito in una certa maniera e magari in futuro si investirà meno per ottenere di più. Ogni stagione è diversa dall'altra, prendiamo atto di come è andata questa e andremo avanti per chiuderla al meglio»

Che futuro può avere il Muravera e che futuro avrà Piccarreta in gialloblù?

«Oggi io non guardo più al futuro, la vita privata in questo senso mi ha insegnato tanto. Dal lato sportivo penso solo alla domenica che viene, il futuro lo lasciamo a chi vorrà fare qualcosa di buono. Se mi dovessero dire di continuare con un certo tipo di discorso, e se ci sono le credenziali giuste, si può portare avanti il lavoro senza nessun tipo di problema. Ma ci vogliono le persone giuste che diano certe garanzie e gli addetti ai lavori giusti. Quest'anno, alla fine, non si è neanche lavorato male perché il Muravera ha fatto sì che portasse avanti la crescita di alcuni giovani locali, che negli anni passati sono rimasti nascosti nelle retrovie. E non intendo solo in campo nella gara della domenica ma anche nel lavoro col gruppo. Nel tempo si sono visti miglioramenti di diversi giocatori che potranno dare il loro contributo in futuro. La Juniores, ad esempio, ha vinto un campionato provinciale con 5 turni d'anticipo, facendo 14 vittorie e 1 pari, e non perché si è giocato contro nessuno. Sotto questo aspetto si è lavorato in modo limpido, preciso e trasparente»

Domenica scorsa, a Valledoria, è comparso nel tabellino dei marcatori il nome di Piccarreta. Che sensazioni si provano nel fare gol a 45 anni?

«Non si tirano mai i remi in barca, la gioia del gol è unica in tutte le categorie e a tutte le età perché racchiude tutte le tremila sfaccettature, belle e brutte, del calcio. A me ha dato le stesse emozioni del primo gol, è chiaro che a 45 anni ha un peso maggiore, in tanti non credevamo che potessi giocare in Eccellenza e arrivare al gol quest'anno. Io ho iniziato la stagione con un ruolo particolare diverso da quello del giocatore, poi sono stato chiamato in causa ma la testa era dall'altra parte del fiume. Per rientrare nell'aspetto calciatore devi faticare, non sei un ragazzo di 20 anni e va ripresa la confidenza con la palla, col campo e coi compagni, ma poi se c'è il giocatore quello esce fuori sempre. Non avrei mai voluto che capitasse questo ritorno in campo ma, numericamente, penso di aver dato un contributo»

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2017/2018
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