«Giocare in Seconda ti forma, vinci se stai umile»
Il Samassi rifiorisce e Falciani si scopre goleador: «In due anni 35 reti sono un bel bottino ma resto un difensore. La rinascita del club grazie al presidente Setzu e al mister Agus»
Due estati fa usciva di scena dall'Eccellenza dopo una disputa interna ai vertici societari che aveva portato alla clamorosa non iscrizione del club. Ora il Samassi torna in Promozione perché il nuovo presidente Francesco Setzu ha voluto rilanciare il club mediocampidanese affidandosi a Nicola Agus, ripartendo dalla Seconda categoria e ottenendo due promozioni di fila. In entrambi i campionati vinti uno degli artefici è stato Guglielmo Falciani, già protagonista nel 2011-12 della vittoria in Promozione. Il difensore torinese ma sardo d'adozione si è riscoperto bomber con 35 reti in due stagioni: 18 gol (con 10 rigori) in questa stagione in Prima e 17 gol (11 rigori) l'anno scorso in Seconda. «Mi è venuto fuori il vizietto - dice col sorriso l'ex centrale di Atletico, Sanluri, Porto Torres e Lanusei - 35 gol sono un bel bottino ma non ho cambiato ruolo. Sono nato difensore, ho sempre fatto quel ruolo e mi piace ancora farlo, solo in qualche partita è capitato magari negli ultimi 10' di essere spostato in avanti quando c'è da giocare il classico tutto per tutto per rimediare ad un risultato negativo o tentare gli ultimi assalti per la vittoria».
In due anni il Samassi ha segnato 205 fatti e 62 subiti, in media ogni gara vostra finiva 3-1 per voi
«Questo è frutto dell'organizzazione e di una squadra che gioca sempre in modo offensivo seguento il pensiero del mister Agus, che puntava all'attacco. Se ti reputi più forte non vai a difenderti e i gol non arrivano per caso o solo per gli attaccanti prolifici, Scarlatella ha segnato 50 gol in Seconda, in questo campionato Flumini è arrivato a dicembre e ne ha fatto 18»
Due terzi dei gol arrivano dal dischetto e gli altri?
«Facendo qualche proiezione offensiva, mi piace e me la concedo in situazioni di partita, altrimenti mi sgancio sui calci d'angolo o sui calci piazzati»
Si dice che non è mai facile fare gol in qualsiasi categoria, come mai questa esplosione?
«Molto merito è da dare al mister Agus, quando sono con lui faccio sempre tanti gol, mi porta bene anche nei tornei estivi. Non sono mai stato un grosso realizzatore, mi accorgo però che fare gol aiuta a farne altri, quando c'è costanza ti capita di vedere più la porta perché ha una maggiore serenità»
Il Samassi è tornato in un calcio più consono alle sua recente storia?
«Assolutamente sì, il presidente Setzu si è posto l'obiettivo di portare la squadra dove era stata lasciata morire, vuole arrivare in Eccellenza pensando ad un ennesima stagione di passaggio nella categoria in cui giochiamo e poi vorrebbe puntare anche ad un qualcosa in più, il che vorrebbe dire riscrivere la storia del Samassi. Lui, in effetti, si merita altri palcoscenici, mi ha trattato come un figlio e sono contento di contribuire a realizzare il suo sogno, di riportare il club nell'Eccellenza e poi dove non è mai stato, provare almeno un anno in serie D. Se si va a vedere, solo due squadre del Cagliaritano, Atletico Elmas e Progetto Sant'Elia, e una del Mediocampidano, il Sanluri, hanno vinto un campionato di Eccellenza. La sua ambizione, voglia ed entusiasmo è un qualcosa di positivo»
Il paese ha superato al fase di depressione?
«Certo che il fallimento di due anni fa ha portato sconforto nel paese e, nonostante due belle vittorie di campionato, non c'è stato molto seguito. Un po' coi risultati positivi ha riniziato ad avvicinarsi merito della società che ha fatto molti sacrifici, ma Samassi ha il problema che esistono due squadre e in una delle due c'è il vecchio presidente ai tempi dell'Eccellenza. Credo che tornando in una categoria più appetibile, nella quale diventa un piacere vedere la gara, si migliorerà numericamente»
Perché la scelta di andare in Seconda categoria avendo richieste dalla serie D ed Eccellenza?
«Ho seguito il mister Agus, grazie a lui è venuta fuori un'occasione lavorativa coi fiocchi a Guspini nel settore dell'ortopedia, e poi perché stavo andando in una società che per me è una famiglia, il presidente Francesco Setzu è come un padre. Sono orgoglioso di essere stato il capitano in questi due anni e contento di aver conosciuto grandissimi uomini oltre che bravi giocatori»
Dopo anni di serie D con Atletico, Porto Torres e Sanluri, di Eccellenza con Selargius e Samassi e la vittoria del campionato di Promozione col Lanusei, in questi due anni nel calcio di periferia cosa hai imparato?
«Sono stati due anni formativi che mi hanno fatto crescere tanto e insegnato a vivere un altro calcio, senza terna arbitrale, in campi in terra battuta. Arrivi a scontrarti con realtà che non pensavi esistessero, squadre di paese formate da giocatori che ci mettono tanta passione, che vedono il calcio come un hobby vero e proprio. Ma è stato bello, dove andavi avevi anche quell'attenzione che ti fa piacere e ti inorgoglisce anche se a volte diventi il bersaglio numero uno da fuori. Io mi sono sempre calato nella parte della categoria, mai fare i sofisticati. In questo contesto va elogiato il mister Agus che ha trasmesso a tutti tanta umiltà e attenzione nei dettagli, se non sei umile rischi brutte figure, se hai un minimo di organizzazione poi la qualità emerge sempre»
Ci sono state gare dove è mancata quell'umiltà che vi ha contraddistinto?
«Quest'anno penso alla gare persa in casa 2-3 con l'Andromda, loro sono stati bravi, noi pensavamo di essere i più forti e abbiamo preso la gara sottogamba, siamo stati a rincorrere per tutti i 90'. Ma partite giocate così o rischiando la figuraccia sono capitate sulle dita della mano, anche se la Prima categoria è tosta, l'obbligo di un solo fuoriquota in campo la rende di alto livello, ci sono giocatori che hanno fatto sempre campionati importanti e sono scesi di categoria per la regola dei giovani, si gioca più a calcio e c'è una grande divario rispetto alla Seconda che è una giungla»
Nel Samassi che punta a riconquistare l'Eccellenza qual è il segreto per continuare l'ascesa?
«Nelle vittorie alla base c'è sempre la programmazione, che va fatta categoria per categoria senza affezionarsi a nessuno. Perché ci sono i giocatori giusti per ogni categoria, che la conoscono bene e l'hanno vinta, il segreto è nel non legarti a chi ha fatto la storia anche di un anno bellissimo, devi puntare su chi la categoria la conosce»
Quali sono i giocatori che vorresti menzionare per quanto fatto in questo campionato?
«Senz'altro il portiere Fabio Toro, un calciatore forte, umile e vincente, a Cagliari ha vinto col Sant'Elia, Gemini Pirri e Ferrini, a Muravera una Coppa Italia di Eccellenza. E Gabriele Arvai, uno che fa la fortuna dei tecnici perché sa fare tanti ruoli e li fa sempre con la massima dedizione»