«A Villasor raccolto il massimo, gara decisa dagli episodi»
Il Villagrande continua a stupire, Cannas non pensa alla classifica: «Dobbiamo ancora conoscere il nostro potenziale e quello delle avversarie»
La vittoria strappata in extremis in trasferta contro il Villasor, una delle squadre meglio attrezzate del girone per centrare il salto di categoria, proietta il Villagrande nei quartieri alti della classifica, a quota 11, per un sorprendente quanto meritato secondo posto. Tra gli artefici della partenza decisamente brillante messa in piedi dai bianco-azzurri c'è sicuramente mister Michele Cannas, che sta ripagando la fiducia del club proseguendo con grandissima professionalità nel suo lavoro con un gruppo piuttosto giovane che ha, di conseguenza, ampi margini di miglioramento davanti. Gli ogliastrini, ancora imbattuti e con una partita in meno rispetto alle concorrenti dirette, si preparano ora ad ospitare la capolista, il Vecchio Borgo Sant'Elia, distante cinque lunghezze.
«Ci siamo presentati alla sfida di domenica – racconta Cannas – consapevoli dell'enorme forza dei nostri avversari. Le condizioni climatiche non erano delle migliori, tanto vento e pioggia, con un campo in erba piuttosto pesante. Siamo comunque riusciti ad adattarci bene alle varie situazioni, ricavando il massimo. Forse la nostra vittoria non rispecchia esattamente l'andamento della gara, ma non abbiamo rubato assolutamente nulla».
La classifica vi vede al secondo posto, a quota 11 punti: una posizione di tutto rispetto. «Al momento però non pensiamo tanto ai numeri, del resto non c'è un obbiettivo dichiarato, ne da parte della società ne da parte mia e dei ragazzi, anche se questa sembra un po' la classica frase di circostanza. In realtà, siamo più interessati a comprendere quali sono le nostre potenzialità, e in un secondo momento, capire il valore delle nostre avversarie».
Cannas si è calato con rinnovato entusiasmo in questa nuova avventura. «Sono rientrato dopo una parentesi non molto fortunata a Jerzu e ho trovato una rosa profondamente rinnovata rispetto agli ultimi anni. Personalmente, ci tenevo a riprendere il discorso nel migliore dei modi: ho a disposizione un gruppo di giovani interessanti, tutti di Villagrande, a cui si aggiungono alcuni giocatori di esperienza, selezionate in base anche e soprattutto al loro profilo umano, fondamentali per far crescere i ragazzi con meno esperienza».
Sino a questo momento il Villagrande ha collezionato tre vittorie e due pareggi: il successo contro il Sestu probabilmente è uno dei risultati più emblematici per quanto riguarda la vostra forza. «Si tratta di una scoperta continua: dopo quattro o cinque partite stiamo prendendo finalmente confidenza con il girone, ma prima di tutto ci concentriamo sui nostri limiti, con l'intento di superarli, di alzare l'asticella, come si dice in questi casi, della qualità delle nostre prestazioni. Sto lavorando molto sulla testa dei miei: ci fissiamo obbiettivi minimi, senza pensare per forza al futuro, non avrebbe senso in questo momento. Possiamo lavorare con la giusta serenità; i ragazzi devono ancora conoscersi fra di loro e raggiungere l'amalgama ottimale e l'intesa tecnica e caratteriale; ci sarà tempo per guardare la classifica». Parola d'ordine: migliorare. «Ovviamente, sarebbe bello se riuscissimo a segnare di più e prendere qualche gol in meno, ma gli aspetti su cui ci stiamo concentrando sono molteplici. Sono un allenatore piuttosto giovane, quindi ho molto da imparare anche io. Per il resto, non giochiamo contro i nostri avversari ma contro noi stessi e tutto lo spogliatoio si è sintonizzato su questa lunghezza d'onda».
I bianco-azzurri hanno evidenziato sino a questo momento grande cinismo. «Le partite sino ad ora sono sempre state decise dagli episodi, sta a noi essere pronti e reattivi. Domenica ad esempio ci siamo trovati sul 2 a 2 con un uomo in più, un aspetto che ha fatto la differenza. A voler essere sinceri, all'80' un pareggio sarebbe stato oro colato per noi, invece siamo tornati a casa con due punti in più, ottenuti contro una delle squadre migliori del girone».
Dati alla mano, in classifica siete la prima delle ogliastrine, in avanscoperta per tentare di spezzare il monopolio delle cagliaritane. «Non significa niente, il calendario è stato pensato in modo che i derby fossero tutti nella seconda parte; è ancora presto per stabilire delle gerarchie, prima di lanciarci in certe analisi sarebbe meglio aspettare». Il tecnico ritorna sull'annosa questione delle trasferte. «Ho seguito a distanza la polemica scoppiata ad agosto tra quelle società che si lamentavano per la composizione del girone. Io penso, si tratta solamente della mia modesta opinione, sia chiaro, che ho oltretutto manifestato ad altri allenatori, dirigenti e vertici federali, che se si vuole dare maggiore dignità allo sport dilettantistico non ci si possa limitare a giocare nel giardino di fronte a casa, anzi, le trasferte servono proprio a confrontarsi con altre dimensioni e altre realtà, con giocatori che provengono da esperienze diverse e che possono insegnare tanto. Certo, gli spostamenti in Sardegna non sono agevoli, ma comunque rappresentano un momento di crescita prezioso, soprattutto in un'isola».
Il calendario ora prevede il big match contro la capolista Vecchio Borgo Sant'Elia, scontro tra le uniche due formazioni ancora imbattute. «Un bel banco di prova, utile soprattutto, come dicevo prima, a capire il valore delle nostre avversare e a capire contemporaneamente quanto divario c'è tra noi e la prima della classe. Di loro sappiamo che subiscono pochissimo e segnano tanto, hanno in organico elementi di assoluto spessore, che non scopro di certo io. Molti di loro sono alla prima esperienza in questa categoria perchè in passato hanno sempre militato in palcoscenici più importanti come la Promozione o l'Eccellenza. Affrontiamo ogni sfida con grande serenità, a prescindere dall'avversario, per noi cambia poco. Chi parla di sfida decisiva sbaglia, siamo soltanto alla settima giornata».
L'allenatore potrebbe avere tutti gli effettivi a disposizione. «Spero proprio di arrivare con tutto il gruppo al completo, anche se ho una squadra che mi garantisce molteplici soluzioni, composta da giocatori che si equivalgono sia dal punto di vista del carattere che della tecnica. Sino a questo momento non mi è capitato ancora di fare scelte dolorose, per un allenatore non è mai facile mandare qualcuno in tribuna, ma prima viene il bene della squadra, e i ragazzi lo sanno».